Ancestors «In Dreams And Time» [2011]
Ancestors
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Titolo:
In Dreams And Time
Nazione:
U.s.a.
Formazione:
Justin Maranga :: Guitar, Vocals
Nick Long :: Bass, Vocals
Jason Watkins :: Organ, Piano, Vocals
Matt Barks :: Moog & Modular Synthesizers, Guitar, Vocals
Daniel Pouliot :: Drums
Genere:
Durata:
1h 8' 0"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Degli statunitensi Ancestors, Metalwave recensì lo scorso anno il precedente EP, “Invisible White”. Non ebbi la fortuna di ascoltarlo ma la mia attesa è stata premiata un anno dopo con l’ottima prova su larga scala.
“In Dreams And Time” è davvero un disco stupefacente, nel vero senso della parola e fin dalla copertina molto pinkfloydiana ho capito di trovarmi davanti a qualcosa che avrei senz’altro potuto apprezzare. Le mie aspettative sono state appagate.
Quando leggo l’epiteto “Progressive Psychedelic Metal”, generalmente, parto già con le mani molto avanti in quanto troppa gente è convinta di suonare il genere di cui sopra e invece propone irritanti, ingenue e degradanti sciocchezze senza il minimo gusto musicale.
Caso assolutamente lontano dagli Ancestors naturalmente; i nostri sanno bene come mescolare tendenze compositive proprie degli anni 70 a ingressi Stoner-Doom Metal. In effetti, di primo acchitto, tutto ciò appare alquanto atipico e potrebbe suscitare giustificati dubbi circa la proposta musicale in sé eppure “In Dreams And Time” mi ha convinto fin dal primo ascolto e sono pronto a scommettere che farà molto parlare tra il pubblico.
Sei tracce. Poche effettivamente e dalla durata non indifferente, ci aggiriamo tra i 9 e i 19 minuti per cui è d’obbligo un ascolto concentrato e ragionato pena un’ora e dieci circa di noia sfociante in un ovvio sonno ristoratore, o quasi.
I suoni sono accesi, carichi di bassi e distorsioni, le atmosfere creano un’imponenza di fondo che schiaccia l’ascoltatore ma che sa trasportarlo anche in ambientazioni dalla caratura mesta e severa (“The Last Return”) oppure dirigerlo verso antri profondi miglia e miglia in cui hammond, synth modulari, moog e ritmi lenti e chitarre rocciose fanno del tutto per reggere l’intera montagna sonora.
E’ un continuo aggirarsi in anfratti bui e soffocanti, sempre sorretti da ottime predisposizioni della band verso il Progressive Rock tipico degli anni 70 ma ritmicamente incentrato su di un moderno Doom Metal di ottima fattura e precisione.
La salsa psichedelica nella quale il tutto è costantemente immerso rende il viaggio ancora più devastante mentalmente e la lunga e assai articolata traccia finale “First Light” ci conferma un gruppo musicale dai connotati eccellenti: si tratta di un brano estremamente particolare da assimilare pian piano e che nasconde svariate sorprese quanto a fumose intromissioni visionarie di sorta.
Dopo tutto questo campionario di aggettivi posso senz’altro ammettere che ci troviamo di fronte ad un’opera dallo spessore e dal valore enormi seppure dalla non semplice assimilazione.
Grandissimo disco caldamente consigliato.
Track by Track
- Whispers 80
- The Last Return 80
- Corryvreckan 80
- On The Wind 85
- Running in Circles 85
- First Light 90
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 80
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
84Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 1620 volte.
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