«Seek and Destroy. L'epopea dei Metallica» di Giorgio Costa

Seek and Destroy. L'epopea dei Metallica | MetalWave.it Libri
Titolo:
Seek and Destroy. L'epopea dei Metallica

 

Autore:
Giorgio Costa

 

Prefazione:
Federico Guglielmi

 

Pagine:
304

 

Lingua:
Italiano

 

Casa Editrice:
Odoya [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Odoya Invia una email a  Odoya [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il Negozio Online di Odoya [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina FaceBook di Odoya [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Odoya

 

Codice ISBN:
978-88-6288-159-3

 

Recensore:
Alcio»

 

Visualizzazioni:
5463

 

Recensione

Tornando in macchina in piena notte da una serata, avevamo discusso a lungo con Jerico sui Metallica: io ovviamente ne parlavo male, lui bene da distaccato ascoltatore.
Il tutto era partito chiacchierando di "Holier Than Thou": per me uno dei pezzi più brutti della storia della musica, per lui un brano divertente da ascoltare!
Il bello fu che dopo un'ora di discussione, neanche giungemmo ad un minimo di accordo: ognuno rimase delle proprie opinioni!
Pochi giorni dopo, Jerico se ne arriva con un pacco un po' più voluminoso del solito ed un sorrisetto sardonico.
Ebbene, il sorrisetto sardonico era dovuto al fatto che la recensione che mi doveva essere assegnata era proprio quella del libro in questione: «Seek & Destroy: L’epopea dei Metallica» di Giorgio Costa.
Il bello è stato anche sentirsi dire: "Voglio proprio vedere quello che scriverai!".
Mosso dalla curiosità di sapere cosa ci fosse scritto, ma con lo spirito di un amante tradito che dopo anni ha il coraggio di rivedere le foto della donna che lo ha fatto disperare, mi sono approcciato alla lettura!

Dopo la prefazione di Federico Guglielmi, voce storica di "Stereonotte" di Radio RAI, nonché giornalista rock molto accreditato (ha ideato e dirige Mucchio Extra, figlio del mensile Mucchio Selvaggio, tra le altre cose), inizia il libro di Giorgio Costa: una approfondita ricerca di fatti ed eventi, basati su interviste rilasciate nei vari anni dai membri della band, dagli amici, dai rivali storici, dai primi fan, con un rigore filologico davvero impressionante.
Ci viene presentato innanzi tutto Brian Slagel, corpacciuto fondatore della Metal Blade Records, nonché compagno di liceo di tale Lars Ulrich, danese di nascita, americano di adozione, trasferitosi con la famiglia dalla Florida dopo che i sogni di diventare un tennista professionista si erano infranti contro il muro della consapevolezza dei propri limiti.
Ci vengono raccontati i pomeriggi passati da questi sfigati a girovagare per negozi di dischi in cerca delle ultime novità/rarità heavy metal provenienti dall’Europa della NWOBHM, di questa passione smodata per il vero metal, non certo quello dei Motely Crue che stavano uscendo con il loro primo disco proprio in quel periodo, da parte di questi ragazzotti astiosi verso la Los Angeles degli eccessi, del glitter, dei capelli cotonati e degli atteggiamenti da rock-star inarrivabili, e per la consapevolezza di essere i nerd del proprio liceo, dove conta più apparire che essere!
Ci viene spiegata la voglia di creare una compilation di gruppi locali ("Metal Massacre" - poi passata alla storia nei moltissimi volumi di cui è composta), senza neanche sapere come fare, e la voglia incredibile di Lars di creare una band pur di esserci.
Così nascono i Metallica: una band voluta innanzi tutto per sfogare la propria rabbia e per essere felici di far sapere al mondo che erano dei membri fondatori di quella che reputavano essere la loro comunità!
Ci vengono raccontati i primi disastrosi concerti, con stralci di intervista anche a Gene Hoglan, uno dei ragazzi presenti al primo show in assoluto; ci viene spiegato come viene inserito Dave Mustaine nella formazione e come mai viene poi cacciato dal gruppo alla vigilia delle registrazioni di «Kill ‘Em All».
Verremo a sapere come mai i Metallica si trasferirono da LA a San Francisco, e come venne preso in seno alla band il mai troppo compianto Cliff Burton!
Ci viene raccontata tutta la fase new-yorkese e l’arrivo al fatidico debut-album!
Ci viene raccontato anche il primo grande sogno che si realizza: la prima tourné americana di spalla ai Venom!.

