GodHateCode «Weltenschmerz» [2012]
GodHateCode
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Titolo:
Weltenschmerz
Nazione:
Austria
Formazione:
Per Ekegren :: Drum
Wolfgang Rothbauer ::guitar
Lukas Haidinger :: Guitar
Armin Schweiger :: Vocal
Philippe Sail :: Bass
Genere:
Durata:
38' 5"
Formato:
CD
2012
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Secondo album per gli austriaci GodHateCode. Rispetto al primo, Aeons rilasciato dalla Maintain Records nel 2008, si sente una crescita musicale non indifferente, soprattutto i suoni sono molto migliorati con una buona produzione, dove è possibile sentire ogni strumento suonare chiaramente. Inoltre Aeons è molto più grindcore rispetto a Weltenschmerz, appunto il secondo album. Ritmiche pesanti, aggressive e veloci in tutto il CD con alcune parti più lente, ma di gran effetto, spesso accompagnate da un buon uso di doppio pedale. Voce sporca e graffiante, ancora più marcata dal tipico accento tedesco/austriaco, ricorda molto quella di Tom Angelripper (Sodom – Onkel Tom) che ricorre spesso e volentieri al growl, che sta benissimo con le ritmiche da loro proposte e con le tematiche che trattano i testi delle loro canzoni riguardanti le bestialità umane. Basate su fatti reali quotidiani realmente accaduti, fa percepire ancora di più l’aggressività della loro musica. Nel CD si trova Fur Gott und Gold, che è una delle tracce dove è possibile capire la violenza sprigionata dai GodHateCode, con riff graffianti, voce imponente, blast beat e doppio pedale così come in quasi tutte le canzoni. Infatti Todessog è l unica canzone con ritmiche lente,molto atmosferiche grazie all’ uso delle tastiere, voce profonda in growl e un azzeccatissimo uso di doppio pedale che accompagna il tutto. Inoltre questa canzone ricorda molto i vecchi Dimmu Borgir, come in The Mourning Palace. Insomma, è l’unica traccia del Cd con un timbro differente, più atmosferico e cupo, anzichè il death che presentano nel resto del album. L’unica pecca di questo lavoro, proposto dai GodHateCode, è il finale di Prugelknabe. Quasi un minuto senza variazioni, se non appena accennate, quando potevano benissimo concludere la canzone 10” dopo l’ ultima parte cantata. Nonostante ciò è davvero un buon album per gli amanti del death-grindcore metal che vale la pena sicuramente ascoltare, e perché no, se si ha la possibilità anche di vedere live.
Track by Track
- Ich Bin Krieg 75
- Feine Gaben 70
- Beuteschema Überdruss 70
- Der Wert 75
- Schlöne Freude 65
- Prügelknabe 60
- Im Leben Nicht 70
- Für Gott Und Gold 65
- Das Etwas 70
- Värdighetens Avgrund 75
- Todessog 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 75
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
74Recensione di Deathrow pubblicata il --. Articolo letto 834 volte.
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