Crescent Shield «The Last Of My Kind» [2006]
Crescent Shield
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Titolo:
The Last Of My Kind
Nazione:
U.s.a.
Formazione:
Michael Grant: Vocals
Daniel DeLucie: Guitars
Melanie Sisneros: Bass
Craig Andrerson: Drums
Genere:
Durata:
50' 0"
Formato:
2006
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
I Crescent Shield sono una band statunitense nata nel 2000 come side-project di Michael Grant, cantante degli Onward, e di Daniel DeLucie, chitarrista dei Destiny’s End, il quale si è occupato della registrazione di tutte le chitarre e del basso per la realizzazione di alcune demo che i due hanno inciso fino al 2003, demo completate grazie all’utilizzo di una drum machine. Nel 2003 gli Onward si sciolsero e i due metallici compari decisero di trasformare i Crescent Shield in una vera e propria band. Reclutati Melanie Sisneros al basso e Craig Andrerson alla batteria ecco che il gruppo trova una formazione stabile e dà alle stampe, sotto l’egida dell’italiana Cruz del Sur Music, la propria opera prima: “The Last Of My Kind”.
Il disco si presenta con un artwork molto curato ad opera di Gerry Alanguilan, disegnatore che ha collaborato tra l’altro con DC Comics e Marvel, mentre il layout è ad opera dell’onnipresente Travis Smith. La band ci presenta undici pezzi che si muovono tra lo U.S. power di gruppi come Jag Panzer e Vicious Rumors e l’epicità di Warlord e Cirith Ungol. I suoni sono buoni, potenti e “sporchi” al punto giusto come il genere richiede, anche se la batteria deficita leggermente di profondità e potenza. Grant, che possiede un’ugola evocativa e stentorea, fornisce una prova buona ma che viene resa dalla timbrica decisamente particolare poco agile nelle parti più “power” e che forse è un po’ poco varia nell’interpretazione. I musicisti offrono tutti una prestazione di livello, priva di pecche e dove spicca un eccellente lavoro in fase ritmica da parte delle chitarre le quali si intrecciano creando trame dinamiche e quasi sempre interessanti, anche se a mio parere in fase solista l’inserto di un secondo chitarrista avrebbe dato un po’ più di varietà.
La qualità dei brani è abbastanza buona e omogenea, in particolare vanno segnalate l’opener “Above Mere Mortals”, un buon pezzo veloce e melodico, la cavalcata metallica dalle tinte epiche “Slaves To The Metal Horde” e “The Path Once Chosen” che, con il suo andamento più solare e quasi hard rock, si distacca dal resto delle composizioni.
Tirando le somme “The Last of My Kind” è un buon disco, un lavoro onesto che non mira a creare nulla di innovativo ma che ben si innesta nel solco della tradizione del più classico metallo americano fornendone una certa interpretazione personale. Sicuramente a livello di songwriting la band può ancora crescere divenendo più incisiva e coinvolgente nonché eliminando qualche passaggio a vuoto, ma ciò non toglie che questo lavoro non mancherà di soddisfare tutti gli appassionati del metallo più “true” per i quali almeno un ascolto è caldamente consigliato.
Track by Track
- Above Mere Mortals 80
- Slaves To The Metal Horde 80
- Rise Of The Red Crescent Moon 75
- Burn With Life 75
- The Last Of My Kind 70
- North For The Winter 70
- The Path Once Chosen 80
- The Great Devoid 75
- Unfinished Ashes 70
- Await The Champion 75
- The Passing 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 65
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
75Recensione di Maglor pubblicata il --. Articolo letto 1720 volte.
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