Intervista: Extrema

Nessuna Descrizione Tornati alla ribalta dopo un periodo della loro carriera piuttosto movimentato, grazie soprattutto alla pubblicazione di un dvd come "Murder Tunes & Broken Bones" che ne ripercorre interamente vent’anni di carriera, abbiamo voluto incontrare gli Extrema in occasione della tappa perugina del loro tour italiano. In un clima pre-concerto assolutamente disteso, hanno risposto alle nostre domande Tommy Massara e Gianluca Perotti, da sempre le figure più carismatiche che ruotano attorno al monicker Extrema. Ne è venuta fuori una lunga chiacchierata sul passato recente e remoto della band, su un presente ricco di soddisfazioni e su un futuro che si prospetta davvero ambizioso. Non vi anticipiamo nulla, perciò lasciamo a loro la parola.

 

Grazie anzitutto per esservi concessi di nuovo ai nostri microfoni. Per cominciare questa chiacchierata volevo anzitutto sapere le vostre sensazioni dopo aver raggiunto un così importante traguardo come i vent’anni di carriera. Che bilancio vi sentite di tracciare dopo tanti anni sulle scene?

Gianluca Perotti :: Guarda, ti riassumo tutto in una frase: si stava meglio, quando si stava peggio. A parte scherzi, abbiamo sempre resistito all’usura del tempo e ad oggi ci sentiamo più giovani che mai. Ieri sera (12 Ottobre 2007, nda) siamo ripartiti in tour da Novara e questa è la conferma che ci sentiamo ancora dei ragazzini. Poi guarda, chiedi a Tommy che ha sicuramente cose più intelligenti da dire a riguardo (risate generali, nda).

Tommy Massara :: Beh allora, non è ancora il momento dei bilanci. Nella mia filosofia di vita un bilancio si fa quando una cosa si chiude. Qua pensiamo di essere ancora in mezzo ad un oceano impegnati a raggiungere un nostro obiettivo. La cosa forse un po’ strana è che dopo vent’anni abbiamo ancora la voglia di suonare che avevamo quando abbiamo cominciato, anche se ci poniamo in una maniera diversa certamente, senza quell’incoscenza di fare un miliardo di cose per poi non ottenerne neanche una minima. Siamo un pochino più determinati e lucidi in quello che facciamo: abbiamo già la voglia di scrivere un album nuovo. Poi a Novembre usciranno le ristampe dei nostri primi quattro album su Scarlet Records e in ogni album poi saranno presenti dei pezzi aggiuntivi, tra cui uno registrato ex novo due settimane fa ed una versione acustica di “Another Nite”. Insomma, ce n’è ancora di strada da fare...

Gianluca Perotti :: Per tornare al discorso del “tirare le somme”, diciamo che, guardandoci intorno e vedendo che oggi la maggior parte dei gruppi che hanno cominciato a suonare in contemporanea con noi si sono sciolti (anche se ultimamente parecchi si stanno riformando e non mi riferisco solo alla scena italiana), siamo contenti di essere sempre rimasti in pista...e vogliamo rimanerci. Di momenti difficili ce ne sono stati un bel po’, ma l’importante è non aver mai ceduto.

C’è qualcosa che rimpiangete di non aver fatto oppure vivete senza rimorsi il presente?

Tommy Massara :: Sicuramente per essere ancora qua e per fare quello che stiamo facendo, stiamo vivendo il nostro presente tranquillamente e nella più assoluta serenità. Un unico reale rimpianto che abbiamo è stato e continua ad essere il non aver firmato un contratto con un’importante etichetta all’indomani dell’uscita di un nostro album, in un momento davvero assurdo della nostra carriera.

Gianluca Perotti :: Diciamo che rimpiangiamo un po’ alcune scelte fatte in un momento davvero oscuro della nostra attività. Ad esempio, ai tempi in cui la Century Media era una piccolissima etichetta, ci offrirono un contratto sul quale però tentennammo un attimino perché venivamo da brutte esperienze in materia. Probabilmente era scritto da qualche parte che dovevamo arrivare a questo punto e maturare di più, perché comunque noto che questa è una situazione che cambia da paese in paese. All’estero i gruppi crescono di più, perché hanno alle spalle gente che lavora da sempre in un’altra maniera. Perciò anche se un gruppo è giovane, viene subito messo a contatto con realtà dove fai un disco e vai subito in tour: devi farti immediatamente le ossa. Qui da noi i gruppi heavy-metal generalmente ci mettono un po’ di più a crescere e ad immedesimarsi in realtà del genere.

