Xeno «Sojourn» (2020)

Xeno «Sojourn» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
03.11.2020

 

Visualizzazioni:
961

 

Band:
Xeno
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Titolo:
Sojourn

 

Nazione:
Olanda

 

Formazione:
- Ruben Willemsen :: Vocals, Bass;
- Daniel de Coninck :: Guitars;
- Sean Lubbersen :: Keys;
- Jasper Bruggeman :: Guitars;
- Edwin Haan :: Guitars;

 

Genere:
Contemporary / Prog Metal

 

Durata:
1h 6' 7"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
30.10.2020

 

Etichetta:
Art Gates Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Molto diverso dall’ordinario questo disco degli Xeno, band nata dalle ceneri dei Semiazas ed intitolato “Sojourn” forte di un’ora abbondante di ascolto per un contesto progressive contemporaneo in cui si respira un clima potente ma non esasperato per quanto attiene la modalità sound. Ciò che caratterizza l’interno lavoro, al di là di ammalianti quanto ipnotiche soluzioni, è il clima quasi surreale reso dalle sonorità che in alcuni casi offrono un mondo quasi immaginario. In tutto ciò ovviamente non mancano brani di inaudita potenza che tendono a mettere in evidenza anche il lato più aggressivo della band. Ispirati per la maggiore da Opeth, Tesseract, Lamb Of God e in qualche soluzione, seppur rara, dai Meshuggah, la band riesce a generare un qualcosa in costante mutamento che non perde mai la propria compattezza né, tanto meno la forza che lo caratterizza. Indubbiamente punto forte del disco sono anche le melodie che tendono a sferzare i contesti più diretti dei potentissimi distorti in favore di un qualcosa di maggiormente appagante; immancabili anche i groove delle chitarre, vere maestre al pari del synth, nella realizzazione delle melodie e uniche per la compattezza ritmica. “Revery” è in sostanza l’intro che apre il disco che anticipa un brano dagli assetti iniziali quasi rock pop prog di “In Stasis” in cui la band offre un ottimo esempio delle proprie attitudini generando un successivo prog di livello; forte non poco la compattezza di “Dusk” mentre la successiva “ Epiphany” genera un inizio piuttosto oscuro in cui vengono proiettati con un mid tempo una buona dose di potenza tra distorti, piano, e clean vocale misto a growl; un brano che in qualche modo ricorda un po’ i Meshuggah ma indubbiamente con un effetto assai più piacevole dei mostri sacri citati. Piuttosto aggressiva invece “Epiphany” fregiata anche da virtuosi lead solo e da un’ottima andatura a sfondamento; scenario completamente diverso è “Exile” aperta da un soave effetto in synth poi potenziato da una muraglia sonora tra distorti e potenza dietro le pelli da brivido; surreale l’apertura di “Nomad” un brano che sembra derivare da un altro mondo e che anticipa le successive “Memories” e “Closure” brani che in sostanza mantengono sempre fede al credo e alla personalità della band tra moderazione ed eccesso; si prosegue con “Resurce” forte di un riff micidiale che scatena l’ennesima muraglia sonora sempre incredibilmente diversificata rispetto alle altra già ascoltate; conclude “Sojourn” altro jolly per la band in fatto di contemporaneità e del modo di concepire il prog. Undici tracce potenti ed uniche nel genere che fanno di questa band la vera punta di diamante per il genere.

Track by Track
  1. Revery S.V.
  2. In Stasis 85
  3. Dusk 80
  4. Epiphany 85
  5. Exile 85
  6. Nomad 85
  7. Memories 85
  8. Closure 80
  9. Resurge 85
  10. Uncaged 85
  11. Sojourn 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
85

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 03.11.2020. Articolo letto 961 volte.

 

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