Intervista Flash: Zero

Immagine di Zero Zero è il nome di un nuovo progetto che va ad inserirsi nella multiforme e tumultuosa scena metal italiana. Jerico ha intervistato per voi i ragazzi del gruppo: sentiamo cosa hanno da dire!

 

Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?

Ciao a tutti e grazie mille per ospitarci! rnIl nostro percorso come band è iniziato da ragazzini delle superiori: ci trovavamo il sabato pomeriggio per suonare i brani che ci piacevano. Quello che era inizialmente un passatempo ha lentamente iniziato a diventare qualcosa di più strutturato con il passare del tempo. Abbiamo scritto i primi pezzi, iniziato a suonare in giro per la provincia di Vicenza e registrato una piccola demo. Con il passare del tempo abbiamo poi avuto dei cambi di formazione ed abbiamo deciso di cambiare nome al progetto, chiamandolo ZERO, e di lavorare al nostro primo full lenght “Waves of Griefs, Seas of Regrets, uscito a Novembre 2018 per Ghost Label Records.

Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?

Sarebbe estremamente difficile rintracciare tutte le influenze che abbiamo portato con noi e riversato nel nostro lavoro e in particolare in quest’ultimo disco. Tutti noi ascoltiamo moltissima musica, e molta parte di questa esula dal mondo del metal. Alcuni di noi hanno infatti anche degli altri progetti musicali di genere completamente diverso. Crediamo comunque che tutte queste influenze ci abbiano permesso di creare un lavoro originale che si discosta da quella che sarebbe la definizione tradizionale di metalcore.

So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?

Il nostro ultimo lavoro “Waves of Grief, Seas of Regrets” è stato scritto in maniera radicalmente diversa rispetto ai lavori passati: mentre un tempo infatti avevamo molto più tempo da trascorrere in sala prove suonando tutti assieme con l’aumento degli impegni di ognuno abbiamo dovuto modificare l’approccio alla composizione. I brani sono stati scritti per la maggior parte al computer dal batterista, il quale ce li ha poi presentati e tutti assieme ci abbiamo poi lavorato sempre al computer prima di lavorarci in sala prove. Questo ci ha permesso anche di fare uso di basi digitali, cosa che volevamo fare da tempo. L’essere stati poi noi in prima persona a registrare il disco ci ha permesso di intervenire sui brani anche in fase di registrazione, cosa che sarebbe stata impossibile fare con i tempi di registrazione di uno studio tradizionale. Dobbiamo poi ringraziare Federico Ascari di Wavemotion Recordings che ha seguito mixing e mastering del disco.

La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?

Dopo tutti gli anni di storia che l’umanità (e le arti con lei) ha attraversato credo sia praticamente impossibile parlare di qualcosa che non sia già stato trattato da altri. Quello che noi abbiamo cercato di fare non è stato tanto parlare di argomenti nuovi, quanto piuttosto cercare di usare un nostro stile ed un nostro linguaggio per trattarli. Crediamo che le nostre numerose influenze provenienti da moltissime direzioni ci abbiano aiutato in questo, e speriamo che anche chi ascolta il nostro disco riesca a coglierne le note di diversità rispetto ad altri lavori. Detto ciò anche se alcuni lavori possono sembrare simili ad altri e “inflazionare” il panorama musicale crediamo che comunque tutti siano parte di un percorso per qualcuno, e dunque anche il solo fatto che lascino qualcosa a chi li crea o a chi li ascolta, anche se solo per un momento, non li renda mai inutili.

Cosa pensate del panorama underground nazionale?

A livello nazionale crediamo di poterci ritenere fortunati: nel nordest è stata proprio l’intensa attività live presente a spingerci ad iniziare a suonare, e sappiamo che in altre regioni soprattutto muovendosi verso il sud del paese suonare è molto più difficile, soprattutto per generi come questo. Qualche anno fa anche qui la situazione era molto migliore, ora molti locali hanno chiuso e l’attenzione delle persone si è spostata su altri generi. Molte band che avevano iniziato a suonare con noi si sono sciolte, ma tutto sommato siamo riusciti a tenere duro conservando la nostra nicchia. La scena è comunque sempre viva, ma è molto più attiva su altri generi.

