Recensione

Di difficile inquadratura musicale, “Passion Rift” del trio statunitense dei Chowder porta a compimento un lavoro eccezionalmente valido che andrebbe analizzato e vissuto più volte, specialmente per quanto riguarda gli amanti del Progressive Rock.
Uno stile veramente convincente fa il suo capolino fin dalla prima traccia, “Mysterioid”, surreale e da trip ma è con “Salt Creep” che la vera anima Prog inizia a venir fuori sempre e comunque immersa in un bagno di Sludge-Doom Metal mai violento e mai fine a se stesso.
Strutturalmente ci troviamo di fronte a qualcosa di molto ragionato e tecnicamente debitore anche di band come Tangerine Dream quanto ad atmosfere ma non me la sentirei di escludere i lavori più “easy listening” dei Coil.
La proposta musicale resta perennemente ancorata ad un Progressive Doom rigidamente strumentale, ricco di sperimentazioni a lunghissimo raggio frutto di una strumentazione d’eccezione: compaiono moog, theremin, taurus pedals, violoncello elettrico, sintetizzatori vecchia scuola e chitarre a 12 corde utilizzate in modo non inflazionato per un risultato che, a me personalmente, è parso più che interessante benché mi renda conto che tutto ciò è ben lungi dal poter essere considerato quantomeno commerciabile.
Tuttavia i nostri non sono certo gli ultimi arrivati e il prodotto che hanno confezionato possiede un suo valore, brilla rispetto alle tante release del genere pubblicate da artisti dei più disparati per cui non me la sento di sconsigliarvelo.
A buon intenditore poche parole. Potrebbe davvero piacervi se siete il tipo di persone che amano le sfide sonore.

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