Intervista: Afraid of Destiny

Nessuna Descrizione I nuovi Forgotten Tomb? Per ora ancora no, secondo me. Ma ciò non toglie che comunque "S.I.G.H.S." degli Afraid of Destiny è un bel disco e che in giro piace anche di più di quanto piaccia a me. Questo, unito al tour fatto a Marzo 2019 con nomi molto importanti del Depressive Black Metal, rappresenta un’occasione importante per tastare il polso sia di questa band Veneta, sia per cercare di approfondire la mentalità di chi suona Depressive, un genere che si può odiare senza pietà o amare come se non esista altro, ma che di certo è una realtà consolidata. Per questo motivo abbiamo messo un po’ alla frusta gli Afraid of Destiny, i quali hanno risposto in modo abbastanza laconico ma preciso e anche abbastanza sprezzante, manifestando trasparenza, determinazione e una forte voglia di farcisi sentire, stando curiosamente ben lontani dallo stereotipo un po’ pretenzioso e (a volte troppo) intimista di chi fa questo genere. Gli Afraid of Destiny suoneranno Depressive, ma la loro attitudine è parecchio “in your face” e sanno cosa vogliono fare, trasmettere e cosa vogliono da te che li ascolti. Una forma mentis decisamente che cozza con lo stereotipo del depressive, e che rende questa intervista qualcosa di molto interessante. Pensatela come volete, ma loro stanno dove stanno, e da lì sembra proprio che non si vogliano muovere. Buona lettura.

 

Allora ragazzi, siete appena ritornati da un tour di 10 date per tutta Europa. Raccontateci la vostra avventura, dall'inizio fino alla fine. Avete carta bianca.

R.F. Sinister - Non voglio annoiare nessuno con inutili sproloqui. Gli show meglio riusciti sono stati in Germania, Francia, Polonia e Austria. Le band con cui abbiamo suonato sono tutte fantastiche, dalla prima all’ultima, composte da grandi persone. Il riscontro con il pubblico è stato più che positivo. Per l’occasione il basso è stato suonato in tutte le date da D.J. (Dan Jackson, Deadspace - Australia) e l’assolo di ‘Shells’, come nell’album, è stato suonato da Thomas Major, sempre dei Deadspace. Sia io che Adimere abbiamo partecipato come ospiti allo show di Vienna degli Psychonaut 4, io come ospite alla voce in ‘Antihuman’ e Adimere come showman in ‘Sweet Decadance’.
Adimere - Sono state dieci date d’inferno, positivamente parlando. Il concerto in Polonia è stata la mia preferita in assoluto. C’è stato qualcosa che è scattato quella sera in noi, e mi sono reso conto da subito che in quei 40 minuti siamo riusciti a dare il 1000%. Difatti abbiamo deciso di utilizzare quella data come punto di riferimento per il resto del tour e per le date a venire. Durante la mia comparsata durante il set degli Psychonaut 4 a Vienna mi sono messo a ballare sul palco assieme a Dan. Lo rifarei altre mille volte, se mi fosse possibile. Bisognava pur chiudere in bellezza, no?

"S.I.G.H.S." è il vostro terzo album, e con esso pare che abbiate fatto il boom, migliorando i responsi del pur buono "Agony". Qual è stato il vostro segreto? Era una questione di promozione, o c'è qualcosa che ora piace di più?

R.F. Sinister - Nessun segreto e nessun boom. Anche se è vero che questa volta ho seguito la promozione dell’album dall’inizio alla fine, tralasciando qualche intoppo.
Adimere - Credo sia una combinazione di entrambe le cose. R.F. è quello un po’ più spiccato sull’aspetto promozionale nei social, e nonostante siamo entrambi a gestire tutti i vari profili, lui decide principalmente che movimenti fare per promuovere al meglio il tutto. Sotto l’aspetto musicale, personalmente, mi sto muovendo più su un sound vicino al Post-Black Metal ed all’Atmospheric Black Metal piuttosto che rimanere sound tipico del Depressive Black Metal che abbiamo avuto dall’inizio fino all’EP ‘Hatred Towards Myself’.

