KELEVRA: nuovo singolo e videoclip
Con il singolo “Fino a qua tutto bene” da poche ore in tutti gli store digitali, tornano in scena i fiorentini Kelevra dando un seguito al disco d’esordio “Beati voi che non capite niente” (Vrec) del 2013.
E lo fanno alla loro maniera con un velato tributo alla new wave fiorentina corredata da sonorità moderne ed il cantato di Matteo Ravazzi tra David Bowie e Piero Pelù. “Fino a qua tutto bene” è un singolo immediato e spiazzante nella sua cinica visione della nuove generazione di ventenni, tra dubstep, indie e pop alla continua ricerca di risposte mai date.
«Fino a qua tutto bene” è una frase che raccoglie tutta la tensione di una generazione in bilico fra la spensieratezza dell'essere giovani e l'apprensione per una crisi che bussa violentemente alla porte e che potrebbe entrare da un momento all' altro » così afferma la band.
Prodotto da Leo Magnolfi negli studi di El-Sop Recording il singolo è corredato da uno spettacolare videoclip in slow motion girato alla Casa dello Studente di Firenze dai video designer Blanket dove la band ha coinvolto centinai di ragazzi nella realizzazione di un piccolo cortometraggio.
I Kelevra (ex Ritmo Randagio) vengono da Firenze e nascono nell’estate del 2010: la parola in ebraico significa “cane rabbioso” o “iena” come uno dei singoli inclusi nell’album d’esordio. La formazione è composta da Matteo Ravazzi (voce), Francesco Ravazzi (chitarra), Marco Emanuele (basso), Giacomo Rapisardi (Tastiera), Giovanni Sarti (batteria): 5 ragazzi che provengono da radici musicali totalmente differenti, particolarità che conferisce ai Kelevra un sound aggressivo e innovativo ma pop nell’intento. Nel 2011 pubblicano il loro primo EP “Icaro” e cominciano a farsi conoscere nell’ambiente fiorentino e dintorni. Nel 2013 esce il loro primo disco “Beati voi che non capite niente” da cui sono estratti i singoli “La Moda dei vent’anni” e “Iena” (presente online anche nella versione radio edit e remix). Dopo un lungo tour in tutta Italia durato oltre un anno la band si chiude in studio per realizzare i nuovi brani che faranno parte del secondo album in uscita dopo l’estate.
E lo fanno alla loro maniera con un velato tributo alla new wave fiorentina corredata da sonorità moderne ed il cantato di Matteo Ravazzi tra David Bowie e Piero Pelù. “Fino a qua tutto bene” è un singolo immediato e spiazzante nella sua cinica visione della nuove generazione di ventenni, tra dubstep, indie e pop alla continua ricerca di risposte mai date.
«Fino a qua tutto bene” è una frase che raccoglie tutta la tensione di una generazione in bilico fra la spensieratezza dell'essere giovani e l'apprensione per una crisi che bussa violentemente alla porte e che potrebbe entrare da un momento all' altro » così afferma la band.
Prodotto da Leo Magnolfi negli studi di El-Sop Recording il singolo è corredato da uno spettacolare videoclip in slow motion girato alla Casa dello Studente di Firenze dai video designer Blanket dove la band ha coinvolto centinai di ragazzi nella realizzazione di un piccolo cortometraggio.
I Kelevra (ex Ritmo Randagio) vengono da Firenze e nascono nell’estate del 2010: la parola in ebraico significa “cane rabbioso” o “iena” come uno dei singoli inclusi nell’album d’esordio. La formazione è composta da Matteo Ravazzi (voce), Francesco Ravazzi (chitarra), Marco Emanuele (basso), Giacomo Rapisardi (Tastiera), Giovanni Sarti (batteria): 5 ragazzi che provengono da radici musicali totalmente differenti, particolarità che conferisce ai Kelevra un sound aggressivo e innovativo ma pop nell’intento. Nel 2011 pubblicano il loro primo EP “Icaro” e cominciano a farsi conoscere nell’ambiente fiorentino e dintorni. Nel 2013 esce il loro primo disco “Beati voi che non capite niente” da cui sono estratti i singoli “La Moda dei vent’anni” e “Iena” (presente online anche nella versione radio edit e remix). Dopo un lungo tour in tutta Italia durato oltre un anno la band si chiude in studio per realizzare i nuovi brani che faranno parte del secondo album in uscita dopo l’estate.
Inserita da: Jerico il 27.04.2015 - Letture: 1199
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