Intervista: Lunocode

Nessuna Descrizione Dopo esserci occupati del loro ultimo lavoro “Last Day Of The Earth”, siamo andati a bussare alla porta degli umbri lunocode per conoscere meglio il loro mondo. Ne è nata una chiacchierata interessante, in cui la band si è resa molto disponibile nell’approfondire tantissimi temi, dallo sviluppo concettuale del loro Ep all’evoluzione musicale da loro intrapresa. Buona lettura!

 

Ben arrivati sulle nostre pagine, ragazzi. Chi vi conosce probabilmente di voi saprà vita, morte e miracoli. Purtroppo non tutti sono così ben informati, quindi ci volete dare qualche breve notizia sui Lunocode e sulle vostre attività fin qui svolte?

Francesco :: Salve ed un grande saluto a tutte le persone che seguono Metalwave! Il progetto ha avuto inizio nel 2004 quando io, Paride, Perseo e Giordano decidemmo di formare una band metal che prendeva il nome di “Anima”. Inizialmente suonavamo delle cover per prendere un po’ di confidenza tra di noi. Questo periodo fu utile anche per la stesura di qualcosa di nostro. Il tempo passava e la necessità di un cantante che facesse al caso nostro aumentava sempre di più. Dopo alcuni mesi Cecilia Menghi entrò a far parte della band e così cominciammo a suonare dal vivo in alcuni locali della zona. Mese dopo mese stavamo maturando dal punto di vista stilistico e compositivo ed infatti nel 2007 ci recammo in studio per registrare “Birth”, un demo di quattro tracce che ha avuto diversi consensi da parte della critica. Il nostro percorso live continuava anche fuori dall’Umbria e ci prendemmo diverse soddisfazioni, contando anche dell’ottimo responso avuto da “Birth”. Subito dopo ci sentivamo pronti ad un altro grande passo che era la registrazione del nostro primo Ep. Avevamo dell’ottimo materiale e cosi decidemmo di registrare “Last Day Of The Earth”, primo disco dell’era Lunocode uscito il 20 gennaio 2011 per Spider Rock Promotion. Il lavoro che ha preceduto la pubblicazione di questo Ep è stato veramente duro: registrazione e produzione sono state fatte completamente da noi e di questo siamo molto orgogliosi. Finiti i lavori per l’Ep cambiammo pure monicker in “Lunocode” che è un gioco di parole tra “Lunokhod” (rover automatico russo) e “Code”, che significa codice in inglese. Quasi contemporaneamente al cambio di monicker c’è stato anche un cambio di line-up: infatti le strade tra Cecilia e la band si sono divise. Un aspetto importante è che Cecilia è stata la cantante ufficiale della band fin quando il nostro nome era “Anima” ed infatti ha cantato su “Last Day of the Earth” ma la sua uscita dal gruppo è avvenuta ben prima che cambiassimo il nostro nome in “Lunocode”. Dopo varie considerazioni abbiamo iniziato il nostro cammino verso la ricerca di un nuovo cantante. A fine 2010 siamo entrati in contatto con Daphne Romano, che è diventata la nostra nuova cantante ufficiale.

Cominciamo a parlare subito di “Last Day Of The Earth”, il disco che abbiamo appena recensito sulle nostre pagine. Ci volete parlare della sua gestazione e, in particolare, di come siete entrati in contatto con Davide Fatemi e Ronan Chris Murphy?

