Natron «Hung, Drawn & Quartered» (2021)
Recensione
Primordiale, feroce, senza fronzoli sovrastrutturali. Il brutal death metal dei Natron, coniugato ai vitalistici inserti grindcore, si conferma - oggi come ieri - potente e unico. Lo si evince dal groove, per nulla datato all’ascolto, che contrassegna la storica band pugliese, fondata nel 1992 dal batterista Max Marzocca e protagonista, dagli anni ’90, della scena death metal italiana ed europea. I Natron sprigionano, infatti, tutta la loro verace brutalità, nonostante siano trascorsi 25 anni dalla realizzazione di “Hung, Drawn & Quartered”, il loro debut album pubblicato nel 1997 da Headfucker Records. L’impatto di questo lavoro - realizzato dopo i due demo-tape “Force” e “A Taste of Blood” e dopo l’EP “Unpure” – sul panorama death metal dell’epoca fu notevole, tanto da attirare l’attenzione dell’etichetta metal francese Holy Records che scritturò la band pugliese per i successivi quattro album. Per valorizzare il primo lavoro ufficiale dei Natron, definiti a giusta ragione “The italian godfathers of death”, nell’aprile del 2021 la Time to Kill Records ha dunque ripubblicato “Hung, Drawn & Quartered” - masterizzato dal produttore Marco Mastrobuono - in vinile ed in versione digitale. L’album si apre con “Elmer the Exhumer”, song esplosiva e furiosa in puro stile Natron, seguita da “Entrhoned in Repulsion”, in cui il sound brutal death regna sovrano, con tutta la sua carica di caldi growl, tipici riff di chitarra ficcanti e potenti suonati da Domenico Mele e inserti melodici, che costruiscono l’equilibrata architettura del death metal anni ’90 che nel caso dei Natron, lo ripetiamo, è assolutamente non datata. Così come “Leechord”, esplosione brutal dai toni possenti e dal finale suggestivo. L’ “armonia disarmonica” del brutal death targato Natron si evince poderosa anche in “Flesh of a Sick Virgin”, caratterizzata dalle parti grindcore che incitano al pogo duro e puro, dalle scale e dai i velocissimi assoli di chitarra decisamente ispirati e dalla potenza dei growl. Anche qui è interessante lo stacco finale di batteria, affidato alla sapienza di Max Marzocca. Un po’ più “sinistra” risulta poi “The Stake Crawlers”, canzone anch’essa molto ispirata in cui i Natron danno tutto e in cui spiccano, sul tessuto death, l’intensità dei growl di Lorenzo “Funj” Signorile e le parti di batteria che precedono gli assoli di chitarra. L’entusiasmo è al culmine quando la song assume una “pogante” piega grindcore. Segue “Undead Awake”, una vera e propria “tempesta di suono” dalla furia devastante, che vira successivamente verso ritmi più rallentati, creando atmosfere quasi cinematografiche. “Heretics Consume the Deceased” costituisce, poi, un ipnotico e magnetico pezzo strumentale, con inquietanti grida in sottofondo. L’album dei Natron si conclude, infine, con “Morgue Feast”, song anch’essa decisamente intensa, furiosa e potente.
Track by Track
- Elmer The Exhumer 90
- Enthroned In Repulsion 90
- Leechlord 90
- Flesh Of A Sick Virgin 95
- The Stake Crawlers 90
- Undead Awake 80
- Heretics Consume The Deceased 80
- Morgue Feast 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 90
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
85Recensione di Susie Ramone » pubblicata il 03.01.2022. Articolo letto 1199 volte.
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