In fase di recensione ho scritto che "S.I.G.H.S." è buono, ma doveva durare una o due canzoni in più per via dei tanti intermezzi. Vorrei sapere come mai la scelta di aggiungere così tanti intermezzi e qual è il loro scopo.

R.F. Sinister - ‘S.I.G.H.S.’ è strutturato esattamente come volevamo. Gli intermezzi non sono riempitivi, sono dei veri e propri pezzi. ‘Tutto ciò che Sento’ e ‘Malinconica Venezia’ sono entrambe suonate da B.M. di Skyforest e ‘Cursed and Alone’ contiene un testo scritto da un’amica. In ‘Tutto ciò che Sento’ si può trovare il sample di uno dei miei film preferiti, ‘Lei’ (‘Her’ in lingua originale) e descrive perfettamente i pensieri che ho camminando per la laguna, i cui suoni sono inoltre stati registrati per essere messi in sottofondo a ‘Malinconica Venezia’. Tutto l’album è dedicato a questa nostra vicina città, dall’artwork ai testi, dalla musica al concept generale.
Adimere - L’album in sé è formato da tutti i brani che sono stati composti e registrati per il primissimo album ‘Tears of Solitude’, e questo ha influito parecchio anche con il risultato finale. Le uniche canzoni “esterne” a quell’album sono ‘Timor Mortis’ e ‘Tutto ciò che Sento’ che rispettivamente sono l’intro che avevo composto per i primissimi concerti, e la ri-registrazione di ‘Melancholia’ presente solamente nello split ‘Life: No More’ (e ricordiamo nuovamente che non lo consideriamo in alcuna maniera come una release ufficiale). Le canzoni sono state ri-arrangiate da cima a fondo, e quindi gli intermezzi sono stati utilizzati praticamente per spezzare i vari pseudo-capitoli dell’album. Il primo, quello più umano, fisico e carnale, il secondo più romantico ed emotivo, ed il terzo ed ultimo più malinconico ed introverso.

Descriveteci i vostri testi. Come si può essere "uccisi dalla vita"? e soprattutto come si può avere "Timore della morte" se poi si chiede direttamente dopo che "ti porti a casa"?

Adimere - Il timore della morte gira attorno ad una questione temporale ed al fatto che la vera paura della morte si rivolge a quello che succede dopo la morte ed alla paura dell’infinità del “post mortem”. Nel sample (preso dal canale YouTube di Benjamin Stuart Steele conosciuto come “Rusty Cage”) si fa riferimento ad Epicuro che dice che in soldoni dobbiamo preoccuparci solo di vivere, e che solo con la morte noi smettiamo di esistere e basta. Insomma, una sorta di discorso secondo cui non si deve aver paura di morire anche da un momento all’altro. Per essere uccisi dalla vita, invece, il discorso è un pelo più ampio: la vita un po’ alla volta ci riempie di delusioni, malesseri, o più in generale ti riempie di ferite non per forza visibili all’occhio umano, e che ti fanno chiedere “Ma che cazzo vivo ancora a fare?”.
R.F. Sinister - Tutti hanno paura di ciò che non si conosce. Ma allo stesso tempo si vuole uscire da determinate situazioni che possono diventare insostenibili, in questo caso la vita. E allora una persona prende il coraggio di avventurarsi in qualcosa che potrà sperimentare solo una volta, avendo la sicurezza che i dolori finiranno. Casa è dove ti senti protetto, dove stai bene. E se la vita ti aggredisce e finisce per ucciderti dentro invochi la morte per portarti in un posto sicuro, la non esistenza.

Nel 2017 avete fatto uno split con gli Eyelids chiamato in maniera un po' strana: "An answer to the fake underground". Chi o cosa è falso underground, e perché ne parlate? E a questo punto vi devo chiedere cos'è il vero underground.

R.F. Sinister - Non è una maniera strana di chiamare una release, basti vedere per esempio ‘Fuck Off Parisian Black Metal Scene’ dei Nocturnal Depression. Noi abbiamo solo detto ciò che era palese ma che nessuno aveva ancora detto al di fuori dai social network, ovvero che determinate persone hanno rovinato e stanno rovinando la cosiddetta scena. Nell’artwork c’è inoltre scritto che quella era l’ultima volta che ne parlavamo per cui la chiudo qui dicendo che il vero Underground non è di certo costituito da due disperati che si autoproclamano culto su internet screditando qualsiasi cosa non sia della loro cerchia.
Adimere - Cerchiamo solo di fare i fatti. Senza troppe chiacchiere.