Perseo :: Diciamo che nel 2009 avevamo da qualche tempo dei pezzi (che sono poi quelli andati a finire nel cd) che volevamo registrare per produrre un nuovo “promo”, dopo “Birth” del 2007. Abbiamo quindi iniziato una fase di pre-produzione in totale autonomia, nel nostro studio ed abbiamo capito che le canzoni funzionavano. Abbiamo poi studiato tutti gli arrangiamenti finali dei pezzi e scritto il brano “Invisible Tears (Acoustic Version)” come bonus track del promo, essendo la rivisitazione in chiave acustica della quarta traccia del nostro primo demo “Birth”. Quando ci siamo sentiti pronti abbiamo ricontattato Davide Fatemi, con il quale eravamo venuti in contatto mesi prima tramite Myspace e che aveva espresso un apprezzamento per la nostra musica. Lui ha curato la parte di “engineering”, quindi posizionamento microfoni e settaggio strumenti, ma poi le registrazioni vere e proprie e tutti gli editing li ho curati io personalmente, avendo prodotto il disco in generale. Come spesso accade, in questi casi, dall’idea iniziale di un “promo” abbiamo, strada facendo, alzato il tiro, perché i pezzi ci sembravano veramente buoni e le registrazioni erano solide e precise, suonate tecnicamente bene...quindi ci ha solleticato l’idea di fare qualcosa di più di un semplice promo ed abbiamo deciso di tentare la sorte con un Ep, scegliendo, una volta finite le registrazioni, di cercare qualcuno per promuoverlo in maniera seria ed efficace. Ultimate le registrazioni, quindi, la palla è passata in mano a Davide che ha effettuato il mixaggio. Finita anche la fase di mixaggio, invece, sono entrato in contatto, sempre tramite internet, con Ronan che ha eseguito il mastering rendendo il tutto cristallino e dandogli quel tocco in più. Anche Ronan è rimasto entusiasta della nostra musica e probabilmente ci saranno ulteriori collaborazioni in futuro. Lui oltre al mastering è principalmente produttore…quindi chi vivrà, vedra!

Come anche riportato in sede di recensione, oltre ad una produzione molto professionale, rispetto al vostro precedente lavoro “Birth” ho notato anche grossi miglioramenti nel song-writing. Come sono nati i brani di “Last Day...” e chi o che cosa vi ha ispirato nella loro stesura?

Paride :: E’ difficile dire cosa ispiri la scrittura di una canzone, a volte semplicemente ti viene in mente un’idea, o un riff di chitarra che può essere dato dallo stato d'animo del momento, poi cominci ad elaborarlo e svilupparlo; forse la differenza che c’è tra i pezzi di “Birth” e “Last Day Of The Earth” è proprio nella maturità con la quale le idee sono state sviluppate ed arrangiate, che migliora soltanto con l'esperienza. Personalmente, ogni volta che concludo una cosa, che può essere una canzone o altro, non sono mai del tutto soddisfatto del risultato ottenuto e cerco di capire quello che posso migliorare per i prossimi lavori, di cui non sarò ovviamente soddisfatto una volta finiti! (ride, nda).

Per quanto riguarda i testi, mi è sembrato di capire che tutti i brani del disco siano legati fra loro da un concept di base. Ce ne volete parlare?

