Nekomata «...And Then, The Abusement Park Left Town» (2022)

Nekomata «...and Then, The Abusement Park Left Town» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
03.02.2024

 

Visualizzazioni:
501

 

Band:
Nekomata
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Titolo:
...And Then, The Abusement Park Left Town

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrea Olivieri :: Vocals
Andrea K Cappellari :: Guitars, Programming
Filippo Zavattari :: Bass, Backing Vocals
Nicolo' Buganza :: Drums

 

Genere:
Modern Metal

 

Durata:
48' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
31.10.2022

 

Etichetta:
Revalve Records
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Distribuzione:
Believe Digital
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Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Nekomata si propongono, per questo primo loro album, una autodefinizione abbastanza altisonante, cioè “powercore”, ovvero una musica che flirta col metal moderno, e che fonde tali sonorità con il power, con il tutto graziato da belle capacità tecniche, aggiungete una produzione cristallina, e il risultato è non male, ma poteva dare molto di più, secondo me. Cosa c’è che non va nei Nekomata? Niente di grave, è più che altro solo che “And then the abusement…” semplicemente non mescola i due generi, lasciando che uno sia presente ridimensionando l’altro, per un risultato che potrei definire francamente “progressive metal”, tout court, e verso la fine si prende un po’ troppa confidenza con l’ascoltatore, finendo per suonare pretenzioso.
E questo è un peccato, perché i Nekomata in realtà non vanno per niente male nella prima “The spark”, un brano molto mutuato dal melodeath, djent e compagnia simile, ma che comunque si lascia ascoltare molto bene e curatissimo nei dettagli, così come la anche migliore “Call to arms”. E inoltre, i Nekomata giocano pure con le loro influenze, suonando più “core oriented” nei brani suddetti, ma con parti decisamente più power nei brani successivi,“Golden vow”, forse il più power di tutti e anche quello più veloce, mentre altrove le influenze sono presenti entrambe anche se mai fuse, come “Algorhythmically imperfect” o “Red queen’s portrait”. In altre parole, i momenti positivi ci sono eccome; dove secondo me sbagliano i Nekomata è nel fatto che ci provano fin troppo nel fare ciò che fanno, e finiscono per strafare, come il cantante che canta sempre bene, ma non riesce a mettermi un ritornello in testa e forse è un po’ troppo presente dovunque, mentre i musicisti a volte si prendono troppa confidenza e si lasciano andare a delle parti francamente tagliabili, il tutto con tutti i brani che puntano a suonare quasi sempre over the top, e per questo che arrivano a sfiancare un po’ troppo. Un esempio, è l’esperimento elettronico, come “Last days of summer”, dove si sente addirittura un beat trap (scandalo, ma vero) su brano comunque suonato e cantato. Interessante ma anche superfluo. Davvero meritava di essere sull’album?
Insomma, il primo album dei Nekomata secondo me è il frutto di una band che ha senz’altro potenziale, ma lo deve dosare un po’ di più e deve essere un po’ meno sciupona coi brani, perché così com’è suona un po’ troppo pretenziosa, asettica e oserei dire fin troppo perfettina. Disco consigliabile per gli amanti di certo progressive metal più melodico, tanto meglio se non disdegna il djent e soluzioni stilistiche simili. Se questo è il vostro genere e/o siete alla ricerca di un album formalmente ineccepibile, il primo dei Nekomata sarà per voi, ma secondo me stiamo parlando di un pubblico un bel po’ di nicchia. Ad ogni modo non male, anche se non molto digeribile.

Track by Track
  1. 5000 MegaPascal - Intro S.V.
  2. The spark 70
  3. Call to arms 75
  4. Sic semper tyrannis 70
  5. Algorhythmically imperfect 75
  6. Red queen's portrait 70
  7. Digital deicide 65
  8. Golden vow 75
  9. Last days of summer 60
  10. Abusement park 1 65
  11. Abusement Park 2 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 03.02.2024. Articolo letto 501 volte.

 

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