Living Dead Lights «Living Dead Lights» [2011]
Living Dead Lights
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Titolo:
Living Dead Lights
Nazione:
U.s.a.
Formazione:
Taka Tamada - vocals, guitars
Alan Damien - guitars
Martin Kelly - bass
Nick Battani - drums
Genere:
Durata:
19' 14"
Formato:
EP
2011
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Generalmente quando leggo epiteti come “il futuro del punk rock”, “la nuova generazione del rock 'n roll” oppure “quanto la tecnica incontra lo style etc.” subito inizio a ridere e ad infierire usando frasette sarcastiche; non so, mi fa quest'effetto, poiché credo fermamente che sia più che patetico osannare giovanissime formazioni su cui il business ha messo le mani sparando in giro informazioni sul loro conto, come fossero i nuovi Led Zeppelin, i nuovi e più completi The Clash e altre ridicole affermazioni così.
Non c'è bisogno di spiegare che i Led Zeppelin siano esistiti e che nessuno potrà mai arrivare a dei livelli tali, tanto per citarne uno, ma si vede che per tanta gente questo non è vero, almeno non vero come i loro soldi derivanti da una buona produzione, una buona pubblicità a tappeto sul pianeta ed altri epiteti per inneggiare le ragazzine a seguirli per una decina d'anni, nemmeno fossero i nuovi Offspring (magari!) o i Green Day degli anni d'oro. La realtà è che la presentazione dell'Ep degli americani Living Dead Lights è infarcita di frasi come “fottuto e selvaggio glam punk/rnr“ e altro materiale per generare sarcasmo per i prossimi mesi.
Già partito con il piede sbagliato ho dato più di un ascolto all'Ep omonimo e sono arrivato ad una semplicissima conclusione: non solo non sono assolutamente “il futuro del punk rock”, ma con il glam centrano quanto i Marduk con la mazurka sulle balere di Rimini. Il rock 'n roll c'è, ma è debitore di qualsiasi altro gruppo possibile immaginabile che ha generato (anche in modo migliore) dischi storici. Per quanto mi riguarda non ha senso proporre con presunzione un gruppo così, poiché ce ne sono veramente troppi. Vorrei dire il contrario (anzi, forse no), ma i LDL hanno da invidiare molto a tante altre formazioni, originalità pari allo zero finalizzata sul concetto di “ritornello catchy”, qualche riff sporco qua e là tanto per far vedere che loro sono “street style” e un po' di coretti adolescenziali giusto per acchiappare un po' di clientela tra i più giovani. Personalmente lo menzionerò tra i dischi più inutili che io abbia mai ascoltato quest'anno.
Track by Track
- Live & Die 50
- What Do You Do? 50
- To All The Youth 55
- Monday's Devil, Tuesday's Divine 50
- Mother Mary 50
- Johnny 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 50
- Originalità: 40
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
53Recensione di carnival creation pubblicata il --. Articolo letto 941 volte.
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