Gotland «Rise» [2023]

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
08.02.2024

 

Visualizzazioni:
1021

 

Band:
Gotland
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Titolo:
Rise

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Irmin :: Vocals;
- EG Orkan :: Guitars;
- Insanus :: Guitars;
- Var :: Bass;
- Hoskuld :: Drums;
- Gabriele Hyde Gilodi :: Orchestrations;

Guests:
- Lupus Nemesis in the role of Varus :: clean vocals/choirs; scream vocals on tracks 4, 9 and 11)
- Davide Cicalese in the role of Germanicus :: (scream vocals on track 15);
- Kyrah Aylin in the role of Thusnelda :: (clean vocals on track 13);
- Zilath Mekhlum in the role of Flavus :: (scream vocals on track 14);
- Haiwas in the role of Inguiomerus :: (scream vocals on track 3);
- Luciano Caratto in the role of Emperor Augustus and the Narrator :: (spoken parts);

 

Genere:
Folk / Black Metal

 

Durata:
1h 2' 15"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.09.2023

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Rise” è in nuovo secondo disco dei torinesi Gotland, band già resasi nota per le proprie tendenze folk black death pagan metal evocanti le gesta del popolo romano esternate con un mix che abbraccia inesorabilmente una compatta linea compositiva. I ben diciassette brani che caratterizzano questo nuovo lavoro si alternano attraverso linee compositive dirette all’interno delle quali, un growl in lingua madre, unificato alle sfuriate ritmiche di chitarra e batteria rendono enormemente potente l’uscita del lavoro. All’interno delle tracce, inoltre, la band, si serve spesso di elementi sinfonici ma anche e soprattutto di contesti che vedono convogliare in alcune tracce viole, violini, arpeggi e quanto di più folk esista; le orchestrazioni maestose a cui si richiamava più sopra, ricordano non poco band quali Cradle of Filth, Fleshgod Apocalypse e Septicflesh ben reinterpretate dai Gotland anche con l’immissione di un certo inedito tecnicismo che, rispetto al debutto non avevamo poi avuto il piacere di omaggiare. Le tracce, stante in alcuni casi una lunghezza appena oltre la media, risultano tutti assai coinvolgenti a cominciare da “The Downside” e da “Insidia”, due brani di enorme portata ricchi di pathos ma allo stesso tempo di una emozionante miscela tra death e black metal. Ciò che in ogni caso va omaggiato, è inoltre il fatto che la band, solo in rarissime circostanze, ricorre alle narrazioni e recitazioni, spesso sin troppo utilizzate da altre band e che hanno comportato, per le orecchie di chi ascolta, solamente contesti noiosi e monotoni risultanti da un inutile abuso esercitato per allungare la durata dei brani. Quello che offre questo “Rise” nel corso dell’ascolto, invece, come nel caso anche di altri brani in scaletta, tra cui ancora “Slaughtered Centurions”, ma ancora “Spiriti nelle tenebre” o “The Dishonor” è una genuinità compositiva unica ma parimenti pregevole, ricca di moltissimi elementi capaci di dimostrare l’essenza di una modalità diversa di conquistare la propria platea attraverso anche la spettacolarità scenografica. Le sorprese continuano ancora con “Ballata del Tradimento”, in cui compare un clean femminile dalle tendenze liriche che si alterna al gutturale growling maschile; ogni traccia risulta sempre diversa dall’altro dall’altra ma ciò che le accomuna tutte è l’indiscussa forza insita di questa band. Un disco dai contenuti ottimi, da avere senza esitazione alcuna.

Track by Track
  1. Foedus [Intro] S.V.
  2. Roman and Cheruscan 80
  3. The Downside 85
  4. Insidia 85
  5. Expectatio [Interlude] S.V.
  6. Deception 80
  7. Traitor or Savior 80
  8. Clades Variana [Interlude] S.V.
  9. Slaughtered Centurions 80
  10. Spiriti nelle Tenebre 85
  11. The Dishonor 85
  12. Imperium Non Obliviscitur [Interlude] S.V.
  13. Ballata del Tradimento 80
  14. The Same Blood 80
  15. Visurgis 80
  16. Invictus [Interlude] S.V.
  17. Rise 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
82

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 08.02.2024. Articolo letto 1021 volte.

 

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