Ignitor «Road of Bones» [2007]
Ignitor
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Titolo:
Road of Bones
Nazione:
U.s.a.
Formazione:
Erika :: Vocals
Annah Moore :: Lead Guitar
Stuart Laurence :: Lead Guitar
Brendon Bigelow Bass
Pat Doyle :: Drums
Genere:
Durata:
52' 53"
Formato:
2007
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Tramite la Cruz del Sur music è uscito, recentissimamente, questo “Road of bones” degli Ignitor, un album di puro e semplice Heavy metal made in Texas. Si sa, l’Heavy metal anni ’80 è inarrivabile, era un tipo di musica che colpiva per la sua genuinità e per la sua naturalezza, era uno stile musicale talmente genuino che il suo ricordo dura tuttora. Era una musica talmente storica che, opinione personale, continua a offuscare le bands attuali (che in effetti non sono moltissime) che provano a cimentarsi con questo genere.
Gli Ignitor, però, riescono a non essere dei cloni dei Maiden o dei Judas Priest punto e basta: il loro “Road of Bones” riesce a cavarsela grazie ad una vena creativa niente male che passa in rassegna diversi nomi dell’Heavy metal classico. La voce di Erika (sì, avete letto bene: canta una donna) è una voce molto intensa, aggressiva quando serve, melodica in altre parti, e addirittura lirica in certi frangenti. Le chitarre, ben suonate dal fondatore Stuart Laurence e dalla new entry Annah Moore (esatto, ci sono due donne in formazione!), dimostrano un songwriting ben lontano da ogni tendenza power, e anzi si lanciano in dei riff che ricalcano da vicino lo stile Heavy metal classico, aggiungendoci nei primi brani un tiro leggermente più thrash che li fa assomigliare agli Iced Earth o addirittura a qualcosa dei Mercyful Fate.
Il disco, come si sarà capito, mi è piaciuto in quanto valido, credibile e ben suonato, e infatti gli Ignitor danno il massimo nei primi tre brani (intro a parte, ovvio…), mostrando uno stile non molto melodico che però va a segno, ed esprimendo la loro capacità di costruire dei ritornelli facilmente memorizzabili e di sicuro impatto da live. Questi tre pezzi costituiscono anche il meglio di questo album: la parte centrale, infatti, d’improvviso cambia tono e si mostra più melodica, con più melodie impostate sulla voce, e con le chitarre e la batteria decisamente meno aggressive, e più allineate alla musica, mentre la parte finale è quella più epica, più pomposa e forse proprio per questo anche più legata ai canoni del True metal, anche se non mancano gli episodi più allineati all’inizio dell’album, come il ritornello di “Castle in the clouds”. La chiusura è affidata al solito immancabile inno metal, “Reinheitsgebot”, prolisso, tronfio e pacchiano quanto si vuole, ma dotato di un tiro che soddisferà qualsiasi defender.
In conclusione: Questo “Road of Bones” degli Ignitor è senz’altro un bel disco; certo, i nostri cinque texani non risolleveranno mai l’heavy metal come negli anni ’80, e ad essere sincero potrei anche parlare della evidente eterogeneità dei pezzi che comunque restano piacevoli e ascoltabilissimi, ma per una volta lasciamo le critiche da parte: ascoltate questo disco degli Ignitor e rifatevi un bel tuffo nell’Heavy Metal anni ’80, altro che le cavolate trendiste che attualmente infestano il mondo del metal.
Track by Track
- Death On the Road 70
- Road Of Bones 83
- Scarlet Enigma 85
- March to the Guillotine 85
- Wings of the Blackheart 70
- Hymn of Erin 70
- Phoenix 72
- Broken Glass 75
- Castle in the Clouds 79
- God of Vengeance 80
- Reinheitsgebot 74
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
77Recensione di Snarl pubblicata il --. Articolo letto 1023 volte.
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