Intervista Flash: Shoreborn

Shoreborn è il nome di una nuova realtà che va ad inserirsi nella multiforme e tumultuosa scena metal italiana. ha intervistato per voi i ragazzi del gruppo: sentiamo come la pensano!!!

 

[MW] Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?

Paolo: Il gruppo viene fondato nel 2000 da Emiliano Natali (basso) e da Emanuele Giraldo (chitarra), a cui si uniscono Simone Napoli alla batteria e Luigi Ravarotto alla voce. L'anno successivo il gruppo si scioglie, ma dopo alcuni mesi Emiliano mi chiama e, oltre a me, si aggiungono il batterista Marco Scarino e il vocalist Voredoo. Nell'aprile 2002 registriamo il primo demo, "Ethereal Inner Hells", a cui segue una serie di concerti in ambito locale che riscuotono un ottimo successo, così come di buon risultato si può parlare delle vendite del cd. Successivamente la band deve subire un periodo di instabilità, dovuto all'abbandono del cantante, e si arriva alla decisione di lasciare le vocals, oltre alla chitarra, a Paolo Pieri. Nel 2004, dopo un periodo di rodaggio, riprendiamo le esibizioni dal vivo con la nuova formazione a 4. Suoniamo a Pescara, Ascoli, Roma, accanto ad altre band affermate dell'underground italiano (Sothis, S.R.L., Eyeconoclast, Frozen Tears, Promaetheus Unbound, Face The Fact) e nel maggio 2005 entriamo nei 16th Cellar Studio di Stefano Morabito per registrare il secondo mini-cd che stiamo attualmente promuovendo.

[MW] Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?

Siamo tutti influenzati indirettamente da qualsiasi genere di musica ascoltata, anche se in particolare dal Mini Cd emergono le influenze del Death Metal, sia svedese che americano, dell' Heavy Metal degli anni '80, melodicamente anche della musica classica, dal folk, e persino dalle musiche dei videogiochi del commodore 64. Tra le band di riferimento potremmo citare Dark Tranquillity, In Flames, At The Gates, Death, oltre a gruppi classici come Iron Maiden o Blind Guardian.

[MW] So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?

"Create, don't be a slave" è un mini-cd di 5 pezzi, scritti tra il 2003 e il 2004, corredato da un artwork e da una confezione professionali, e valorizzati dall'ottima produzione di Stefano Morabito e dei suoi 16th Cellar Studios. Il risultato finale ci lascia molto soddisfatti, anche rispetto al primo demo, penalizzato da una resa sonora non eccellente; i responsi sono stati finora davvero positivi, soprattutto per le quasi 100 copie vendute in sole 3 settimane, in un ambiente chiuso e provinciale come il nostro. Per quanto riguarda i testi, trattano soprattutto dell'animo umano e del ruolo che ognuno di noi vorrebbe crearsi nel mondo.
Si passa per episodi introspettivi come in "Withered", una riflessione sulla caducità dell'esistenza, ma anche horror oriented stories, che parafrasano ironicamente macchiette, personaggi e situazioni della vita reale, come in "Leech Man" o "Blood Irrigator", in cui un serial killer, probabilmente una donna, giudica se stessa attraverso un immaginario osservatore esterno, uno spaventapasseri, che rappresenta il suo Super-Io. "Hatespring" prende invece spunto da un dramma di Schiller, "I Masnadieri", che mette in luce la problematica di chi vuole farsi giustizia da sé.

[MW] La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?

Paolo: Chi fa musica non è mai in grado di dare un giudizio oggettivo del proprio lavoro, è importante però sottolineare con quanta passione ci si impegni per riuscire ad esprimere il massimo delle proprie capacità. Penso che con questo disco non diremo certo qualcosa di assolutamente nuovo, non è nei nostri obbiettivi fare musica d'avanguardia, quanto piuttosto fare della musica che colpisca più da un punto di vista emotivo che non per il modernismo a tutti i costi.
Emiliano : Quello che cerchiamo di fare quando componiamo è far sì che la nostra musica abbia uno stile riconoscibile, pur mantenendo quelle che sono le caratteristiche del genere; non è detto che in futuro non potremo dare maggiore spazio alle contaminazioni con altri stili. Certo non metteremo necessariamente campionamenti o voci rap solo per spacciarci per una band "innovativa e moderna"!!!! Non escludiamo concettualmente qualsiasi evoluzione in futuro, se questo fosse dettato dal nostro gusto e non da semplici mode.

[MW] Cosa pensate del panorama underground nazionale?

