Intervista: Canticum Diaboli

Nessuna Descrizione Giovanissimi ma molto promettenti, dopo un disco molto bello come il primo (e finora unico) full length, i Canticum Diaboli dovevano essere intervistati. Ne è uscita fuori un'intervista molto sobria, dove i nostri ragazzi si sono rivelati molto socievoli e loquaci. Riusciranno questi ragazzi a farsi notare a livello nazionale? Lo speriamo. Nel frattempo, noi di Metalwave spingiamo come possiamo.

 

Allora Canticum Diaboli, è da qualche anno che esistete, ma devo essere sincero: di voi non avevo mai sentito parlare, anche se avete già pubblicato qualcosa prima del full. Vi va di raccontarci come è nata questa band e quali sono gli episodi salienti prima del vostro full length?

La nostra band nasce ufficialmente nel 2014 come progetto personale di Apostata. Insieme allo stesso fondatore, si aggiungono presto anche l'attuale chitarrista solista, Laevus, e gli ex membri Eleonora e Pier Francesco, i quali hanno dato un importante contributo nella fase iniziale della nostra attività. Tale è la formazione che partecipa alla realizzazione della prima demo, “Tenebrae Nos Expectant”, uscita in formato digitale nello stesso anno di nascita del gruppo e da considerare come il primo passo verso la definizione di un nostro stile personale.
In seguito alla pubblicazione della demo si apre un lungo periodo di stallo che una parte una parte ha limitato fortemente la nostra attività per i frequenti aggiornamenti della line up, ma che dall'altra ci ha permesso di riorganizzare al meglio le idee che prima avevamo sviluppato. È in questo momento, infatti, che abbiamo iniziato a considerare la possibilità di apportare al nostro stile originario determinate influenze da altri sottogeneri della musica Metal e a lavorare su quella che sarebbe stata la nostra immagine.
La situazione appena descritta prende una svolta nel 2016 quando Cernunnos, attuale cantante e bassista, decide di aderire al progetto. Importante è anche l'anno successivo, il quale si rivela essere decisivo per le sorti del gruppo. In primo luogo abbiamo reso noto il nostro primo singolo, “Nox Profana”, che consisteva in un riarrangiamento di uno dei pezzi della demo e che ha rappresentato una svolta sia dal punto di vista compositivo che lirico. Successivamente, la nostra formazione ha trovato il tanto agognato equilibrio con l'entrata dell'attuale batterista, Impudicus. La sua presenza ci ha finalmente permesso di testare in sala prove i pezzi da noi preparati prima in studio e di prepararli per una eventuale esibizione dal vivo.
L'occasione di esporre il nostro materiale al pubblico si presenta nell'aprile del 2018 con la partecipazione alla quarta edizione de La Loggia Nera, festival in cui abbiamo avuto la possibilità di suonare insieme ad autentici pezzi grossi della scena Black Metal italiana, quali Infernal Angels e Ad Noctem Funeriis per citarne alcuni (Ero presente anch’io quella sera, ndSnarl). Tale esperienza si è rilevata di fondamentale importanza in quanto l'apprezzamento ricevuto sia dal pubblico lì presente, che da dalle valide band che hanno condiviso con noi il palco ci ha spronato non poco a incidere il nostro primo album.

Veniamo a "De Flammis et dei ruina", il vostro album di debutto. Parlateci del vostro full a livello lirico e musicale. Avete carta bianca.

Il concept da noi elaborato per la full lenght “De Flammis et Dei Ruina” consiste in una visione distopica della società medievale. Il mondo, prossimo all'Apocalisse, è ormai ridotto al collasso. Sotto i riff di “Dies Irae”, le fiamme della vendetta divina divorano ogni umana opera e i morti resuscitano in attesa di essere giudicati insieme ai viventi. Nello sbando totale, nessuna entità celeste pare correre in aiuto di un'umanità già travagliata al suo interno. “Canticum Diaboli” e “Vae Victis” permettono di esaminare con precisione il desolato scenario: c'è chi, roso dal dubbio, rinnega all'ultimo la fede in Cristo; altri invece decidono di combattere contro i propri fratelli nell'illusione che soltanto gli uomini più forti si possano salvare. A trarre profitto dalla situazione sono Satana e le forze infernali al suo seguito. Costui fa strage di tutti coloro che lo hanno rinnegato come unico vero signore di tutto il creato, dichiarandosi cristiani a prescindere dalle loro azioni. Vero e proprio tema di “De Flammis et Dei Ruina” diventa in tal modo la misantropia (non a caso anche il titolo di una delle tracce dell'album), intesa come disprezzo verso l'incoerenza e la viltà che sono tipiche della natura umana. Sbaragliata ogni forma d'ipocrisia, con “Nox Profana” e “Alba Nera” si celebra allo stesso tempo la vittoria della parte più istintiva dell'uomo, che pare aver preso il sopravvento sui pii principi. Tali forze selvagge vengono rappresentate dall'immagine del capro e dai notturni riti orgiastici compiuti da streghe e seguaci del Demonio. Infine, con “Tempesta” e “Laus Ultima” si celebra la disfatta della cristianità. Questa non cade tanto per l'azione del Male, piuttosto per il disinteresse dell'uomo verso idoli che, per la sua stessa indole di peccatore, non riesce più a sentire come propri.
Per quanto riguarda l'aspetto musicale, la setlist dell’album è stata decisa con particolare cura dalla prima all’ultima canzone. “Dies Irae” è secondo noi il pezzo migliore per iniziare l’album con il botto, mentre “Misantropia” è ottima per lasciar respirare l’ascoltatore in mezzo a tutti i pezzi veloci che abbiamo scritto. Infine “Laus Ultima” è stata scritta con lo scopo di essere l’ultimo pezzo dell’album decidendo quindi di concludere con un pezzo lento, solenne e pesante.

