The Haunted + God Forbid + God Dethroned
06.12.2005
Band:
The Haunted
God Forbid
God Dethroned
Luogo dell'Evento:
Officine Estragon
Città:
Bologna
Promoter:
Hard Cash Management
Autore:
Jerico»
Visualizzazioni:
2210
Live Report
Certo…il piatto era interessante… The Haunted e God Forbid in una sola data, due dei miei gruppi “perla” di sempre…non potevo certo perdermeli. Non tanto per i The Haunted dai quali, avendoli già visti live per due volte (nel 2003 a Como e nel 2004 a Cesena), m’attendevo solamente delle conferme almeno in chiave live… anche visto il loro recente, ed a mio avviso piuttosto deludente, rEVOLVEr. Ma i God Forbid… st’americanacci del New Jersey… con le loro sonorità particolarmente contorte ed accattivanti, ero proprio curioso di assaporarli anche su stage nella speranza che non deludessero l’impatto che da CD sono sempre riusciti ad esternare.
E allora… senza indugi… si parte in direzione Bologna, per giungere (dopo un infinito ed estenuante giro sulla tangenziale ribattezzata poi “l’Ottovolante!”) alle Officine Estragon, giusto in tempo per l’apertura dei cancelli, alle 21.00. Il locale è veramente carino e ben congegnato per eventi di questa portata.
Da li a poco i primi a calcare le scene sono gli olandesi GOD DETHRONED. Capitanati dal loro chitarrista-cantante Henri Sattler, ed accompagnati da un ottimo muro sonoro, caldo ed avvolgente, hanno sfoderato un ottimo spettacolo con grooves pesanti quanto accattivanti. A dirla tutta, “mea culpa”, l’intera esibizione dei God Dethroned l’ho ascoltata dal fondo della sala, mentre insieme al mio compagno di trasferta Rodeath si scambiavano quattro chiacchiere in compagnia di Anders Björler ed Patrik Jensen dei The Haunted, ricordando la disavventura condivisa al Vidia di Cesena l’anno precedente, quando durante il loro show avevano dovuto interrompere l’esibizione a causa di un’apparente fuga di gas (vabé, un po’ di goliardia non fa mai male!). Ad ogni modo, i God Dethroned hanno ripercorso le principali tappe della loro carriera proponendo le songs del recente “The Lair of the White Worm” e coinvolgendo il pubblico che man mano andava a riempire il locale. Gruppo promosso per professionalità ed impatto sonoro, anche se per i miei canoni, un po’ troppo statici e musicalmente un po’ troppo monocorda.
Durante il cambio palco, birretta al volo, rapida spulciata agli stands presenti alla ricerca del CD-Affarone… e poi di corsa alla conquista del fronte palco. Si attendevano i Manntis ma… quel chitarrista non è quello dei… ma si anche il batterista… ma allora… cacchio… i GOD FORBID!
L’intro di IV: Constitution of Treason, preludio della fantastica The End of the World, è stato veramente da brivido. Partenza che, per alcuni versi, m’ha ricordato la sensazione di una legnata tra i denti e poi, una volta smaltito lo stordimento, giù di headbanging a seguito di una setlist azzeccatissima che vedeva riproporre pezzi fantastici, presi alternativamente da Determination, Gone Forever e IV: Constitution of Treason, come Force-Fed, Broken Promise, Antihero, Chains of Humanity, Into the Wasteland, etc… Il minuzioso e preciso lavoro alle chitarre dei fratelli Coyle, “Doc” e Dallas, che con i loro sdoppiati caratterizzano senza ombra di dubbio il sound del combo americano, è stato egregiamente accompagnato da un Corey Pierce alla batteria a dir poco trascinante per quanto preciso, dal calore avvolgente delle note di basso del biondo John Outcalt, e dal carismatico e “simpaticaccio” Byron Davis alla voce. Il concerto dei God Forbid fila liscio… come le sottilette a 90°C… e grazie ad un eccellente lavoro dei tecnici di palco in meno di 15min è già il turno degli headliner della serata... i THE HAUNTED!
Come da copione, il gruppo svedese parte in quinta con la loro No Compromise. Peter Dolving è un discreto animale da palco, che riesce facilmente a catalizzalizzare l’attenzione del pubblico con le sue particolari movenze ed espressioni. Ma le macchine che ieri hanno mandato avanti i The Haunted si chiamano Patrik Jensen (chitarra) e Per M. Jensen (batteria). Sono stati loro il motore della serata Bolognese del gruppo di Göteborg, e sono loro che hanno trascinato i giù di corda gemelli Björler (Anders alla chitarra e Jonas al basso). Anders in particolare, è stato penalizzato da continui problemi d’accordatura e da un paio d’assoli che sbagliare è davvero “peccato mortale”. La scaletta vede l’esecuzione dei nuovi brani come All Against All, Fire Alive, per arrivare a Shadow World, D.O.A. e Bloodletting del loro One Kill Wonder, Dark Intentions, Bury Your Dead, Trespass da Made me Do It fino alla evergreen In Vein, Bullet Hole dal loro omonimo debout album The Haunted… pezzi da 90 insomma…anzi…da 99!
Ahimè, le note dolenti arrivano sulla scia di pezzi da “riempiticcio” inseriti sul nuovo CD, come ad esempio Abysmal, che in sede live non hanno ragione d’esistere e non hanno altro effetto che smosciare di brutto il pogo scatenato dai brani precedentemente listati e di quando in quando provocare alcuni sbadigli in mezzo al pubblico. La chiusura poi, riservata a My Shadow è da dimenticare… ma magari si rifanno col bis?…niente bis! Mh!
Morale della favola, in quest’episodio del “Vediamo chi vince”, la spuntano i God Forbid con un buon 10 a 6. Ed hanno vinto bene!
Cosa mi porto a casa dopo questo concerto? Il dual-cd del nuovo God Forbid, le foto ricordo fatte con Byron Davis prima e con Anders Björler ed Patrik Jensen poi, la legnata sui denti del muro sonoro dei God Forbid, quel gusto un po’ amaro di cose perdute… post live dei The Haunted, e soprattutto quel gusto di cipolla che il Burger King di Firenze m’ha regalato per quasi tutta la trasferta! Trasferta che, cipolla a parte, m’ha lasciato pienamente soddisfatto. Un plauso particolare all’organizzazione della serata: un concerto di questa portata e risultato finale vale tutti i 17€ dell’ingresso. Mi auguro che si continui su questa strada. Alla prossima!
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Recensione di Jerico Articolo letto 2210 volte.
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