Ci sono tante band tecnicamente preparate ed ispirate, ed altrettante che con superbia si pongono superiori a tutti gli altri, per nascondere la loro mediocrità e povertà di idee, particolarmente in ambito black. Purtroppo c'è poco supporto da parte del pubblico e dei locali, poca collaborazione tra le band e tanta invidia. Manca soprattutto lo spirito di sacrificio e la voglia di impegnarsi sul serio, poiché difficilmente ci sarà un adeguato ritorno monetario. In questo (e non solo) in Italia siamo ancora molto arretrati rispetto alle altre nazioni, dove chi suona è spesso sovvenzionato dallo stato ed i locali ti pagano perché hai offerto un servizio. Qui sembra che ti fanno un favore se ti fanno suonare. Tra le varie band dell'underground con le quali abbiamo avuto contatti le più interessanti che posso nominarti sono gli Eyeconoclast, i Sothis, i Promaetheus Unbound, ma ce ne sono tante altre che meritano di essere ascoltate e supportate.

[MW] La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?

La più brutta esperienza (ma anche divertente, come ricorda Emiliano) è sicuramente quando al Kreis di Pescara il gestore minacciò di chiamare alcuni suoi "amici" per farci pestare perché non voleva pagare la somma pattuita per la serata. Per fortuna altre persone erano dalla nostra parte, si è evitata la rissa, ed il gestore ci ha pagato, ma suonare quasi gratis e poi essere anche minacciati è veramente una cosa da terzo mondo. I momenti più belli sono stati tutti quelli in cui siamo riusciti a creare un forte rapporto con il pubblico e a coinvolgere gli spettatori nello spirito della musica, specialmente nei posti in cui meno te lo aspetteresti.

[MW] Come giudicate il veicolo "internet" per la promozione della scena musicale?

Internet ha il grande pregio di rendere la propria musica accessibile a tutti. L'altra faccia della medaglia è che poter scaricare interi album fa perdere all'ascoltatore l'importanza di ciò che ha di fronte, dato che tendiamo tutti a svalutare ciò che otteniamo gratis. Così si presta meno attenzione al prodotto che è costato fatica e, perché no, anche soldi, a band che di certo non nuotano nell'oro. Pensa che c'è chi mi ha chiesto quando mettiamo su internet il demo intero così se lo scarica, perché 5 euro sono troppi (sic)!

[MW] Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?

Paolo: Dipende, rispetto a prima un po'meno, più che altro acquisto cd di musica classica, 4-5 al mese massimo, poi se trovo qualche uscita metal davvero interessante la prendo, altrimenti se non vale la pena la scarico
Emiliano: Ne acquisto pochi, ma può capitare anche 2 al mese. Quando non c'erano questi maledetti telefonini riempivo casa di cd ^_^. Oggi si tende a sentire troppe cose tutte insieme e superficialmente -cd masterizzati, mp3 mischiati tra loro.-. Non ci si sofferma ad ascoltare i particolari e l'emozionalità dei dischi, al di là dell'impatto e della produzione. Certi album vanno tenuti fissi nel lettore per accompagnarci in situazioni tristi e felici. Bisogna crescere emotivamente più che dire: "ho ascoltato 30 cd in un mese" o "questa produzione spacca e questa meno".Ascolatre significa assimilare, metabolizzare e non giudicare freddamente e frettolosamente.

[MW] Cosa vuole fare il vostro gruppo "da grande"?

Paolo: Fin che ci sarà l'ispirazione e la volontà continueremo a fare musica. Cercheremo di avere un discreto successo tra il pubblico, presentare qualche album sotto contratto e suonare live anche all'estero. Non ci aspettiamo certo la fama o la ricchezza, ma avere la propria fetta di pubblico che è felice di venirti a vedere o di ascoltare un tuo disco è una soddisfazione che ci piacerebbe toglierci.

Emiliano: D'accordissimo con Paolo, anche se è importante credere fermamente in quello che si fa e puntare in alto. Io, almeno, sono così. Se guardi lontano arriverai lontano. se senti che hai ottenuto quello che vuoi, beh, la strada è in salita e piano piano il tuo entusiasmo scende a 0.

[MW] Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!

Vogliamo spendere due parole sul soggetto che abbiamo scelto per la copertina del nostro mini cd; ispirandoci ai testi e alle nostre idee, abbiamo voluto creare un'atmosfera di forte simbolismo. Una schiava in una casa di ricchi padroni cerca rifugio nell'arte; per ricordare che anche se sei prigioniero e legato a delle catene, c'è sempre qualcosa che è veramente tuo, che nessuno potrà mai toglierti: le tue creazioni in cui sei libero di rifugiarti.
Ci siamo vestiti da ricchi signori per essere in tema con il concept del disco, e sebbene ci siamo discostati dalle classiche e stra-abusate foto stile "sono nella foresta ed ho delle pigne in testa" , dal vivo la nostra immagine è profondamente legata alla tradizione metal, ispirata a quelli che sono sempre i nostri gruppi preferiti.

Intervista di Jerico Articolo letto 813 volte.

 


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