Intervista: Feretri

1 Feretri è una band che, come si legge dall'intervista, non ha interesse a essere qualcuno nell'ambiente musicale, né a risalire chine o scene. Semplicemente, è lo sfogo viscerale di un ragazzo da sempre innamorato di questo genere musicale, il quale ci ha davvero convinto con il proprio "Smell of Tomb", un disco che purtroppo rimarrà ascoltato da pochi, proprio per il disinteresse a farsi notare. Noi di Metalwave diamo a Feretri lo spazio che merita, con questa intervista. Buona Lettura.

 

Ciao Snor, raccontaci un po' com'è cominciato il progetto Feretri e arriva a descriverci il nuovo album "Smell of tomb".

Ciao, il progetto Feretri nasce nel 2014 dopo un lunghissimo periodo di isolamento esistenziale, poiché dal 2001 al 2014 ho vissuto una fase di crescita personale tutt’altro che spensierata e luminosa. Dopo questa parte di percorso tortuoso decisi di riprendere in mano i miei vecchi strumenti impolverati e di scrivere, attraverso la mia musica e i miei testi, ciò che avevo vissuto e/o che stavo vivendo, quindi da questo presupposto nacque il progetto Feretri ovvero dalle ceneri di me stesso e dal richiamo della mia vera natura.
“Smell of Tomb”lo considero come un tributo al me del passato, quindi ci tenevo particolarmente ad avere per quest’ album un sound più professionale rispetto ai miei lavori precedenti, così per la prima volta ho deciso di rivolgermi ad un professionista sia per il mixaggio che per il mastering dell’album. SoT è un viaggio all’interno di me stesso dove la solitudine, la riflessione e la fame di spiritualità accompagnano l’ascoltatore durante i vari brani che lo compongono.
Infine vedo questo mio lavoro come un punto della situazione, una liberazione definitiva dal mio passato e una conferma di chi sono ora senza rinnegare nulla di ciò che ero prima.

Feretri viene da Palermo, eppure sembra un gruppo norvegese, precisamente che secondo me si rifà parecchio ai Carpathian Forest. Più i primi che quelli del cosiddetto "Nekro rock n roll". Vorrei chiederti se confermi questa mia opinione (in alternativa quali sono gli altri gruppi che senti nel tuo disco di debutto).

Feretri viene da Palermo ma ormai è da qualche anno che vivo in Lombardia.
Forse la scelta di suonare principalmente in stile “norvegese” risale al mio passato da ragazzo quando mi alimentavo perennemente di black metal scandinavo, ma nonostante ciò mi capita di spaziare con altri stili, tutto dipende dallo stato d’animo del momento e da come voglio esprimermi, musicalmente parlando. Riguardo i Carpathian Forest… Beh, ad essere sincero non saprei, ma forse su certe parti il sound Feretri potrebbe accostarsi al “nekro rock n roll” per poi sfociare in altro. (In realtà qui Snor fraintende la domanda e cita il nekro rock n roll, dimenticando che l'intervistatore paragona i Feretri alla fase Pre-rock n roll, NdMW)

Sembrerà un luogo comune, ma sembra strano che una band da Palermo riesca a suonare così gelida. come si spiega questo, secondo te? Cos'è che ti ispira a suonare in questo modo? E' una cosa che viene da te o dall'ambiente circostante?

In verità non mi sono mai sentito né parte della Sicilia né di nessun altro luogo per via della mia indole caota e per il forte disprezzo verso certe forme subumane, etichettabili in infinite idiozie legate all’aspetto più materiale e stolto che la società e civiltà impone ad uomini e donne, riducendoli a meri numeri e pedine sacrificabili all’interno di un sistema marcio e corrotto.
Detto ciò aggiungo che ho sempre attinto da me stesso, dal mio abisso interiore e dalle esperienze spirituali e/o introspettive che da sempre mi hanno accompagnato durante questo mio ciclo di vita.

Brani come "The hermit" o "In a sad mountain of solitude" sembrano far capire che i tuoi testi parlano di solitudine. Da cosa vuoi isolarti e perché?

