Recensione

Nostalgia, portami via... e già questa frase potrebbe bastare a far capire come si pongono i Crushing Blow con la loro musica. Non sono mai stato un sostenitore dell'avanguardia a tutti i costi, ma se c'è una cosa che è altrettanto dannosa, quella è la riproposizione di stilemi sempre uguali che hanno poco (o niente) di proprio. Ma cosa hanno di così sbagliato questi fratelli del metallo transalpini? Credo che semplicemente vogliano far rivivere il Power Metal, dopo quasi quindici anni da quando è scoppiato (e finito non troppi anni dopo) il trend. Ed è così sbagliato? Nel loro caso sì, ed ascoltando "Cease Your Fire" non è difficile intuirlo: quando scoppia un qualsiasi tipo di moda, generi che prima contavano solo pochi capisaldi e altrettanto pochi gruppi minori, improvvisamente vedono questo numero moltiplicarsi, sia per formazione spontanea di gruppi giovani alla ricerca di successo (o magari semplicemente attratti dalla bellezza di un genere) e – principalmente – dalle case discografiche che decidono di spingere al massimo quelle che erano state le felici intuizioni di pochi. Conseguenza intuibile di tale brulicare di gruppi è un notevole abbassamento della qualità di un genere, e i Crushing Blow di sicuro non rientrano nella categoria di coloro che pur non inventando niente, sanno comunque comporre ottima musica. Non si può nemmeno dire che siamo di fronte ad un disco inascoltabile perchè alcuni punti gradevoli non mancano (come "Dreams", un pò più cattiva delle altre), ma le loro influenze sono dichiarate da loro stessi e bisogna dargliene atto che ci riescono alla perfezione a cop... volevo dire, a prendere spunto: come fosse la nota nuvoletta fantozziana, perenne è lo spettro di Helloween, Iron Maiden, Judas Priest, Doro sui riff, sugli assoli, sulle linee vocali, sui fraseggi, sui... basta, forse non è il caso di infierire.
Fossero arrivati quindici anni fa, forse (e ribadisco, forse) avrebbero avuto un piccolo momento di gloria, ma come si usa dire, "a freddo" questo disco non può che essere bocciato per la pochezza delle idee che lo accompagnano L'unico episodio degno di nota (un punto da cui ripartire?) è la traccia conclusiva "The Prophecies", che possiede un piglio epico non da poco ed è l'unica traccia dove compare l'uso della doppia voce (non saprei dirvi però se da parte di uno dei componenti della band o di un ospite del disco), con un flauto in apertura e in chiusura ad arricchire ulteriormente il pezzo.
Ma tralasciando questo, se il Power Metal ha un futuro, non credo che saranno i Crushing Blow a rivelarci qual è.

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