Volendone trovare uno su tutti, di questi vent’anni appena compiuti qual è il vostro ricordo più piacevole?

Tommy Massara :: Un ricordo piacevole è per me sempre quello del giorno prima. Fin da quando vivo e suono con gli Extrema mi sono sempre trovato bene: questo è il discorso. Certo, si parla sempre del momento clou di un gruppo e, per quel che riguarda gli Extrema, il momento clou lo abbiamo raggiunto quando abbiamo suonato insieme ai Metallica nel 1993 a Torino. Ma per me che sono il membro più anziano della band il momento davvero topico per noi è stato aprire per gli Slayer nel “Reign In Blood Tour” il 6 Maggio del 1987, quando ci siamo ritrovati catapultati da un giorno ad un altro da una situazione in cui suonavamo nei retrobottega dei bar o negli oratori a suonare di supporto ad un gruppo che ha fatto storia. Lì credo sia avvenuta la vera fortuna del gruppo, ma di momenti belli ce ne sono stati tantissimi e di solito è anche solo ricordare aneddoti e momenti di un anno che sei felice di aver vissuto a farti star bene.

Gianluca Perotti :: Sai, ci sono concerti come quello insieme ai Metallica che ti rimangono impressi proprio come un bel ricordo, ma anche quello con gli Slayer, io che all’epoca non ero ancora il cantante del gruppo ed ero fra il pubblico in mezzo al pogo (ero un pogatore di prima categoria!) me lo ricordo ancora perché era la prima volta che vedevo gli Extrema dal vivo e me ne innamorai subito. Dissi “Cazzo, finalmente un gruppo italiano che suona thrash metal da spaccare il culo!”. Và detto però che all’epoca il concerto era visto come un avvenimento eccezionale: oggi come oggi siamo troppo ben abituati e spesso succede che i ragazzi addirittura si annoino ad andare ai concerti. Una volta il vero e proprio “concerto” era visto in tutt’altro modo e ci si andava con tutt’altra mentalità rispetto a quella attuale. Perciò anche tu che suoni devi dare ancora di più di una volta per attirare le attenzioni del pubblico, nonostante conosca le tue canzoni...ok, sto divagando, chiusa parentesi (risate generali, nda).

Ok, ma volendo tornare a parlare di vicende non proprio felici, una cosa che vi avranno sicuramente chiesto in molti è stata il motivo del temporaneo abbandono di “Gielle” dalla band. Che cos’è successo di preciso?

Gianluca Perotti :: Non per piangermi addosso, ma è successo semplicemente che ho avuto un periodo difficile della mia vita. Sono stato vittima di uno dei momenti neri in cui cado spesso, in cui alzo un po’ troppo il gomito e per un motivo o per un altro alla fine sbotto. Di gocce dal vaso ne erano già uscite parecchie e non bastavano più le bacinelle per raccoglierle!

Tommy Massara :: Ancora oggi continuo a dire che fra di noi c’è stato uno split amichevole, che a dirti la verità molto amichevole non è stato (ride, nda). Ma la verità è che eravamo molto stanchi in quel periodo: eravamo reduci dall’abbandono di Cristiano (Dalla Pellegrina, ex batterista degli Extrema, nda) dalla band e già la ricerca di un suo sostituto è stata un’odissea, perché prima dell’arrivo di Paolo (Crimi, nda) di batteristi ne avevamo provati tanti e lì pensavamo davvero di essere arrivati al capolinea. Paolo è arrivato veramente per miracolo e da lì abbiamo cominciato la consueta procedura di una band. Abbiamo cominciato a scrivere un album, siamo entrati in studio, abbiamo fatto un disco, siamo partiti in tour, abbiamo fatto tantissime date, andando come sempre contro tutto e tutti, contro gente che diceva che eravamo un gruppo finito, contro addetti ai lavori che, siccome avevamo passato l’età della giovinezza ed eravamo diventate persone più mature, allora ti bollavano come “vecchio ed inutile”. Ma questo ad ogni modo non è mai stato il caso di questo gruppo. Quindi molto semplicemente alla fine di quel tour abbiamo avuto problemi proprio a livello personale...