La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?

Per quanto ci siano stati degli eventi poco piacevoli nella nostra storia, pensando ad esempio ad alcune serate andate male o a momenti di insoddisfazione in fase di composizione, crediamo che tutti facciano parte di chi siamo ora e del percorso che ci ha portati qui. Cancellarne qualcuno, per quanto allettante, cambierebbe forse il nostro modo di essere ora. Per quanto riguarda i momenti positivi per fortuna ne possiamo ricordare molti sia sopra che sotto il palco. In particolare è sempre soddisfacente ricevere messaggi positivi da reviewers o persone che ascoltano la nostra musica: vedere che le persone apprezzano il lavoro è una grande soddisfazione che ripaga gli sforzi, anche ma non solo economici, fatti per realizzarlo. Giusto per ricordare un aneddoto comunque al primissimo concerto il cantante, spostandosi durante un assolo del chitarrista, ha staccato inavvertitamente la spina a cui era collegata tutta l’amplificazione, spegnendo tutto nel bel mezzo del concerto. rn

Come giudicate il veicolo Internet per la promozione della scena musicale?

Internet ha modificato radicalmente ogni aspetto della vita moderna, e la musica non ha certo fatto eccezione. Ha permesso a moltissime persone un tempo irraggiungibili di avere accesso alla musica e al contempo ha offerto a moltissimi musicisti la possibilità di esporsi online. Anche se la grandissima offerta e concorrenza rende difficile non perdersi nella moltitudine crediamo che internet sia un fenomeno generalmente positivo: sicuramente ha modificato il mercato, perché non si può più puntare sulla vendita di grandissimi numeri di CD se la tua musica è reperibile gratis online, ma permette di essere fruibile per un numero maggiore di persone che magari verranno più numerose ai concerti.

Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?

Non più così tanti quanto un tempo: poiché la musica è raggiungibile attraverso abbonamenti economici a piattaforme di streaming o gratuitamente quei canali sono diventati preferenziali per l’ascolto e la scoperta di musica, e non compriamo più dischi come facevamo un tempo quando internet non esisteva o almeno non era così efficace come oggi nel proporre musica. I dischi rimangono comunque un ottimo modo per supportare i gruppi che ascoltiamo live, in maniera importante soprattutto per quelli più piccoli, e anche noi cerchiamo sempre di comprarli ai concerti. Oltre a questo crediamo però che le persone li percepiscano ormai come oggetti di collezionismo e preferiscano pertanto acquistare il vinile di album che piacciono particolarmente piuttosto che il CD fisico. In un modo o nell’altro comunque tutti noi ascoltiamo musica ogni giorno.

Cosa vuole fare il vostro gruppo da grande?

Per noi essere riusciti a portare a termine un disco di cui ci possiamo ritenere soddisfatti è già di per sé una grandissima soddisfazione. Le recensioni che abbiamo ricevuto fino ad ora sono state tutte estremamente positive, e questo non può che farci grande piacere. Abbiamo fatto un po’ di date nel nord Italia per promuovere il disco negli scorsi mesi, e stiamo programmando ora qualche data in est Europa per il prossimo inverno. Speriamo di poter riuscire a suonare il disco il più possibile.

Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!

Grazie a tutti per il tempo che ci avete dedicato! Noi cogliamo sempre ogni occasione per cercare di spingere l’idea di partecipare ai piccoli eventi con band emergenti perché crediamo che nell’underground si trovino numerose perle nascoste che sono difficili da reperire se non si va a cercarle. Supportare la scena e i locali permette anche a questi ultimi di non chiudere, perché quando questo avviene ne rimettiamo tutti sia in termine di spazi di aggregazione che in termini di cultura.

Intervista di Jerico Articolo letto 971 volte.

 


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