Perseo :: Hai detto giusto, tutte le canzoni sono collegate tramite i testi e raccontano un “concetto” ed una storia. La prima cosa che si può notare, ascoltando il disco, è che c’è un richiamo alla “ciclicità” di qualcosa. L’intro, infatti, ripropone un motivo “saliente” di ogni canzone, dall’ultima alla prima per poi lasciare il campo a “Flow, My Tears” e quindi dare il via al disco. Nell’artwork, inoltre, è riportata una piccola introduzione che serve a delineare brevemente il tema del concept: l’uomo è ossessionato dalla ricerca di qualcosa e, dal momento in cui la sua ricerca inizia, essa non finirà più fino al giorno della sua morte. Ed è così per ogni uomo. Questo carosello continuerà (ciclicamente) fino all’ultimo giorno della Terra, quando il nostro mondo svanirà evaporando nello spazio a causa di un sole morente ed il genere umano probabilmente (se non si sarà autodistrutto prima) cesserà di esistere.
In cosa consiste la ricerca? Per ognuno è diversa, parte da prerogative diverse e si snoda lungo percorsi diversi, ma l’origine è sempre la stessa: nella vita di ciascuno prima o poi accade sempre un evento particolare che ci fa cadere dal nostro stato di grazia, che ci mette di fronte la cruda realtà. E noi dobbiamo fare i conti con essa. La prima reazione è solitamente un rifiuto totale della realtà ed una perdita di ogni tipo di idealismo, tutto diventa buio e privo di senso. Qualcosa però, in fondo, suggerisce che una scintilla di preziosa luce rimane, anche se non riusciamo ad individuarla con certezza. Durante questo periodo di transizione l’uomo si trova di fronte alla realtà ed al mondo, all’Universo, ragiona su grandi idee, anche se esse finiscono per scontrarsi sempre con l’impossibilità di essere messe in pratica o, peggio, di essere comunicate nella loro grandezza agli altri; una incomunicabilità causata da invisibili barriere: culturali, caratteriali o di comprensione.
In realtà l’uomo comprende bene il fatto che tutti gli esseri viventi fanno parte di uno stesso Universo, sono generati dalla stessa materia che esiste da sempre sotto svariate forme: condividiamo così tanto e così poco allo stesso momento e non riusciamo a capire perché deve essere tutto così difficile e soprattutto perché dobbiamo ferirci così tanto l’un l’altro senza apparente motivo. Da questo turbine di pensieri e da queste riflessioni però prendono forma nuove idee, nuovi ideali che, sommati, danno vita quasi ad una Utopia. La scintilla di luce si infiamma e diventa grande: tutto soffre, tutto è privo di un senso oggettivo, ma tutto serve ed è necessario. Tutte le forme di vita dell’universo percorrono una stessa strada e sono in cerca di qualcosa. Lo stupirsi di fronte al mondo ed il capire che il nostro volto si specchia nel volto dell’altro, che i nostri sentimenti e la nostra anima sono le cose basilari seguendo le quali possiamo veramente metterci in contatto con gli altri e con l’Universo: questo è quanto si ricava dalle nostre riflessioni. Questo è quanto si ricava dallo studio del cosmo stesso. Per questo le canzoni dell’Ep sono costellate di citazioni (sotto forma di voci fuori campo) di grandi scienziati del secolo scorso e del corrente che ci insegnano come sia inutile e deleterio sprecare tempo nell’aumentare l’odio. L’uomo è un essere portato per natura verso le stelle. Studiando l’universo si capiscono tante cose e, non per ultima, riusciamo a capire noi stessi. Studiando l’universo esterno l’uomo riesce a capire l’universo che si porta dentro e riesce a comprendere anche la ragione, la calma ed il romanticismo del ciclo cosmico della vita e della creazione e distruzione del cosmo: quegli eventi che all’inizio del viaggio ci hanno fatto cadere dal nostro stato di grazia ora ci appaiono sotto una rinnovata luce. La malinconia ci assale, ma non la disperazione. Non abbiamo più bisogno di inventarci leggende e miti per accettare la malattia e la morte, capiamo finalmente come tutto faccia parte di un ciclo cosmico e come le persone che abbiamo perso rimangano intorno a noi sotto forma di atomi ed energia che andranno a creare nuove cose o nuova vita, tornando al “mare” ondoso dell’Universo che crea e distrugge in un ballo cosmico, senza fine.
E possiamo pensare tutto questo senza tristezza, malinconicamente si, ma con il sorriso, di nuovo! Questa è la storia del concept e tutto questo, come si evince dalla fine della canzone “Silent Thoughts”, si ripete all’infinito. E’ comune, infatti, che l’inizio e la fine in circolo si ricongiungano.

A posteriori, c’è comunque qualcosa di “Last Day...” che non vi convince a pieno e su cui avreste voluto apportare delle correzioni?

