Taste Of Tears «Once Human» [2011]
Taste Of Tears
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Titolo:
Once Human
Nazione:
Svizzera
Formazione:
Ivan Strimer :: vocals
Duri Camenisch :: guitar
Gion Alig :: bass
Marcus Seebech :: drums, vocals
Genere:
Durata:
55' 17"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Arriva il primo lavoro su grande distanza per gli svizzeri Taste Of Tears, costruito su solide basi progressive death metal che ammettono, tuttavia, forti intrusioni melodiche specie nel modo di cantare di Ivan Strimer a cavallo tra una voce pulita melodic death e growls gutturali e screams tutto sommato convincenti.
Nonostante la buonissima tecnica del quartetto, i brani non sono tutti qualitativamente uguali, dopo un inizio veramente stucchevole con “Ames Room” i TOT riescono a mettere buone carte in tavola con buone tracce che si lasciano piacevolmente ascoltare, senza mai dimenticarsi dell’aspetto melodico della loro proposta, sempre intenzionato ad avere una sua voce importante all’interno dei pezzi rendendoli anche più fruibili in mezzo a tante ritmiche complesse (anche se per la maggior parte non troppo originali) come su “A Great Paradox”, traccia estremamente prolissa.
Ho strabuzzato gli occhi verso la fine di “Profound Rain” in quanto fa la sua improvvisa comparsa una tromba che realizza un assolo completamente atonale fatto di intensi glissati ascendenti e discendenti, quasi come se urlasse di fronte alla violenza del death metal. Certo, è un accostamento piuttosto atipico ma non per questo mi ha convinto sebbene il contrasto risulti inconfutabilmente forte. A questo punto sarebbe stato meglio utilizzare un sassofono ma in fondo, de gustibus.
Altro aspetto che non mi è piaciuto: la durata delle tracce non è indifferente, sfioriamo quasi sempre i sette e gli otto minuti per qualcosa che, a mio parere, avrebbe potuto trovare la sua realizzazione anche nella metà del tempo, tempo che viene quasi sempre sprecato in andirivieni ritmici sentiti praticamente ovunque al giorno d’oggi. Personalità danneggiata irrimediabilmente, almeno in questo lavoro ed il fatto che “Once Human” sia stato mixato da Tommy Vetterli (Coroner, 69 Chamber, Kreator) non alza il punteggio lo stesso dato che qualitativamente lo ritengo un disco noioso e ripetitivo realizzato prevalentemente per un pubblico di soli appassionati.
Track by Track
- Ames Room 50
- Phlegraean Fields 65
- Once Human (Pinnacle & Pit) 70
- Architects of Downfall 65
- Profound Rain 60
- A Walk on the Razor's Edge 65
- A Great Paradox 60
- Timeframe 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 55
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
63Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 788 volte.
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