The Prophecy «Salvation» [2013]

The Prophecy «Salvation» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Carnival Creation »

Recensione Pubblicata il:
02.02.2013

Band:
The Prophecy

Titolo:
Salvation

Nazione:
U.k.

Formazione:
Matt Lawson :: Vocals
Greg O'Shea :: Guitar
Gavin Parkinson :: Bass
John Bennett :: Drums

Genere:
Doom Metal

Durata:
53' 3"

Formato:
CD

Data di Uscita:
04.02.2013

Etichetta:
Code666

Distribuzione:
Aural Music

Agenzia di Promozione:
Aural Music (Promotion)

Recensione

Il prossimo 21 Febbraio uscirà sotto Code666 Records questo gioiellino del Doom Metal contemporaneo targato The Prophecy, band britannica ormai giunta al traguardo della quarta release su scala internazionale e quest’ultimo “Salvation” ci mostra un po’ come possano evolvere stili e visioni anche all’interno della propria musica.
Ci siamo abituati negli anni a percepire le composizioni dei nostri in modo tale da saper riconoscere al volo la loro tendenza al Death-Doom e le cose son sempre andate bene tant’è che il precedente “Into The Light” (2009) mi era parso come uno dei dischi meglio riusciti dell’anno in questione quanto a genere affrontato.
Il fatto di trovarmi ora una band in media misura cambiata non mi sorprende nemmeno più di tanto dato che sto parlando di un gruppo che ha sempre saputo come e cosa comunicare con la propria musica ed è sempre stato in grado di rinnovarsi. Il punto è proprio questo: si sono rinnovati quasi guardando al passato in minima parte e lasciando che ben poco sopravvivesse di quell’atmosfera ormai fumosa.
Parlare di sperimentazione nei The Prophecy del 2013 mi appare abbastanza lecito e giustificato dal fatto che sono stato letteralmente inondato da un’ora molto convincente composta da continue buone prove e ben dosate per giunta, marcatamente volte all’acustico tanto da ricordarmi un po’ l’intimità degli Anathema (con la titletrack posta in apertura ma anche con “Released”) e leggere presenze del Post-Metal più contemporaneo diluite qua e là senza risultare ridondanti sebbene i minutaggi dei pezzi non siano certo avvicinabili con facilità: arriviamo anche al quarto d’ora ma comunque sia si supera sempre una media di 10 minuti a pezzo tranne nell’episodio “Reflections”, unico momento che mi ha ricordato le glorie ormai passate.
Se da un lato i vocalismi del Matt Lawson possono risultare stavolta un po’ troppo melensi, dall’altro il nostro amico mantiene un growl efficace e profondo. Ho trovato molta più maturità rispetto agli anni passati e un impasto d’insieme che mi lascia sicuramente immaginare un grande lavoro che c’è stato dietro ma anche delle ben rosee aspettative per il futuro. Se è questa la strada che hanno scelto i The Prophecy di certo non sarò io a criticarla dal momento che mi piace molto.