Gianluca Perotti :: In quel periodo mia madre è venuta a mancare improvvisamente e per un po’ ci sono rimasto sotto, perché oltretutto della mia famiglia attualmente siamo rimasti soltanto io e mio fratello. Di conseguenza ho vissuto un periodo abbastanza nero, in cui non vedevo davvero più la luce: andare in giro a suonare poi diventava uno sfogo in cui alle volte esageravo un po’ troppo ed è quindi successo che ho sbottato definitivamente. Perciò, come accade in ogni famiglia, giustamente qualcuno si “rompe” e, a causa di tutta una serie di cose, fra cui soprattutto la stanchezza accumulata in quel periodo, ti manda a quel paese e non ti vuole più vedere. Poi è rientrato tutto, i ragazzi hanno capito che sono fondamentale e che senza di me il gruppo non poteva andare avanti...(risate generali, nda)

Tommy Massara :: A parte gli scherzi, la verità è che la nostra reale fortuna, nonostante tutte le stupidate e le cazzate di questi tempi, è proprio il sentimento di amicizia che ci lega da vent’anni a questa parte, anche se lui alle volte è davvero una testa di cazzo (ride, nda).

La storia poi s’è conclusa come tutti sappiamo con il rientro di Gianluca all’ovile, ma col senno di poi senza di lui sareste riusciti ad andare avanti?

Tommy Massara :: Una volta Mattia Bigi disse che gli Extrema sono uno di quei rarissimi esempi dove la somma delle singole parti è superiore alla bravura o al talento dei singoli elementi. Gianluca è un talento assoluto, ma in questa band ci sono anche tanti altri talenti. Come ti ho detto prima, trovare Paolo è stato un miracolo, perché comunque ci sono persone che possono essere dei mostri tecnicamente, ma a livello di talento sono miseri. In questo gruppo, che possa piacere o meno, non si sa come ma c’è un nucleo positivo di talento ed energia creativa veramente raro. Perciò penso che gli Extrema senza Gielle non sarebbero sicuramente più gli stessi, così come senza Tommy o senza Mattia. Il discorso con Cristiano (Dalla Pellegrina, nda) è stato diverso, perché abbiamo trovato una persona che ha portato all’interno del gruppo un’energia che forse in Cristiano s’era spenta ed una creatività che ha sopperito all’aridità della sua vena artistica. Credo che al nome Extrema sia legata una strana e magica alchimia, che fa in modo di non interrompere qualcosa che non deve finire. Magari quel che sto dicendo ti potrà apparire strano, ma sono pensieri che ogni tanto faccio sul fatto che comunque questo gruppo è come se dovesse ancora fare qualcosa o comunque dovesse ancora raggiungere un obiettivo...

Gianluca Perotti :: Obiettivo che speriamo di raggiungere presto, perché sono vent’anni che battiamo il chiodo! In effetti se ci pensi, ognuno avrebbe potuto prendere diverse strade, anche scoraggiato dal fatto che le cose in Italia stanno davvero peggiorando sotto certi punti di vista: una volta si suonava in molti più club ad esempio. Però la perseveranza pagherà prima o poi, non dico che voglio ottenere dei risultati dopodomani, ma già essere sotto un’etichetta che crede in noi e che ha una distribuzione all’estero si può dire un ottimo traguardo, perché era questo quello che volevo succedesse in Italia: avere delle etichette che lavorano con l’estero. Una volta erano solo chiacchiere e la dimostrazione sono quelle label che c’hanno lasciato a piedi e che non ti informavano minimamente di quel che facevano con il tuo prodotto. Adesso le cose sono cambiate ed è una sorta di legge di causa-effetto: per uno come me che ne ha prese tante nella vita è ora che qualcosa ritorni indietro.

Tornando a parlare di attualità, per festeggiare questo ventennale avete pubblicato “Murder Tunes & Broken Bones”, un dvd faraonico contenente ogni ben di Dio. Da dov’è venuta l’idea di un dvd celebrativo?

Tommy Massara :: In un certo senso sono sempre stato un po’ un feticista delle nostre cose. Ho veramente conservato tutto, fin dalle prime fotocopie in bianco e nero e ho sempre avuto quest’idea di far uscire un dvd. Addirittura ne parlavo già quando eravamo in studio ad incidere “Set The World On Fire”. Allora è successo che, mentre da una parte mi sentivo dire che fare un dvd fatto per bene poteva avere delle difficoltà, avendo io un'altra attività extra-Extrema come Rock TV, sono riuscito a prender contatti e conoscere persone (anche fan degli Extrema) che sono entrate nel progetto più per passione che per ragioni economiche. Una di queste è Mauro Tettamanzi, uno dei montatori che tra l’altro compare anche nel dvd. Con lui ci siamo messi a scartapellare tra tutta la roba che avevamo e ti dirò che il risultato finale, per il materiale che è stato conservato fino ad oggi, avrebbe potuto addirittura essere un quadruplo. Il dvd che oggi è in commercio è in realtà un sunto, perché se avessimo dovuto prendere tutto quello che è successo in questi vent’anni sarebbe veramente diventato un dvd mostruoso. Abbiamo lasciato via tanto di quel materiale che la gente non lo può nemmeno quantificare. Di base perciò abbiamo messo dentro “Murder Tunes...” il meglio del meglio, anche se purtroppo parecchia roba è rimasta fuori.