Perseo :: Escluso il songwriting a priori, perchè rappresenta un particolare momento della crescita musicale della band e non sarebbe giusto cambiarlo (se componessimo gli stessi pezzi in questo momento questi verrebbero radicalmente diversi, visto l’evolvere dei nostri gusti e delle nostre capacità), non posso dire che quello che mi piacerebbe fare sia apportare delle semplici correzioni. Puntualizziamo subito che sono contento del risultato così com’è, tutto sommato. Visto, però, che sono un perfezionista e che cerco sempre di analizzare gli errori per poter progredire, procedo rispondendoti in maniera più dettagliata, perché ovviamente per le prossime produzioni punto molto più in alto e non mi accontenterei minimamente dello stesso risultato. Cominciamo col dire che in realtà ho curato tutta la produzione del disco, fino alle grafiche, anch’esse sviluppate da me. Sono partito da zero, senza sapere nulla, senza sapere nemmeno quali programmi si usassero abitualmente per registrare in digitale, senza sapere caratteristiche o punti di forza/debolezze dei vari microfoni, i posizionamenti, senza sapere di preciso in cosa consistesse “fare un mixaggio” o “fare un mastering”, non immaginandomi nemmeno quanto fosse complesso produrre un disco in maniera professionale: ero proprio a livello zero! Ho quindi “vissuto” l’esperienza della produzione di questo album per “farmi le ossa”, per imparare quanto più possibile dai miei errori e per rubare quanto più possibile con gli occhi quello che le varie persone (professionisti) con i quali sono entrato in contatto facevano, cercando sempre di capire “il perché” di qualcosa, in modo da farmi delle idee e delle convinzioni mie, senza ripetere procedimenti “a pappagallo” non capendone le implicazioni, come si dice in gergo scolastico. Diciamo quindi che, più che correzioni, mi sarebbe piaciuto essere al livello di conoscenza in cui sono ora per poter evitare degli errori che ho fatto durante la produzione (col senno di poi…ma chi non ne fa?) in modo da ottenere un risultato migliore come qualità audio, di arrangiamento ed evitare qualche ingenuità. Inoltre mi sarebbe piaciuto avere l’attrezzatura da registrazione che abbiamo adesso (in questi ultimi mesi stiamo facendo moltissimi sforzi per acquistare ottime macchine in modo da innalzare la qualità audio dei nostri prossimi lavori, che continueremo ad autoprodurre): considera che “Last Day Of The Earth” è registrato con mezzi minimi, roba che qualsiasi gruppo, se minimamente attrezzato, ha già “in casa”! Senza falsa modestia: un esempio di come si possa produrre qualcosa di buono solo con tanto impegno e tanto studio, senza bisogno di supporti tecnologici incredibili ma solo con tanta buona volontà. Colgo anzi l’occasione per ringraziare ufficialmente anche Cesare Capaccioni (ex cantante dei “Seven Gates” e cantante dei “Mr Eagle”) per il prezioso supporto!

Più in generale, qual è secondo voi il punto di forza dei Lunocode e qual è invece il punto di debolezza?

Giordano :: Di questa band mi piace la serietà, la voglia di imparare, la determinazione e l’impegno che tutti mettono per portare avanti il progetto. Mi piace anche la capacità di formare una squadra, l'umilta e la capacità di autocritica in modo da cercare sempre di migliorare. Questi secondo me sono punti di forza importanti per far si che il risultato sia buono ed il ritmo di lavoro sostenuto. Per quanto riguarda i punti deboli...beh io, come del resto tutti noi, ce la mettiamo tutta! Una cosa che mi viene in mente, al limite, è l’essere andati forse un po’ troppo lenti all’inizio di questa avventura. Abbiamo sempre affrontato un passo alla volta i nostri ostacoli ed in passato, a volte, avremmo potuto fare di più...anche se, in fondo, questo progetto è stato messo in piedi per intero da noi senza l’aiuto di nessuno, quello che abbiamo è tutto frutto solo del nostro lavoro e del nostro sudore. Scoprire tutto da soli, se da un lato è molto istruttivo e pure divertente, dall’altro richiede tanto, tanto tempo!

Un aspetto che certamente cambierà in futuro saranno le linee vocali, dato l’innesto di una nuova cantante nel gruppo. Anzitutto, vorrei chiedervi cos’ha portato alla fuoriuscita della vostra precedente vocalist Cecilia dalla band.

Francesco :: In una band tutti devono collaborare allo stesso modo e con una certa continuità di lavoro; quando tutto ciò viene a mancare è normale che si creino dei problemi all’interno del gruppo. L’unità tra i componenti è molto importante per arrivare ad una adeguata evoluzione, e se uno dei membri della band non segue la stessa direzione per portare ad un obiettivo prefissato, la convivenza diventa sempre più difficile e l’armonia all’interno del progetto scompare. Cecilia ha deciso così di lasciare la band non sentendosi più parte di questo nuovo corso e le nostre strade si sono separate. Noi ne abbiamo preso atto e ci siamo rimboccati le maniche per cercare una nuova cantante che meglio si adattasse al nostro modo di comporre musica, molto diverso e più evoluto. A fine 2010 siamo entrati in contatto con Daphne che ci ha convinto fin da subito, dimostrando grande interesse verso quello che gli abbiamo proposto.

