Unfaithfull «Architextures» [2024]

Unfaithfull «Architextures» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
27.04.2025

 

Visualizzazioni:
70

 

Band:
Unfaithfull
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Titolo:
Architextures

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Drew :: guitar, bass, drums, synth, sound engineer.
- Drake :: vocals, all the lyrics.

 

Genere:
Industrial-Core Metal

 

Durata:
29' 18"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
17.10.2024

 

Etichetta:
Wanikiya Record
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Attiva sin dall’anno 2007, la band death, industrial core degli Unfaithfull, un duo tutto made in Italy, le cui influenze ricadono sul groove, death, djent post indutrial metal, rilascia questo “Architextures”, disco di effettive sei tracce oltre all’outro conclusiva, estremamente tecnico e ben calibrato sotto ogni profilo. A cominciare dalla produzione, il disco si fregia di un buon risultato risultando estremamente nitido e pulito ma, a rendere giustizia al tutto, è la compattezza sonora dei riff e della batteria, forti di soluzioni taglienti tutt’altro che noiose o monotone. Anche lo scream growling adottato si presenta nell’insieme in maniera ben coinvolta anche grazie al proprio imponente calibro; l’ascolto inevitabilmente conduce a dei parametri comparativi che vedono in prima fila i Meshuggah di Destroy Erase Improve risalente alla metà degli anni ’90, così come i compianti Slapdash, fino a miscelare il tutto con le attuali tecniche ed effetti elettronici che fanno comunque la loro parte. I brani, come si accennava, offrono una compattezza strumentale unica alternando il tutto con passaggi più acustici e con qualche momento più ambient; a comunicare dall’opener “Web Of Decay”, i parametri comparivi con le surrichiamate band emergono subito e danno prova della singolarità dello stile di questa band; momenti più ambient si hanno invece con l’apertura di “Eathing The Starlight” dove il ricorso al synth e alla realizzazione di un sound pacato lascia ben presto il posto a riff e ritmiche accattivanti; “Spectral Tides”, si presenta nuovamente in maniera aggressiva e sente anche il richiamo all’elettronica al pari poi dell’ “Outro” conclusiva in cui l’effetto si propaga per tutto il brano. La band, concludendo, offre attraverso una tecnica ben collimata la propria bravura che, seppur ispirata in parte al passato, riesce in maniera singolare a trovare il proprio spazio fregiandosi anche di una certa dose di qualità.

Track by Track
  1. Web Of Decay 75
  2. My Divine Path 75
  3. Eating The Starlight 75
  4. An Artificial Solitude 80
  5. Spectral Tides 70
  6. The Void Weaver 80
  7. Outro S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
77

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 27.04.2025. Articolo letto 70 volte.

 

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