Gianluca Perotti :: Ieri sera a Novara sentivo i commenti di alcuni ragazzi che l’hanno comprato e c’hanno detto: “Cazzo, che figo il dvd! E’ meglio di quello di tanti altri!”. Io stesso poi mi sono divertito tantissimo a vedere per la prima volta il documentario contenuto su “Murder Tunes...”.

Tommy Massara :: Un’altra cosa che vorrei aggiungere è questa. Gli Extrema di base non hanno più una casa discografica, perché la Scarlet è alla fine dei conti un licenziatario. Chi gestisce e cura il prodotto Extrema praticamente siamo noi e lo facciamo in prima persona. Perciò siamo stati mossi da questa filosofia: anziché diffondere sul mercato un dvd fine a sé stesso, se abbiamo materiale in abbondanza, perché doverlo offrire a rate? Diamo tutto quello che possiamo al meglio, cercando di venire incontro anche alle tasche delle persone. Tant’è che vero che “Muder Tunes...” lo vendiamo a 15 euro alla fine e non vedo motivo di doverlo vendere a 40 per dirti, anche perché i costi di produzione poi non sono stati neanche eccessivi. Quello che ho imparato in questi anni è che, se ci si prefissa autonomamente un obiettivo, si riescono a fare molte più cose di quando ci si lega a delle situazioni, dove si conseguono obiettivi “di default”, cioè prescritti secondo una precisa regola. Perciò la realizzazione di “Murder Tunes...” ha permesso a noi della band di regalare ai nostri fan quanto più Extrema possibile.

A proposito del materiale contenuto in “Murder Tunes & Broken Bones”, come mai la scelta è ricaduta sul live al Flippaut Festival del 2004?

Tommy Massara :: Lì le cose sono andate diversamente. Era del materiale buono, registrato a livello video con un sistema multi-cam e con un livello audio decisamente ottimo, anche se ritengo di aver suonate veramente da cani quel giorno. Quindi essendo già “confezionato” lo abbiamo ritenuto buono per il dvd. Di base l’aspetto interessante degli Extrema è che di finto non c’è nulla: quello che hai è quello che vedi. E quelli contenuti nel dvd sono tutti live autentici, con la particolarità che illustrano la band in periodi diversi della sua carriera. Ti dirò addirittura che vedendo il live in Jugoslavia (Nova Gorica 1990, nda) penso che per certe cose suonavamo molto meglio agli inizi!

Parlando ancora di live, successivamente al dvd avete pubblicato il live album “Raisin' Hell With Friends”. Nell’ottica di chi ancora non vi ha mai potuto vedere dal vivo, può essere secondo voi uno specchio fedele delle vostre capacità in sede live?

Tommy Massara :: Assolutamente sì. Questo cd ci rappresenta proprio in pieno. Sai, è molto diversa la percezione di sentire qualcosa quando la suoni e quando la risenti dopo. In questo caso, riascoltando il live in un secondo momento mi sono accorto che eravamo molto intensi, non c’era mai un attimo di respiro, suonavamo sempre. Infatti non ci rendiamo mai conto della nostra intensità quando siamo sul palco e per questo quel live ci rispecchia esattamente e realmente per quello che siamo.

Gianluca Perotti :: Io potevo cantare un po’ meglio quella sera...e pensare che avevo cantato molto meglio in altre date! In quel caso eravamo arrivati al giorno in cui sapevamo di registrare. Eravamo in forma, preparati e tutto, ma il Rolling Stone, che è il posto in cui andavo da ragazzino a vedere i concerti di tutti i miei gruppi preferiti e dove abbiamo suonato un sacco di volte, è un posto in cui, salendo sul palco, non si sa per quale cazzo di motivo non riesco mai a dare il 100% di me stesso, nonostante ci fosse un monitoraggio ottimo. Paradossalmente abbiamo fatto tanti concerti in tanti altri posti meno rinomati e con un impianto audio inferiore a quello di quella sera e tanto sono riuscito a cantare meglio. Infatti, riascoltando il live e rivedendo anche il dvd, devo dire che quella sera la persona del gruppo che ha reso di meno sono stata io.