In poche parole, per chi come me ascoltò per la prima volta «Master of Puppets» quando era stato appena pubblicato (gita di terza media, 1986) ogni pagina del libro è un tuffo al cuore!!
Nel raccontare l’esplosione del fenomeno Metallica, Giorgio Costa non lesina informazioni precise e suffragate da dichiarazioni ufficiali della band, dei producer, dei boss delle varie etichette, con dettagli assurdi per placare la fame di informazioni che ogni fan dovrebbe avere!
La sensazione che ho avuto durante tutta la lettura, e vi garantisco che ho letteralmente divorato in pochissimi giorni le 288 pagine del libro, più appendici varie, è quella di una persona che scrive mossa dalla passione e dalla voglia di capire lui per primo cosa sia successo ai quattro durante gli anni: quasi come se provasse a raccontare i motivi che lo hanno portato ad un doloroso divorzio, ma tutto per provare a capire se c'è spazio per ricucire un rapporto andato in frantumi!
Nelle parole di Costa ho ritrovato tutto il calore che avevo io nella mia discussione notturna con Jerico!
Ho ritrovato nelle sue parole il senso di tradimento che si prova quando una band che hai adorato e che deve la sua fortuna al tape-trading, scopri che - in pieno delirio da rock-star - fa chiudere Napster.
Ho ritrovato il senso di tradimento verso chi crea una scena dal nulla, il thrash-metal, per poi sputarci sopra come fecero nelle interviste promozionali in vista dell’uscita di «Metallica» e «Load».
Per non parlare del tentativo catastrofico di rinascista («St. Anger»).
Tutto è spiegato nei minimi dettagli!
Sergio Costa trova il modo di spiegare ai fan il perché del volta-gabbana dei Metallica verso il loro pubblico, e ai non fan il perché quelli come me (e suppongo come lui) siano passati dall’amore smodato verso una band, all’odio più profondo!
Trova il modo di fare appassionare alla lettura con parole semplici, alternate a rigorose spiegazioni basate su studi di semiotica, ma trattata in modo piuttosto digeribile per tutti.
Riesce a prendere per mano il lettore e a raccontare l’epopea di questa band di nerd del liceo divenuti rockstar. Rockstar nel senso più ampio del termine.
Fa venire voglia di tornare ad ascoltare tutta la loro discografia, rispolverando i vinili se possibile.
Fa venire voglia anche a me di dare una seconda chanche ai Four Horsemen!!!
L'unica cosa in cui l'autore non riesce e quella di farmi rivedere il giudizio su «Death Magnetic»: da lui definito un gran bel disco, secondo me poco più che mediocre.
Ma non fa nulla!
Continuo a pensare che «Death Magnetic» sia davvero brutto e noioso, ma mi ha dato la voglia di concedere alla band il beneficio del dubbio circa l’autenticità dei motivi per i quali lo hanno fatto proprio in quel modo!
Per quanto siano esteticamente discutibili, mi piacciono anche i disegni e gli inserti a lato di alcune pagine del libro: mi hanno ricordato moltissimo le fanzine cartacee degli anni 80/90.
Quelle fotocopiate in proprio, scritte con le Olivetti Lettera 22 di papà, spedite per posta oppure vendute ai concerti da folli invasati, proprio come lo era Lars Ulrich o James Hetfiled!

Consiglio la lettura di questo libro a tutti, compreso Jerico: così capirà il perché io fossi così fomentato e carico di astio verso i ‘Tallica, quella famosa sera in macchina.
Mi piacerebbe bere una birra con Sergio Costa: sono convinto che usciremmo dal pub completamente ubriachi, urlando "Master, Master..." e dandoci le pacche sulla pelle dei rispettivi Kiodo, oramai consunti per tutto il pogo in anni di militanza!
Di una cosa sono certo però: non perdonerò mai ai Metallica, al Palaghiaccio di Marino nel novembre 1992, di avere troncato «Master Of Puppets» proprio prima dell’arpeggio.... e non perdonerò mai chi, quella stessa sera, sollevò gli accendini durante «Nothing Else Matters», manco fossimo stati al concerto di Claudio Baglioni!
Concludo.
Bentornato nella Famiglia, James: mi sei mancato!
Grazie Cliff: il tuo spirito immortale li ha fatti rinsavire!

 

Recensione di Alcio inserita il 20.11.2012 - Articolo letto 5463 volte.