Flowers in Dark «Celestial Vengeance» (2023)
Recensione
Il progetto Flowers in Dark nasce nel lontano 1996 e ha all'attivo quattro dischi e live con nomi di rilievo come Anathema, Moonspell e Death SS.
A causa di vari cambi di line up tra il 2000 e il 2010, la band ha avuto uno stop ma ora è tempo di rifarsi e, attraverso l’uscita di “Celestial Vengeance”, si avrà finalmente l’occasione di vederli suonare dal vivo.
Il nuovo album, autoprodotto e pubblicato a maggio 2023, è il risultato del lavoro e dell’apporto artistico di ogni singolo membro, troveremo quindi del doom-death metal melodico scandinavo ma anche del gothic e pure un pò di dark. Per quanto concerne i testi, vengono affrontati dilemmi interiori e storie gotiche in scenari epici.
Direi che il tutto è in linea con ciò che conosco e mi piace quindi parto con la giusta curiosità all’ascolto.
In apertura troviamo Dying moment, brano estremamente gothic con un bel intreccio vocale tra una parte più eterea e una più oscura, il tutto su una melodia molto accattivante; continuiamo su questa linea con Beneath the tides la quale mi ha molto ricordato band come theatre of tragedy, giusto per citarne una, con lo stile che andava di moda più di vent’anni fa.
Crimson onslaught ha un sapore molto malinconico e intimo che non disdegno; Why ha una sua eleganza che si contrappone con il lavoro svolto dalla chitarra e dal growl, i quali danno un tono più dark e graffiante al tutto.
Wooden embrace è un brano maturo, si prende il suo tempo per iniziare ma poi mostra con orgoglio il suo essere: sognante, articolato e per nulla banale con i suoi cambi di mood e di tempo.
Celestial vengeance e Into sand sono sicuramente più concentrate sul cantato growl che fa da padrone, soprattutto nel primo pezzo, il tutto è più oscuro e a tratti black ma comunque lineare con il resto del progetto.
Monolith of doubt ha dei toni molto cupi, forse è il pezzo che mi è piaciuto meno, l’ho trovato un pò ripetitivo; infine, Over the shore, complessa e un pò troppo lunga per i miei gusti, in particolare gli ultimi due minuti potevano essere evitati perché non hanno aggiunto nulla, tuttavia nel complesso risulta piacevole e mi ha stranamente ricordato i Lacuna Coil di parecchi anni fa e questo credo sia un onore, al di là che la band in questione possa piacere o meno.
I Flowers in dark hanno fatto un disco coerente con lo stile che più li aggrada e lo hanno saputo fare con notevole capacità. Gli anni di esperienza si sentono tutti e i gruppi che hanno influenzato la loro composizione anche, non è difficile infatti riconoscere quel sound scandinavo che tanto ci piace e che ha segnato le preferenze musicali nella gioventù di tanti di noi.
Detto questo, a parte qualche sporadico momento in cui mi sono “persa” nell’ascolto non permettendomi di apprezzare appieno il brano in questione, devo dire che Celestial Vengeance è fatto piuttosto bene e si fa ascoltare con soddisfazione.
Molto bella la voce di Eleonora che si intreccia sapientemente con quella di Simone, anche lui sa il fatto suo e propongono virtuosismi che magari non sono nuovi come idea ma funzionano egregiamente; in questo senso, ad esempio, la band potrebbe usare queste due voci in maniera meno scontata, anche dando più spazio ad Eleonora.
Nulla da dire sul lavoro svolto dalle chitarre, sempre inserite al momento giusto e capaci di creare dinamiche molto interessanti e non solo di alto livello tecnico.
Questa opera ha tutti gli ingredienti per farsi notare, manca giusto un pizzico di originalità in più e sono più che sicura che si otterrà un ottimo risultato.
Consigliato agli amanti dei generi trattati, soprattutto a coloro che hanno lo sguardo puntato al gothic e dark di venti o più anni fa.
Track by Track
- Dying moment 70
- Beneath the tides 70
- Crimson onslaught 70
- Why? 70
- Wooden embrace 70
- Celestial vengeance 70
- Into sand 70
- Monolith of doubt 60
- Over the shore 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 60
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di reira » pubblicata il 02.02.2024. Articolo letto 467 volte.
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