Death Rides a Horse «Tree Of Woe» (2013)

Death Rides A Horse «Tree Of Woe» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Dust »

 

Recensione Pubblicata il:
09.07.2013

 

Visualizzazioni:
960

 

Band:
Death Rides a Horse
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Titolo:
Tree Of Woe

 

Nazione:
Danimarca

 

Formazione:
Ida - Vocals/Bass
Jens - Guitars
Kenneth - Guitars
Anders - Drums

 

Genere:
Heavy / Doom / Sludge

 

Durata:
47' 46"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
01.03.2013

 

Etichetta:
Inferno Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Detah Rides A Horse, (probabilmente nome ripreso dell’omonimo film spaghetti western?) band sicuramente di un certo successo nell’underground danese, si propone con questo primo album Tree of Woe nato dall’unione di un EP datato 2012 e alcuni nuovi brani composti di recente. Il disco esce per l’etichetta “Inferno Records”, che non si è fatto sfuggire questo buon mix di Heavy Classic, Doom alla Black Sabbath e tutto quello che ci sta in mezzo con molte sfumature in chiave più moderna.
Il sound è potente e aggressivo; quasi sempre i riff richiamano sonorità Heavy classico senza troppa ricercatezza, ma le sezioni ritmiche riescono, insieme al basso, a donare quel qualcosa in più che rende il pezzo molto interessante: le sezioni ritmiche complessive risultano molto articolate con una grande influenza di generi e di scelte che vanno da tappeti di doppio pedale a dimezzati groovy Sludge. La sezione melodica e vocale completano il lavoro con riff e soli semplici ma molto azzeccati; così come la voce femminile che si presta benissimo con una interpretazione a metà tra grida potenti e canto melodico. Forse, proprio la voce è l’elemento più interessante dell’album, sicuramente la parte più originale del disco.
I brani anche se lunghi, si ascoltano bene grazie ad un songwriting ricercato ma non troppo complesso da rimanere pesante, mantenendo un equilibrio tra le influenze principali dall’inizio alla fine.
Molto buono anche il sound complessivo, avrei preferito chitarre più grasse e meno scavate che avrebbero giovato nelle ritmiche più lente con un suono di grande presenza, recuperando frequenze basse che risultano forse un po’ carenti del mix.
L’unico punto debole del disco a mio avviso è la scarsa originalità di fondo; anche se le molte sonorità proposte compensano parzialmente questa pecca, ogni parte suona abbastanza risentita.
Nel complesso, è comunque un ottimo lavoro, ampiamente consigliato agli amanti di Doom, Sludge e in generale delle underground meno diffuse.

Track by Track
  1. For Those About to Die 70
  2. (A Unified Vision of a Transgalactic Empire) Open the Gates 65
  3. Tree of Woe 70
  4. Beyond the Granite Threshold 75
  5. Pantokrator 75
  6. The Eye 75
  7. Fly to the Rainbow 75
  8. Dominion of Metal 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Dust » pubblicata il 09.07.2013. Articolo letto 960 volte.

 

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