Bleeding Utopia «Demons To Some Gods To Others» [2012]
Bleeding Utopia
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Titolo:
Demons To Some Gods To Others
Nazione:
Svezia
Formazione:
David Ahlen :: Bass
Lawrence Dinamarca :: Drums
Joakim Bergros :: Guitars
Andreas Moren :: Guitars
Henrik Wenngren :: Vocals
Genere:
Durata:
47' 59"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
I Bleeding Utopia sono svedesi da Stoccolma. E in questo album di debutto (senza discografia precedente) fanno death/thrash svedese. In poche parole abbiamo riassunto di già il loro sound. Vi sembro troppo sbrigativo e lapidario? Allora vi consiglio di dare un ascolto a questo “Demons to some, gods to others”: né più né meno che quasi 48 minuti di death/thrash metal ben fatto, ben prodotto e ben arrangiato, ma scontato e del tutto simile a come l’hanno già suonato altre migliaia di bands prima di loro, oltre che sprovvisto della più timida forma di originalità.
Almeno le prime 5 canzoni sono intrappolate in questa morsa ineluttabile: tempi “tu pa tu pa”, voce alla Bjorn dei Soilwork, chitarre che propongono riffs tutti sullo stesso stile (e con un riff somigliante a “Electric eye” prima del break finale di “A life’s decay”), blast sporadici e brevi, e riffs tutti melodici. Certo, mancano i ritornelli puliti con cui gli In Flames hanno addolcito la loro musica, ma ciò non toglie che la proposta musicale dei BU è derivativissima. Prima di sentire qualcosa di nuovo occorre ascoltare “insipid mind”, dove uno stile un po’ più alla Dark Tranquillity e dei riffs meno melodici sembrano farla da padrone, ma è per poco: tutto finisce nel ritornello che ripiomba sul melodico.
Insomma: tutto è come dovrebbe essere, senza un tocco di originalità della più innocente, senza un’intuizione che si possa definire personale e senza un lampo di genio che sia uno. Tutto è come dovrebbe essere, addirittura a “It all ends here” c’è un ritornello apposta studiato per farlo funzionare da live, con un botta e risposta del cantante nel ritornello prolungato, che da live sarà sicuramente fatto a botta e risposta col pubblico. È chiaro che un disco così è ben fatto, ma è altrettanto chiaro che dischi come questo di originale non hanno niente. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria clone band che non fa né più né meno che il compito già svolto da qualcun altro.
Il death/thrash non va più di moda come un tempo e questo disco non cede a ritornelli stupidi con voce pulita, quindi forse a qualche amante del deathcore e generi affini questo disco potrebbe anche piacere, ma è tutto qui, e statene alla larga se cercate un disco originale. Per me una sufficienza come questa è al limite del politico, fatta più che altro per giudicare oggettivamente il disco.
Track by Track
- Bind torture kill 60
- A life's decay 60
- Into pieces 60
- You´re mine 60
- It all ends here 60
- Insipid mind 60
- Ironcrosses to the brave 60
- Chaos confirmed 60
- Blistering act of vengeance 60
- Faith denied 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 30
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
61Recensione di Snarl pubblicata il --. Articolo letto 936 volte.
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