Possiamo chiaramente sentire nel vostro sound spiccate influenze Old School Thrash e una predilezione per l'aggressività. Siete influenzati da questo genere musicale?

L’Old School Thrash è stato decisamente una delle principali influenze nella maggior parte dei brani del nostro album e infatti l’aggressività che caratterizza questo genere ci ha aiutato a creare pezzi più dinamici rispetto ad un Black Metal puro e tradizionalista. In fin dei conti a noi piace la musica veloce, potente ed aggressiva e abbiamo scritto i pezzi secondo i nostri gusti.

Nonostante il vostro approccio musicale aggressivo, dal punto di vista dell'abbigliamento e da quello lirico prediligete un aspetto molto medievale anche sul palco. Commentate questa scelta.

La scelta di conferire ai nostri membri un aspetto medievale in occasione sia degli shooting che delle esibizioni dal vivo si spiega con una volontà ben precisa. Pensiamo che la musica in generale necessiti della collaborazione di altre discipline artistiche per meglio essere assimilata dal pubblico. È lo stesso principio per cui a un album viene associata una determinata immagine di copertina: le arti visive si fondono con la musica del disco fino a creare un tutt'uno, impedendo all'insieme dei suoni di limitarsi alla sola astrazione. In particolare, nel nostro progetto riteniamo necessario l'uso del saio e di altri attributi monastici per evocare in tutto e per tutto il contenuto delle nostre liriche blasfeme. Inoltre, non è neanche un caso che spesso al genere che suoniamo venga associato un ricco immaginario che rimanda all'Età di Mezzo: ogni nostro intervento, mescolandosi a questa sorta di background, non fa che contribuire alla creazione di un'atmosfera.

Il vostro disco esce autoprodotto. Avete intenzione di ristamparlo per qualche label o siete già al lavoro con delle nuove composizioni?

Per il momento ancora non abbiamo preso in considerazione l'idea di ristamparlo sotto un'altra etichetta. Valuteremo a chi proporci con il materiale nuovo che stiamo pazientemente preparando.

Voi siete in parte di Padova e in parte di Treviso. Com'è la situazione musicale dalle vostre parti?

Diciamo che la situazione è abbastanza demotivante per le band: gli spazi in cui proporre musica dal vivo sono diventati pochi e spesso inadatti a realizzare un vero show. Restano comunque diverse iniziative interessanti e ben organizzate che riescono ad avere successo, ma sono poche rispetto al numero di gruppi e di conseguenza non si riesce a suonare come e quanto si vorrebbe. Tale situazione non gioca sicuramente a favore di scene più underground, quale appunto quella Black Metal che, almeno dalle nostre parti, è composta anche da gruppi molto validi.

Elencate 3 cose che secondo voi una band black metal di ragazzi inesperti e novellini dovrebbe avere obbligatoriamente, ed elencatene 3 che invece dovrebbe assolutamente non avere.

Da avere:
• pretendere il massimo possibile sia per la propria immagine che per la propria musica;
• riconoscere che si può sempre imparare qualcosa dal lavoro altrui;
• dedicare “anima e corpo” al proprio progetto.

Da non avere:
• assenza di obiettivi precisi;
• nessun rispetto per le altre band e il loro lavoro;
• lavorare e atteggiarsi secondo pregiudizi e luoghi comuni.

Prossimi concerti o progetti futuri?

Al momento ci siamo occupati nei preparativi per le prossime esibizioni dal vivo; in particolare ci stiamo dando da fare per un concerto che si terrà a Giugno e di cui vi terremo aggiornati nella nostra pagina Facebook. Inoltre, come precedentemente accennato, stiamo lavorando a nuovo materiale da sviluppare in studio. Nostra intenzione è quella di apportare delle novità allo stile di “De flammis et Dei ruina”. Una di queste, che è l'unica che ci sentiamo adesso di rendere nota, riguarderà le liriche e il concept, che nello specifico riguarderanno nefasti eventi che hanno coinvolto la Chiesa nella storia dell'Italia medievale.

Ultime parole famose...

Dove Dio ha costruito una Chiesa, il Diavolo costruisce anche lui una sua cappella...

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Intervista di Snarl Articolo letto 1469 volte.

 


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