Toxocara «AtmosFear» [2011]
Toxocara
![[Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Toxocara](icone/home_ico3.png)
![[Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Toxocara](icone/fb_ico3.png)
![[Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Toxocara](icone/ms_ico3.png)
Titolo:
AtmosFear
Nazione:
Olanda
Formazione:
Niels Feekes – vocals
Martijn Moes – guitar
Martijn Moes – guitar
Barry Geerligs – bass
William Vlierman – drums
Genere:
Durata:
51' 30"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Terzo album per gli olandesi Toxocara (mai capito dove mettere l'accento: Toxòcara? Toxocàra? Mah...) dal debutto del 2005; al di là dell'orrendo nome, ci propongono la usuale mescolanza di generi immersi in sanguinolento death metal tipica delle zone geografiche. Equivale a dire, brutalità americane soprattutto nelle parti più tirate e nel growl (classico stile Glenn Benton), taglienti riff svedesi a là At The Gates e saltuari momenti groovy accostabili ai metodi dei Carcass; in mezzo a tutto ciò, forse solo per il solo gusto di esser bizzarri, inserti di variopinta elettronica: drum machine, semple dal mondo (e qui citerei l'introduzione “AtmosFear” stile world music, che lascia davvero con un punto di domanda), linee di gelidi sintetizzatori; il tutto con una pulizia formale e sonora definitissima, pure troppo, ma sicuramente godibile e una durata forse eccessiva per un disco estremo (oltre cinquanta minuti).
Infatti il primo grande difetto di questo ascolto è la sensazione marcata di prolisso: un brano come “Confessions of the Black Regiment” (quasi sette minuti di durata) si muove tra alti e bassi e se anche riesce abbastanza piacevole, assesta comunque una mazzata pesante alle orecchie, tale che si fatica a proseguire. I campioni elettronici che si trovano qui e li lasciano davvero il tempo che trovano e ci si domanda perché siano stati inseriti, dato che non contribuiscono quasi mai a creare un atmosfera: sembrano solo bizzarri, come appunto, nella successiva “Moryty Holodom”: un insignificante loop drum'n bass all'inizio, e delle sporadiche tastierine horror style condiscono il pezzo.
Non privo di pezzi interessanti o addirittura strepitosi: “Black Widow”, e “The Kempeitai Hordes Of Hirohito”, e in particolar modo “Bravo Two Zero” (che titoli!), battono sentieri più noti, ma su cui la band si districa meglio e riescono finalmente a creare quell'atmosfera di cui si parla nel titolo dell'album: è qui che forse avrebbero dovuto fermarsi, senza andare a scomodare l'industrial citato sull'info sheet, ma praticamente assente sull'intero lavoro, quei pochi suoni che campeggiano qui e li arrecano solo fastidio e denotano a certa una carenza di idee.
Track by Track
- AtmosFear 50
- Black Widow 65
- Annihilation By The Angkar 55
- Confessions Of The Black Regiment 55
- Moryty Holodom 60
- The Kempeitai Hordes Of Hirohito 70
- Flashlight Shadows 70
- Bravo To Zero 75
- Towards The Perpetual Labyrinth 75
- The Red House Report 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
66Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1000 volte.
Articoli Correlati
News
- Spiacenti! Non sono disponibili altre notizie correlate.
Recensioni
- Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
- Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
- Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
- Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.