Beh, se allora quel cd vi rispecchia a peno, la domanda seguente è piuttosto ovvia: dove trovate ancora tutta questa energia per salire sul palco dopo vent’anni?

Tommy Massara :: Ma guarda, secondo me tutto sta racchiuso in ciò che ti ho detto prima. C’è ancora una sorta di punto che dobbiamo ancora raggiungere, che non abbiamo ancora raggiunto e che vuole essere raggiunto. Forse è questa la cosa che ci manda avanti, anche perché tutti eccetto Paolo abbiamo raggiunto una certa età: io e Mattia siamo ormai quarantenni, lui (Gianluca, nda) ne ha 39. Siamo fortunati da un punto di vista biologico, perché abbiamo ancora un’energia da ventenni ed in un certo senso credo che la nostra età biologica debba ancora raggiungere quella anagrafica.

In questi ultimi anni siete stati molto prolifici dal punto di vista della produzione discografica, eppure la vostra discografia comprende “solo” quattro album studio. Sentite di aver tralasciato qualcosa nel periodo a cavallo fra “The Positive Pressure” e “Better Mad Than Dead”?

Tommy Massara :: Sì decisamente. Secondo me su quella che dovrebbe essere l’annualità discografica siamo indietro di due dischi, però faccio anche un altro tipo di ragionamento. Se mai avessimo rilasciato quei due dischi, sarebbero stati prodotti non all’altezza. Quando facciamo uscire un album, lo facciamo perché abbiamo veramente qualcosa da offrire alla gente, non per farli uscire per forza. E’ vero che esistono band che escono quasi annualmente con nuovi prodotti, ma molto spesso vai a vedere che sono dischi che si ricalcano l’uno con l’altro. Credo ci manchi un album forse ancora prima di “Tension At The Seams”, nel nostro periodo più spiccatamente thrash metal, con dei brani che adesso faremo uscire in versione demo sulle ristampe Scarlet. Tutto sommato però l’opera omnia degli Extrema è abbastanza intensa e, nonostante le critiche che ci sono state mosse durante gli anni, abbiamo prodotto degli album in cui abbiamo mantenuto sempre la nostra identità.

Secondo te può aver inciso anche il fatto che dieci anni fa non esistevano tutte queste risorse per le band come i social network (My Space ad esempio), web-zines o altri enti di promozione che oggi sembrano sbucare a milioni come funghi?

Tommy Massara :: Guarda, noi veniamo da un periodo in cui fare un demo-tape e spedirlo spendendoci centinaia di migliaia di lire era all’ordine del giorno. C’era poi una certa difficoltà a reperire contatti con i giornali, etichette ecc. Quindi in un certo senso mi sento fortunato anche sotto questo punto di vista, cioè aver vissuto in un’epoca in cui le cose si facevano meno semplicemente rispetto ad oggi, perché in quegli anni ci volevano veramente le palle per andare a proporsi a qualcuno. Oggi c’è Myspace ed è una cosa secondo me fighissima, ma per certi aspetti è anche confusionaria: lì tutti siamo equiparati, non che sia una cosa brutta, anzi! Ma bisogna poi andare a vedere quello che è veramente autentico e quello che è assolutamente falso. Con le tecnologie odierne (vedi Pro Tools) tutti sono dei mostri a suonare. Quando noi abbiamo iniziato, c’era solo il “plug ‘n play e rec”, suonavi dall’inizio alla fine. Non prendevi una parte e poi te la copiavi, come si fa oggi. Poi però vai a vedere una di queste band dal vivo ed il più delle volte sono delle delusioni pazzesche! Quindi, per risponderti, My Space sarebbe stata una figata se di gruppi ce ne fossero stati di meno come una volta, perché a quel punto la gente si sarebbe davvero resa conto di chi poteva essere ritenuto valido e chi no. Certo, è un mezzo utile per far arrivare più velocemente il tuo imput, ma può rivelarsi anche una trappola, perché la realtà è che oggi come oggi ci sono troppi stimoli per quello che una persona può poi recepire.

Per dare un’idea a chi magari non ha proprio un quadro chiaro della situazione e non ha vissuto quel periodo, come faceva una band a promuoversi quindici/vent’anni fa?