La solitudine di cui parlo è quella dell’anima che mi affligge dal mio primo vagito su questo piano materiale, solitudine poi sfociata in depressione per l’infinito mal di vita generato dall’ambiente in cui vivevo, lontano anni luce dal mio modo di essere.
Anche oggi a volte, stando in compagnia di altri individui mi sento terribilmente solo, perché mi rendo conto di parlare un’altra lingua e di vedere le cose con altri occhi, quindi a tratti cerco un rifugio lontano dalla sterile finzione spacciata per verità ed unica realtà, un rifugio sublime che trovo durante le mie meditazioni e dialoghi introspettivi, dove la mia coscienza si espande e si nutre di sentimenti e sensazioni “alte” o “basse” che invadono, oltre che la mia anima, anche il mio corpo fisico.

Il mio brano preferito del disco è "Slaves of boredom". Chi o cosa è schiavo della noia e perché?

Questo brano è dedicato ad una persona speciale che, suo malgrado, ha ereditato un animo sensibile nonché nobile e superiore e che, nonostante la sua giovane età, si è resa subito conto di quanto infame e miserabile sia la vita nella società e perfino all’interno dei nuclei familiari destinati all’estinzione spirituale. Gente che imperterrita e in modo ostinato continua a vivere, giorno dopo giorno, sempre seguendo i soliti parametri dettati dai gusti imposti dalla società, da ciò che essa considera giusto e sbagliato, buono e cattivo, senza così avere sbocchi di evoluzione individuale poiché tale categoria di individui è stata tagliata fuori dal proprio contesto spirituale, così da vivere in un perenne stato di stasi e immobilità passiva per il resto dei loro giorni, cibandosi di spazzatura nonché di credi e usanze impiantate da un’educazione, o meglio da un addestramento psicologico che affonda le radici nel creare una mentalità da schiavo indotta attraverso la paura e poi la manipolazione. Quindi sono loro i veri schiavi della noia, i quali non contenti della loro miserabile esistenza cercano di fare scivolare altri nel loro baratro infelice, dove se non la pensi esattamente come tutti loro, vieni etichettato come un asociale e disagiato (secondo la loro miope visione). Così chi cede a tali pressioni psicologiche andando contro la propria natura,col tempo rischia di entrare in stati depressivi ricorrendo poi a quelli che io chiamo “macellai della mente”con le loro droghe legali.

Hai mai pensato di fare concerti dal vivo?

Forse quando ero un ragazzo, ma adesso non rientra più nelle mie priorità e preferisco dedicare il mio tempo ad altro.

Dicci 3 cose che una band Black Metal fatta da ragazzini dovrebbe assolutamente avere, e 3 cose che invece non dovrebbe assolutamente avere.

Penso che tutto debba avvenire in modo naturale, cioè se dei ragazzi, uniti dalla stessa passione e indole si ritrovano a suonare un qualunque tipo di musica, costoro hanno già i presupposti per creare qualcosa di genuino, ma tenendo bene in mente di non commettere il classico errore di attingere solo e sempre dagli altri ma bensì da loro stessi, creando così qualcosa di più personale possibile per dare voce e aspetto al loro mondo inferico anziché emulare, o peggio ancora ripetere all’infinito ciò che è già stato fatto senza cambiarlo di una virgola.
La personalità e il proprio mondo interiore deve avere precedenza sullo scontato e superfluo che generano sterilità creativa e non magia e trasmissione emozionale durante l’ascolto.

Hai altri progetti o attività relative al metal underground di cui vorresti parlarci?

Ho pronto un album dungeon synth/dark ambient contenente invocazioni rivolte ad Angra Mainyu e ai daevas persiani, tratto appunto dagli incontri avvenuti con loro nel mio mondo onirico e che credo uscirà per Qliphothic Realm, altro mio progetto che nasce come una sorte di grimorio dove riporto le mie esperienze spirituali legate a ciò che viene definito demoniaco e inferico.
Poi ho scritto e composto altri brani sia per Feretri che per un altro mio vecchio progetto, quindi magari più avanti farò uscire uno split, ma domani potrei pensarla in modo diverso mettendo in standby tutto per dedicarmi a musica sperimentale attraverso l’utilizzo di certe frequenze…

Progetti futuri e ultime parole famose...

Vista la realtà e le esperienze non proprio soddisfacenti con le etichette discografiche underground, credo che i miei prossimi lavori usciranno tramite un marchio da me creato ovvero “Catacomba Demos”, dove mi occuperò personalmente di tutto, dalla creazione della musica alla stampa del prodotto finale, tutto in copie ultra limitate.
<<Non ti sottometterai ad alcun uomo, entità, energia o altro dio all’infuori di te>>
Snor Flade

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Intervista di Snarl Articolo letto 319 volte.

 


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