Embrace My Ruin «Kamaratòn» (2024)

Embrace My Ruin «Kamaraṭn» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
15.10.2025

 

Visualizzazioni:
293

 

Band:
Embrace My Ruin
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Titolo:
Kamaratòn

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Raffaele Di Maio :: Bass, Vocals;
- Marcello D’Anna :: Guitars;
- Davide Di Cioccio :: Guitars;
- Mauro Di Maio :: Keyboards;
- Daniele Ciao :: Drums;

 

Genere:
Funeral Doom

 

Durata:
54' 46"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
04.10.2024

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Funeral doom e metal di matrice malinconica, sono le tematiche che emergono dal debutto dei partenopei Embrance My Ruins intitolato “Kamaratòn", pubblicato per Endless Winter. Le sei tracce del disco che sfiorano l’ora di ascolto, sono per lo più composti da riff malinconici e growl profondi che ricordano in parte band del calibro di My Dying Bride e Shape Od Despair. Il synth, tra gli strumenti in uso al quintetto offre un contesto sempre malinconico sia in assetto piano che con annessi effetti e la chitarra, di pari passo genera dei riff piuttosto potenti e graniti nel tentativo di rafforzare al meglio l’effetto desolante ed oscuro preposto dalla band. L’ascolto volge in un’unica direzione i cui effetti risultano praticamente pesanti dall’inizio alla fine e tutto ciò, dato il genere della band, è solo estremamente positivo; brano dopo brano, la band affronta in maniera decisa tra riff e andature costantemente lente la propria tematica come nel caso dei brani “Kamaratòn” il cui clima oscuro propaga un senso di inquietudine che difficilmente si dimentica; il ronzante riff di “Unmourned” è poi quello che apre le porte ad un altro scenario fatto di malinconia e solitudine dove il gutturale growling riporta ad un contesto di potenza ed espressività unica; altro brano di livello è poi “A Winter Comes” contesto nuovamente aperto da note di chitarra distorte che danno poi impulso al lento e melmoso andamento potente e accattivante che a tratti ci ricorda i maestosi Amorphys. Un disco di livello la cui unica pecca è forse la lungaggine dei brani che, agli occhi dei meno esperti, potrebbe apparire un po’ noiosa e monotona.

Track by Track
  1. Through a Shattered Glass 75
  2. Kamaratòn 80
  3. Unmourned 75
  4. The Deepest Ocean 80
  5. As Winter Comes 80
  6. Pareidolia 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
79

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 15.10.2025. Articolo letto 293 volte.

 

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