Tommy Massara :: Si faceva un demo standard di quattro canzoni con copertina fotocopiata e lo si spediva a testa bassa dappertutto: a Metal Forces, a Metal Maniac in America, alle varie etichette ecc. In questo modo ad esempio noi siamo arrivati negli U.S.A. nel 1991: prima di “Tension...” tutte le più grosse case discografiche americane vennero apposta per vederci e per offrirci un contratto. Non entro poi nei meandri di quel che è successo dopo, però voglio dire che quella che facevamo noi era una gavetta vera. Oggi come oggi mi sembra di vedere gruppi da “camera da letto”, tutti bravi nella loro cameretta e poi troppo “pigri” per proporsi. Ai nostri tempi per farti conoscere non c’era My Space, dovevamo andare in giro a suonare. Quindi, totalmente squattrinati, caricavamo tutto sul furgone e facevamo le nostre date. Nel primo tour che facemmo in Italia nel 1989, dove avevamo veramente un po’ di date da fare dal Nord al Sud, comprese anche l’Austria e la Jugoslavia con i militari alla dogana che ti fregavano dischi e magliette prima di farti passare, affittammo un furgone a chilometraggio limitato (perché costava di meno) e quando ad esempio andavamo in Sicilia, sganciavamo il contachilometri. Succedeva infatti che ti chiamava il tipo del noleggio e ti chiedeva “Tutto bene lì a Cinisello Balsamo?”, mentre noi eravamo a Catania. Poi negli anni a cavallo tra gli ’80 e ’90 riuscire anche ad avere un articolo su un giornale “mainstream” era pressochè impossibile. Noi per riuscire ad ottenere anche solo dei semplici stralci di articoli non dico che ci siamo dovuti “prostituire” a fare delle cose che musicalmente i nostri fan hanno recepito in maniera del tutto opposta a quella che c’aspettavamo, vedi la collaborazione con gli Articolo 31, ma ad ogni modo questa vicenda ha fatto sì che facessimo breccia sull’attenzione della gente. Che poi, vedendoci oggi, ce ne fottiamo altamente di tutto quello che è “mainstream”, perchè per il “mainstream” il metal era brutto e cattivo anni fa e continua ad esserlo ancora oggi. Per il “mainstream” il metal fa scalpore quando le Bestie di Satana ammazzano qualcuno o quando Ozzy Osbourne và oltre ogni limite. Invece quando tu suoni del sano heavy-metal, divertendoti suonando musica al massimo del volume e per dare energia ad una serata, è una cosa troppo normale che non rientra nelle casistiche dei cosiddetti “scoop”.

Per concludere, quali saranno le vostre prossime mosse? Hai già detto che uscirete con le ristampe del catalogo Extrema...

Tommy Massara :: Sì. Riassumendo, tra Novembre e Dicembre usciremo con tutte versioni nuove dei nostri vecchi album (addirittura “Better Mad Than Dead” avrà finalmente una copertina degna di questo nome), condite con delle tracce aggiuntive tratte da demo, pezzi inediti ecc. Il tutto sarà per nostra scelta a mid-price, con un prezzo quindi molto abbordabile. In questo modo si potrà avere una panoramica al 100% di quello che sono stati gli Extrema da ieri a oggi. Continueremo a suonare molto dal vivo: abbiamo firmato con un’agenzia tedesca con la quale stiamo pianificando due tour promozionali in Europa da qui a quest’Estate. Quindi, diciamo che aver firmato per la Scarlet c’ha permesso di rientrare in un ambito europeo da dove per nostra colpa eravamo usciti. Per questo ci concentreremo con Scarlet sulla promozione di tutto quello che abbiamo fatto fin’adesso (ristampe, dvd e live-album). Poi nelle giornate “libere” ci dedicheremo alla scrittura del materiale per un ipotetico album nuovo che, per quelli che sono i miei personali progetti, dovrebbe venire alla luce per l’Ottobre del 2008. Vediamo come andrà...

Bene, siamo arrivati ai saluti. Purtroppo Gianluca non è qui presente al momento, perciò faccio lasciare a te un messaggio ai lettori di Metal Wave da parte degli Extrema.

Tommy Massara :: C’è un testo tratto dall’ultimo singolo dei Casino Royale che dice “chi bleffava, ha preferito mollare”. Noi siamo ancora qua dopo vent’anni di vita on-the-road, con quella voglia di divertirci e con quell’attitudine metallara che abbiamo conservato dai primi giorni di vita di questo gruppo. Supportateci fino a quando avrete energia!

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Intervista di Cynicalsphere Articolo letto 4368 volte.

 


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