Amthrya «Passage» (2022)

Amthrya «Passage» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.12.2022

 

Visualizzazioni:
514

 

Band:
Amthrya
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Titolo:
Passage

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Barry Yukimura :: Drums
Kasumi Onryo :: Vox
Void :: Guitars
Hellequin :: Bass

 

Genere:
Black Metal

 

Durata:
1h 14' 10"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.11.2022

 

Etichetta:
Ad Noctem Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Cerberus Booking
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Recensione

Riguardo agli Amthrya, ricordo di aver recensito il secondo loro album, e di non averlo granché apprezzato, a causa di una serie di idee, alcune buone e altre no, ma riversate in musica senza troppa cognizione di causa, col risultato che qualcosa di buono c’era, ma tanto altro veniva sprecato. Bene, il terzo album degli Amthrya, chiamato “Passage”, mostra certamente un miglioramento, ma è un disco parecchio anomalo e a due facce, che vale la pena davvero di descrivere.
Purtroppo voglio essere sincero: con i primi brani di “Passage” le cose non migliorano per niente, anzi semmai il sound più tipicamente metal estremo mostra ulteriori mancanze di compattezza e di originalità, visto che qui di black metal non c’è niente o quasi (Sentite l’inizio di “Throns of shame”...). L’andamento dell’opener “A new trace” infatti testimonia un brano che si trova a suo agio quando va a suonare Post, ma che nelle parti più elettriche va a suonare molto generico e molto più death metal o addirittura deathcore nei riffs, come nel breakdown a metà brano. Certo, ci sono parti veloci, ma la struttura del brano spiazza, con dei crescendo che non portano da nessuna parte, e dei Climax che suonano anche bene se non fosse per il fatto che avvengono di punto in bianco, senza una tensione crescente che li precede. Aggiungete alcuni riffs che trovo poco riusciti, e soprattutto un sound che non va bene, troppo impostato su voce e batteria e che trascura la chitarra, e capirete come i primi sei brani di “Passage” sono sinceramente poco felici, frutto di una band che cerca di essere black metal, ma che invece si trova chiaramente a suo agio facendo musica Post con influenze Death metal. A questo punto, onestamente, avevo la stroncatura pronta, per via di una musica difettata in diversi punti, e una crisi d’identità e di compattezza che non trovo accettabili in una band al terzo album.
E invece, arriva la title track conclusiva che salva tutto. Il brano “Passage” è un brano completamente Post/ambient che va a durare addirittura 35 minuti (anche se il brano sostanzialmente ne dura 20), dove gli Amthrya vanno a suonare molto più naturali, e con un risultato che tiene alta l’attenzione e l’atmosfera per tutta la durata del brano, sia dove si cerca di suonare più elettrici, sia nelle parti più sussurrate, dove tra l’altro la cantante Kasumi Onryo riesce a metterci il suo trademark, e con il sound che si mostra molto più adatto a questo brano, visto che i tempi molto più lenti di batteria non si traducono in una ritmica troppo invadente a livello sonoro. Incredibile ma vero, gli Amthrya in questo brano eccellono, e lo fanno con un brano che non ha niente a che fare col resto della loro discografia. Era evidente nel corso del disco che questa band si trova più a suo agio con sonorità Post/sludge/doom e semmai con un po’ di Death al suo interno, ma un simile effetto e su di un minutaggio così elevato non me lo sarei mai aspettato.
“Passage” è dunque questo: è il frutto di uno di quei casi in cui una band dice di fare un genere ma in realtà gliene esce naturale un altro, però non credo di aver mai visto questo stacco in maniera così marcata e soprattutto all’interno dello stesso album, ma d’altronde la cosa è abbastanza evidente se si mettono a confronto la foto ufficiale della band con l’artwork molto più sognante e diversificato di “Passage”.
A questo punto, consiglio alla band di concentrarsi su questo genere in cui eccelle, e di lasciare perdere o perlomeno ridimensionare il sound più metal estremo, che il sound della title track mi suona nettamente più naturale e riuscito. Sperando che gli Amthrya mi diano retta, il giudizio finale rappresenta per forza di cose un compromesso tra una metà del disco al limite della sufficienza, e una title track magistrale. Disco a due facce, dicevamo, e davvero queste due facce non potevano essere più diverse, sia in quanto a intensità che in quanto a differenza di genere.

Track by Track
  1. A new trace 60
  2. Dreads in tears 60
  3. Frozen October 55
  4. Thorns of shame 50
  5. The flow 60
  6. Monochromatic 50
  7. Passage 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
62

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 11.12.2022. Articolo letto 514 volte.

 

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