Obscurity «Vintar» [2014]

Obscurity «Vintar» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
31.03.2015

Band:
Obscurity

Titolo:
Vintar

Nazione:
Germania

Formazione:
- Agalaz :: Vocals
- Dornaz :: Guitars
- Cortez :: Guitars
- Arganar :: Drums
- Ziu :: Bass

Genere:
Death / Black / Viking Metal

Durata:
48' 16"

Formato:
CD

Data di Uscita:
28.11.2014

Etichetta:
Trollzorn

AFM Records

Soulfood Music

Distribuzione:
Soulfood Music

AFM Records

Agenzia di Promozione:
Sure Shot Worx

Recensione

Senza pensarci più di tanto i tedeschi Obscurity, già da molto tempo militanti nel settore del Viking Metal, con questo ottavo album dal titolo “Vintar”, propongono una compagine che già in passato ha dato sempre dei discreti risultati soddisfacendo un pubblico che è oramai consapevole delle capacità compositive dalla band. Questa volta il full lenght proposto racchiude ben 11 brani dove, al di là dell’originalità, come già detto, si ha un sound oramai da tempo collaudato da cui emerge una fortissima passione per questo genere di Metal che sfrutta appieno anche basi musicali che spaziano tra Death Metal e Black Metal ma nel complesso è comunque in grado di offrire un piacevole ascolto. Tra i brani, alcuni dei quali cantati direttamente in lingua tedesca, merita ricordare l’ opening “ Schicksal der Götter” il cui riff di partenza e il successivo prosieguo fanno subito pensare agli Amon Amarth; il secondo brano “Naglfar”, colmo di cattiveria il giusto, è accompagnato da una ritmica sia di batteria che di chitarre quasi costante dove l’attesa per una successiva variante compositiva pare non arrivi mai; con “Nebelwelt” sembra di fare un salto indietro nel tempo quasi ad assaporare lo style dei Satyricon in Nemesis Divina; il brano “Vintar”, sin dalle prime note, lascia intendere che probabilmente è il pezzo più curato e più sentito a livello personale dal quintetto dove infatti si tocca effettivamente il punto più elevato dell’intero disco; con “Feld Der Ehere” si ha quasi un cambio di tendenza per qualcosa di più sobrio e meno esasperato che nel complesso risulta piacevole; il brano finale “Legiones Montium” si apre quasi a ventaglio dove l’intro a base di arpeggio con un lead di sottofondo accompagnano l’ascoltatore in clima pacato e di serenità che viene improvvisamente divelto da un’ondata di blast, da un riff che a fine canzone è più che orecchiabile e da un cantato infuriato che nello stesso tempo si rivela colmo di passione; degna di nota è anche la parte vocale che sin dal primo brano non ha mai perso un colpo. Nel complesso si tratta di un lavoro che nella sua semplicità appare comunque discretamente apprezzabile e nello stesso tempo mostra come gli Obscurity possono senza il minimo dubbio appartenere ad uno dei pochi gruppi in grado di suonare e di dare la giusta interpretazione al Viking Metal.