Enemy Rose «Promises We'll Never Keep» (2008)

Enemy Rose «Promises We'll Never Keep» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

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679

 

Band:
Enemy Rose
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Titolo:
Promises We'll Never Keep

 

Nazione:
Belgio

 

Formazione:
Tommy X :: vocals
Sammy Dimera :: guitars and vocals
Smooths Steve :: guitars
Ponzy :: bass
Sugar M. :: drums

 

Genere:

 

Durata:
39' 16"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il caro buon vecchio rock 'n' roll, quello che a varie fasi nel corso delle decadi è stata la colonna sonora della decadenza euforica, dell'esagerazione dei comportamenti eccentrici da rock star, fatto di performance elettriche e sudate al limite dell'infarto; Negli anni '70 i New York Dolls e gli Heartbreakers, negli '80 i Guns, nei '90 l'invasione Scan-Rock fino ad oggi con un rinnovato amore per tutte queste realtà, che bene o male non sono che una la versione aggiornata della precedenza. E ormai non è più periodo da rock star. Anche i più coriacei rockers sono più che altro un fatto da club e da ristretto pubblico di appassionati. Il rock non è più il rumore più forte, ne il comportamento più oltraggioso, ma la rinnovata nicchia su cui ora poggia magari sarà un fatto positivo in termini di sincerità, con composizioni più sanguigne.
Mi sono concesso questo preambolo per giustificare la presenza di questi Enemy Rose, che solo dal nome è evidente che si nutrono con forza di quel suono energico, fatto di punk e attitudine glam che fu. In particolare maniera si possono sentire i già Heartbreakers di L.A.M.F. e i Dead Boys, senza contare la classica spruzzata di melodia tipica delle famose pistole californiane. Una manciata di tracce brevi altamente elettrificate che strizzano l'occhio ad un appeal commerciale fatto di semplici accordi, vigorosi e ben prodotti, interpretati con furore e con la voce maliziosa e stonata di chi si è fatto troppi whisky. Un buon album complessivamente, che pecca in maggior parte di essere particolarmente riconoscibile nelle influenze dei riff e degli assoli e delle linee melodiche. Per quanti, come me, si scuotono ancora con pochi accordi bastardi, tracce come l'anfetaminica “Just My Luck”, che parla la stessa selvaggia lingua dei Guns di “Shotgun Blues”, oppure le sporche ballate “Buried Alive” e Tainted (with Regret) o ancora “Love&Hate”, dal sapore New York Dolls/Dead Boys sono tracce irrinunciabili, che hanno la forza di colpire dentro. Molto probabilmente non diverranno dei classici senza tempo come poteva accadere in passato, ma forse il rock non ha più bisogno di questo.

Track by Track
  1. Rattle The Cages 70
  2. Coming Down 70
  3. Buried Alive 75
  4. Rocket 75
  5. Bleed 70
  6. Just My Luck 70
  7. Tainted (With Regret) 75
  8. All Because Of You 70
  9. Love&Hate 70
  10. Trigger 75
  11. Lonley Town 75
  12. Tell Me 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
71

 

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