Trigger The Bloodshed «Purgation» [2008]
Trigger The Bloodshed
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Titolo:
Purgation
Nazione:
Inghilterra
Formazione:
Jonny Burgan :: Vocals
Rob Purnell :: Lead Guitar
Martyn Evans :: Guitar
Max Blunos :: Drums
Dave Purnell :: Bass
Genere:
Durata:
36' 53"
Formato:
2008
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Grande prova di potenza e professionalità per gli inglesi Trigger the Bloodshed, che debuttano fin da subito con un album distribuito da etichette importanti, quasi come accade nel pop, senza gavetta né demo di sorta. Nonostante siano formati da appena due anni, la band che esibisce un curriculum vitae breve (nessun membro coinvolto è in altri progetti), se non addirittura inesistente, sforna un disco di elevata caratura e che potrà stupire alcuni, tra gli appassionati del brutal death più diretto e furioso. Brani per lo più brevi, al di sotto dei due minuti, qualche episodio più corposo sfiora i quattro minuti, ma senza mai arrivarvi, tutti caratterizzati da un drumming tra i più devastanti in circolazione, che accelera fino a velocità inumane, sia in blasbeat, che in doppia cassa, la cui unica pecca è quella di aver dei suoni fin troppo triggerati; la sensazione che ci siano dei plasticosi pad al posto delle classiche pelli è palpabile in certi punti, esattamente come succedeva nel progetto brutal death metal americano Braindrill. Nulla da lamentare sulle bordate di feedback derivanti dalle chitarre e, generalmente il suono è saturo e gonfio fino a riempire del tutto le orecchie. Sopra questa apocalisse sonora il cantante snocciola le tipiche voci: il growl profondo, anche se non abissale e lo scream lancinante.
Per la maggior parte dell'ascolto il disco risulta abbastanza consueto, basato su soluzioni ben rodate, note a buona parte del pubblico estremo, se non che la band inserisce delle brevi divagazioni che presentano armeggiamenti con sintetizzatori o sample particolarmente piacevoli; La traccia “The Defield” unisce ad un andamento quasi epico dei sample di cori molto finti, ma efficaci ai fini della risultante inquietudine. Altre invece come “Hollow” e “Domicile” si avvicinano ad un approccio ambient/noise, ma è possibile che siano soltanto delle piccole pause tra un assalto e l'altro, per spezzare la monolitica violenza. L'episodio finale “A Perfect Casket” si distingue per un introduzione acustica velata da voci spettrali, distanti e riverberate, davvero interessante, dopo di che il massacro ricomincia, per l'ultima volta.
Track by Track
- Inception 70
- Merciless Ignorance 70
- Laceration 70
- Rebirth 70
- The Defiled 75
- Severed 70
- Impregnable Miscreation 70
- Hollow 60
- Lovers 75
- Mortuary Walls 65
- Violent Elucidation 70
- A Wretched Betrayal 70
- Retribution 70
- The Abortive Becoming 70
- Domicile 60
- Whited Sepulcher 70
- A Perfect Casket 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di June pubblicata il --. Articolo letto 1558 volte.
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