A questo punto non posso che rivolgermi direttamente a te, Daphne. Come sei entrata in contatto con gli altri? Com’è stato relazionarti alla loro musica?

Daphne :: Il contatto con i ragazzi è stato il frutto di una serie di fortunate coincidenze. Io conoscevo di vista la ragazza di Perseo (nonché cantante degli Ashes & Reflections, progetto parallelo di Perseo), ci siamo incontrati, casualmente, ad un concerto a Prato ed abbiamo fatto conoscenza: al tempo ero senza band e cercavo gente brava e seria con cui fare pezzi originali. In ognuno di loro ho trovato queste qualità basilari, ma non scontate...ed hanno decisamente superato ogni mia aspettativa! I brani degli Anima che erano disponibili online erano molto orientati al power metal e questo, inizialmente, mi ha generato qualche incertezza sull’opportunità di un connubio col mio stile canoro; ma nel momento in cui li ho sentiti suonare anche i pezzi nuovi, quelli in lavorazione, l’entusiasmo mi ha assalita. Abbiamo capito definitivamente che funzionava dalla prima prova che abbiamo fatto insieme! L’atteggiamento nei miei confronti poi è stato positivo sin da subito: i ragazzi mi hanno dato campo per esprimermi e far mie le parti vocali. Questo vuol dire tanto per chi è “l’ultimo arrivato”.

Come verrà dunque impostata la voce nei prossimi lavori? Sulle tonalità fin qui utilizzate oppure ci saranno dei cambiamenti?

Daphne :: Il mio stile canoro è molto diverso da quello di Cecilia. La sua impostazione è più orientata al power classico; io, pur avendo studiato lirica, vengo da una cultura prog-rock, prog-metal e dark. Amo molto i cambi di registro e le dinamiche interpretative, mi piace calarmi completamente nel pezzo pensando a ciò che deve esprimere e comunicare. Questo tipo di approccio è piaciuto ai Lunocode e combacia con l’impronta che, già prima di conoscermi, avevano intenzione di dare ai nuovi lavori.

Stando poi a quanto si legge, “Last Day...” rappresenta una sorta di anticipazione del vostro futuro full-lenght. Ce ne volete dare qualche anticipazione?

Perseo :: E’ una anticipazione nel senso che alcuni elementi stilistici che sono presenti in “Last Day...” li ritroverete sicuramente anche nei lavori successivi, non nel senso che contiene delle tracce “singolo” che saranno poi presenti anche nei successivi cd. “Last Day Of The Earth” è un disco che ha un suo carattere ed una sua vita autonoma, è un mini-concept ed un lavoro che ha una sua complessità, che magari può non trasparire a prima vista, ma che, entrandoci dentro in profondità, l’ascoltatore dovrebbe poter cogliere, visti i moltissimi riferimenti incrociati che abbiamo inserito, sia nella musica sia nei testi e sia nell’artwork e che, a nostro avviso, danno un maggiore spessore al disco. Cercate, perché ce ne sono davvero tanti! (ride, nda). Per quanto riguarda il full-lenght, posso anticipare solo che si tratterà ancora di un concept album, ma stavolta di ampissimo respiro, con tanti minuti di musica ed una storia, delle tematiche e degli spunti riflessivi molto particolari! Data però l’ambiziosità di un lavoro del genere (stiamo comunque alla fase finale della composizione, a breve inizieremo le pre-produzioni) stiamo pensando di far uscire un lavoro più piccolo nel frattempo: rimanete sintonizzati per saperne di più nei prossimi mesi!

Nel frattempo, come vi state muovendo per promuovere “Last Day...”? Vi state attivando anche sul fronte live?

Francesco :: Per la promozione ci stiamo dando da fare tutti quanti e devo dire che la nostra agenzia, la Spider Rock Promotion, sta facendo un ottimo lavoro. Sul fronte live abbiamo tre serate in cantiere, sono tutte comunicate nel sito ufficiale della Spider Rock Promotion: http://www.spiderrockpromotion.it

Daphne :: Ad oggi abbiamo fissato poche date perchè in questo momento la priorità va alla composizione. Inoltre sono entrata nel gruppo solo da poco più di due mesi e, considerando che un concerto comprende sia gli aspetti esecutivi dei brani che quelli scenici, è importante prendersi il giusto tempo per curare al meglio la performance nel suo insieme. Pensiamo di intraprendere un tour che tocchi varie zone d’Italia, probabilmente a partire dall’autunno 2011.

