Algol «Mindframes» (2016)

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
19.01.2017

 

Visualizzazioni:
1824

 

Band:
Algol
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Titolo:
Mindframes

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Matteo Ventura :: drums;
- Michele Donato :: guitars;
- Alessandro Mantelli :: bass and vocals;
- Giorgia Alfonsi :: keyboards;

 

Genere:
Death Metal

 

Durata:
43' 6"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
25.11.2016

 

Etichetta:
Punishment 18 Records
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Distribuzione:
Andromeda Distribuzioni Discografiche
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Code7 Distribution
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Plastic Head
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Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Algol, ci presentano questo terzo lavoro in modalità death metal intitolato “Mindframes” così proponendoci una tipologia di sound che, diversamente dai precedenti lavori, va ad includere, da un lato, maggiori apparati melodici realizzati con il synth introdotto con l’ingresso in line up di Giorgia Alfonsi e, dall’altro, generando una serie di andature che tendono ad includere anche correnti dal sapore più sperimentale. Elementi ordunque, che complessivamente fanno di questo lavoro una prova apprezzabile nei contenuti ma non certo innovativa; da evidenziare gli ottimi lead solo, mentre le ritmiche, in generale, risultano poco complesse e con un sound drumming particolarmente di base che in definitiva fanno presa sull’attenzione dell’ascoltatore sino ad un certo punto. “Fallin down”, brano d’apertura, si rileva sin da subito imponente nei contenuti sia per il corretto growl che ben si propone in tutto il platter, sia per il piacevole scambio ritmico tra chitarra e batteria che avviene nel corso dell’ascolto; si passa poi a “Imp of Perverse” e “Ego Shield” due brani che in definitiva vanno apprezzati solamente per la parte cantata mentre per il resto appaiono quasi privi di idee; “Togethers as divided” appare particolarmente più accattivante rispetto ai suoi predecessori soprattutto per le parti melodiche ben coordinate tra chitarra e synth; “Chaotic Muse”, “The Outsider” e il successivo “The Believer, The Agnostic and The Brutal Truth” si rilevano con qualche idea di fondo di matrice più moderna sia sotto il profilo ritmico che su quello dell’ arrangiamento ma in definitiva, sull’ascolto, il coinvolgimento risulta decisamente modesto; si prosegue con “Clawn of Fate”, un brano dall’apertura iniziale acustica e pacata di seguito un refrain si ripercuote per buona parte del brano generando una successiva cattiveria in chiave death metal che coinvolge nell’esecuzione; “Paranoia” un brano tirato e colmo di influenze moderne che conducono al conclusivo “Dazed by Pain”, che si rileva la traccia migliore del platter per la sua maggiore compattezza sonora e per il gusto di divertire l’ascoltatore con le sue altalenanti in alternanza tra synth e chitarra. Il disco si rileva in definitiva un lavoro che, seppur ben suonato, non coinvolge come dovrebbe soprattutto se comporlo è gente con almeno una ventina d’anni di esperienza nel settore.

Track by Track
  1. Fallin down 70
  2. Imp of Perverse 60
  3. Ego Shield 60
  4. Togethers as divided 65
  5. Chaotic Muse 60
  6. The Outsider 60
  7. The Believer, The Agnostic and The Brutal Truth 65
  8. Clawn of Fate 65
  9. Paranoia 70
  10. Dazed by Pain 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
65

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 19.01.2017. Articolo letto 1824 volte.

 

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