Il depressive secondo qualcuno, sia dentro che fuori il vostro genere musicale, non dovrebbe fare concerti. Voi non solo li fate, ma fate anche tours. Commentate questa vostra scelta.

R.F. Sinister - A volte il messaggio che vuoi mandare è più importante dei luoghi comuni che riguardano un determinato genere musicale. E siccome a quanto pare in sede live a qualcuno è arrivato questo messaggio direi che continueremo a suonare dal vivo.
Adimere - Non vorrei suonare troppo sfacciato dicendo questa cosa, ma fino a che alla gente continuerà ad arrivare il nostro messaggio, non smetteremo minimamente di diffonderlo.

Rimanendo su questo tema, una delle critiche che più spesso si rivolge a questo genere è che spesso si parla di morte, suicidio, depressione etc, ma di fatto chi lo suona non lo fa. Rispondete a questa accusa.

Adimere - Afraid of Destiny è nato come progetto per sviare la mia mente da tutti quei pensieri. Si, ho commesso atti di autolesionismo. Si, ho pensato numerosissime volte al suicidio (non entro nei dettagli riguardo questa cosa). Quindi il fatto che non mi sia ancora fatto fuori non vuol dire che le tematiche di cui parliamo non siano cose che abbia vissuto io per primo sulla mia pelle. Sarebbe alquanto stupido fare il contrario, a mio parere. Si tratta principalmente di far anche capire cosa si prova ad avere determinate esperienze nella propria vita e pensare determinate cose.
R.F. Sinister - Potrei rispondere con un semplice ‘vaffanculo’ per evitare di sprecare parole per questa sottospecie di gente, ma rispondo tranquillamente dicendo che io personalmente voglio solo dare un motivo a coloro che non capiscono questo determinato genere di cose per farsi un bell’esame di coscienza, e magari colpirli nell’animo e farli stare male.

Tristezze, angosce e depressioni varie o presunte sono, come si sa, sentimenti andati di moda in vari generi in passato, come nu metal e l'emo. Non temete che queste tematiche vadano di moda, o siano le più facili da scrivere e/o inventarsi qualcosa?

Adimere - Parlare di emozioni non è mai facile, e non credo diventerà una moda finché quello di cui parli è sincero ed onesto. Non facciamo canzoncine à-la Taylor Swift, quindi come dicevo prima, e non vorrei suonare ridondante, sarebbe controproducente per noi fingere di provare qualcosa di così tanto intricato come la depressione.
R.F. Sinister - Il Satanismo va di moda da più tempo.

Il Depressive Black Metal è un genere musicale molto disperso, nel senso che molti lo fanno, ma ben pochi arrivano davvero a fare qualcosa oltre che un po' di discografia e basta. Diteci com'è la situazione nel DSBM Italiano, e paragonatelo a quello europeo.

Adimere - È abbastanza carente in progetti al momento, ma comunque valida. Quei pochi progetti che girano sono tutti musicalmente validi e sanno bene cosa vogliono. Solo mi dispiace che non siano più conosciuti di quanto meriterebbero.
R.F. Sinister - Il DSBM è un genere troppo di nicchia per rispondere a questa domanda, ma il periodo tra il 2005 e il 2012 è finito da un po’ e la moda per questo genere è finita con esso. In Italia ci sono pochissime band di genere, e ancor meno che fanno concerti, ed è meglio così. Nel periodo citato prima uscivano più progetti scadenti Post Black e Depressive Black che altro. Direi che Eyelessight, Eyelids, Common Grave, Dispnea e pochi altri tengono alto il nome del genere in Italia, tenendo comunque conto che le band e i progetti validi esteri sono altrettanto pochi.

Ultime parole famose...

Adimere - Diffida dalle persone a cui tieni. Quasi sicuramente ti fregheranno.
R.F. Sinister - Grazie per lo spazio concesso.

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Intervista di Snarl Articolo letto 2369 volte.

 


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