Provenite da una zona, come quella dell’alto Tevere, musicalmente molto attiva, vista la presenza di realtà consolidate come Atemno o Exawatt, e che in passato era protagonista di iniziative come il Roccolo Park Festival volte a promuovere le realtà metal della zona. Che rapporto avete con il vostro ambiente natio ed in generale che opinione avete della scena metal italiana?

Perseo :: Sì, hai ragione a dire che la nostra zona di origine propone molti gruppi e che quindi il panorama musicale dell’alto Tevere sia in continua evoluzione. In realtà, però, abbiamo messo veramente poco il naso fuori dal nostro studio da tre anni a questa parte, perché siamo continuamente impegnati vuoi nelle registrazioni, vuoi nella composizione, vuoi nella promozione della band. Per quanto riguarda il panorama metal italiano, diciamo che non è messo male, abbiamo tanti gruppi molto validi. Il problema forse è che in Italia la musica è vista come una cosa “relativamente poco seria” e quindi gli investimenti in questo campo sono veramente scarsi. Non amo però fare analisi di questo tipo e preferisco lavorare piuttosto che lamentarmi. Come ho avuto modo di dire in altra sede, se un gruppo decide di fare qualcosa di serio, le possibilità di togliersi qualche minima soddisfazione ci sono. L’unica cosa da fare è impegnarsi seriamente, smettere di polemizzare e focalizzare gli sforzi e l’attenzione verso il raggiungimento di un obiettivo, facendo quello che si ama fare e lasciandosi alle spalle tutto ciò che di brutto ti può accadere in ambito musicale e nella vita in generale.

Francesco :: Il nostro rapporto con le realtà metal locali e nazionali è molto buono! Con Atemno ed Exawatt abbiamo avuto modo di suonare molte volte e ci siamo sempre trovati molto bene. Per farti una serie di nomi di band italiane che mi hanno entusiasmato, mi trovo abbastanza in difficoltà. In Italia ci sono tantissime band valide ed il movimento metal è in continua crescita, ma in molti non riescono ad emergere. Tutto ciò può essere causato anche dal mancato impegno delle band stesse. Per emergere adesso come adesso, serve che i gruppi concretizzino il proprio lavoro non soltanto sulla composizione, ma anche su lavori esterni di promozione. La favola del produttore che ti vede in un locale e ti sgancia un contratto perché gli sei piaciuto è oramai obsoleta. Adesso o ti muovi tu o niente. Ovviamente questa è una mia opinione e non generalizzo, capita infatti che alcuni gruppi non riescano ad emergere per altri motivi e situazioni. L’Italia non è un paese che ti dà molte opportunità su questo campo ed è giusto non farsi illusioni, però occhi sempre aperti senza mai arrendersi!

Siamo ai saluti, ragazzi. Nel ringraziarvi di questa chiacchierata, vi lascio il consueto spazio autopubblicitario e dichiarazioni finali.

Giordano & Paride :: Grazie a voi ed al vostro staff innnanzitutto: e stato un piacere poter scambiare due chiacchere con voi! Vi lasciamo per ora indicandovi alcune nostre date live, al pub Rock Highland di Arezzo che potete trovare indicate nel sito della nostra agenzia Spider Rock Promotion al seguente indirizzo: http://www.spiderrockpromotion.it/i-nostri-concerti/eventlist. Un saluto va poi a tutti i nostri amici ed a tutti coloro che apprezzano la nostra musica e ci supportano. Vorremmo segnalare tutti i nostri contatti web per rimanere in contatto con noi. Pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/Lunocode/122470867815508; MySpace: http://www.myspace.com/lunocode; Sito ufficiale: http://www.lunocode.com; Reverbnation: http://www.reverbnation.com/lunocode; a presto e rimanete sintonizzati! Stay Shred!

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Intervista di Cynicalsphere Articolo letto 2804 volte.

 


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