Grief Of Emerald «The Devils Deep» [2011]
Grief Of Emerald
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Titolo:
The Devils Deep
Nazione:
Svezia
Formazione:
Jonny Letho - vocals, guitar
Christer Bergqvist - lead guitar
Andreas Hedstrom - bass
Johan Havas - keyboards
Carl Karlsson - drums
Genere:
Durata:
37' 5"
Formato:
CD
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Sul lungo tempo hanno poi vinto i Dimmu Borgir, eh? Tipo i Cradle Of Filth hanno perso la corsa ad ispirazione massima di ogni band black metal che vuole confrontarsi con ampie ed ariose tastiere. Sarà per quello che ogni volta che ascolto certi gruppi mi tornano immancabilmente alla memoria “Enthrone Darkness Triumphant” e “Spiritual Black Dimension”. In questo caso dei Grief Of Emerald, finlandesi, cito anche certe aperture chitarristiche dei Keep Of Kalessin anni '90.
Certo, il succo di questa recensione è che siamo di fronte ad un disco derivativo e fortemente influenzato da album usciti nella seconda metà degli anni '90; tutto li ricorda, persino la produzione sonora non si distanzia, ma gli elementi più evidenti sono le vocals, anche se non sempre in maniera così ovvia, le tastiere dal sound orchestrale piuttosto tipico e i riff di chitarra soprattutto, spesso davvero fin troppo rodati. Sì, insomma quasi tutto, contando poi quanto conta il basso in certi ambiti...
Facciamo un ulteriore passo: non che questo sia un brutto disco, anzi, quando partono certi tremolo picking indemoniati, pregni di odor di zolfo (su “Divine Dragon”, ma soprattutto nella loro traccia migliore “Revival”) e le tastiere ricordano le tetre sperimentazioni di Nagash nei seminali Troll (nel loro “Drep De Kristne”), c'è davvero un feeling profondo che si impossessa dei cuori più neri. Purtroppo bisogna prendere atto che quei momenti sono passati e questa è solo una riproposizione di materiale che è già stato suonato da troppi altri gruppi noti (e chissà quanti nell'underground), non c'è più la sincera volontà di diffondere il male, o per lo meno si percepisce meno impetuosa, meno ardente. Per chi gradisce certe sonorità, facilmente intuibili dalle poche righe qui sopra, potrebbe essere addirittura un ascolto noioso; a meno che non si sentano così visceralmente uniti a questo tipo di espressività calligrafica, ma tutt'al più potranno trovare nei finlandesi un buon gruppo di gregari che rende tributo ad un periodo di metal sinfonico molto florido; non bastano infatti le sporadiche ricercatezze ritmiche e chitarristiche di “Zyclon Of Fire” per poter dire di avere avere per le mani un album imprescindibile.
Track by Track
- The Devils Deep 55
- Divine Dragons 65
- Divine Dragon 75
- Famine 65
- Zyclon Of Fire 70
- Holy Book, Holy Shit 65
- Holocaust 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 50
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
66Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 798 volte.
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