Corde Oblique «The Moon Is A Dry Bone» (2020)

Corde Oblique «The Moon Is A Dry Bone» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
28.11.2020

 

Visualizzazioni:
863

 

Band:
Corde Oblique
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Titolo:
The Moon Is A Dry Bone

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Riccardo Prencipe :: classic acoustic and electric guitars, ebow
Rita Saviano :: vocals on tracks 3, 8, back vocals on tracks 2, 6, 7
Edo Notarloberti :: violin
Umberto Lepore :: bass
Alessio Sica :: drums
Luigi Rubino :: piano on track 8
Michele Maione :: frame drums, percussions
Carmine Ioanna :: accordion

 

Genere:
Progressive Ethereal Folk

 

Durata:
42' 55"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
03.04.2020

 

Etichetta:
Dark Vinyls Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
PR Lodge Music Promotion
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Metaversus - Press & Promo
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Recensione

Ottavo disco per i Corde Oblique, che con questo “The moon is a dry bone” ci propongono una musica del tutto estranea al rock e al metal, e che nella biografia coniano il termine “folkgaze”, ovvero un’unione di musica folk mediterranea e shoegaze, il tutto per 10 brani più cover degli Anathema spalmati in quasi 43 minuti di musica.
A dire la verità, io preferirei di più il termine folk prog acustico, visto che qui i brani hanno sostanzialmente poco a che fare con le atmosfere diafane tipiche dello shoegaze, ed è molto più presente una cangianza all’interno dei brani, ravvisabile nel tribalismo stile Tazenda di “Le torri di Maddaloni” o nella austera “Il figlio delle vergini” o specialmente in “Il terzo suono”, il tutto per un sound limpido e spesse volte solare, anche se dal tocco non sempre mediterraneo, e con l’eccezione della title track, che invece suona come una cosa a sé stante, molto più oscura e perfino disarmonica. Questo è “The moon is a dry bone”: è un disco interessante e ricercato, fatto di brani leggeri e cantabili, per palati sopraffini e che rifuggono il sapore più deciso della musica che qui siamo più esperti nel recensire.
In conclusione, “The moon is a dry bone” rappresenta un disco senz’altro diverso dal metal, ma che nondimeno costituisce un episodio gradevole e suggestivo per chi ama queste emozioni in musica, forse col difetto di non avere un brano un po’ più easy listening e che faccia da summa compositiva, ma ci accontentiamo. Se questo è lo stile musicale che cercate, provate a dare una chance di acquisto a questo “The moon is a dry bone”.

Track by Track
  1. Almost Blue 70
  2. La strada 70
  3. The moon is a dry bone 65
  4. Le grandi anime 75
  5. Le torri di Maddaloni 75
  6. Il figlio delle vergini 75
  7. La casa del ponte 70
  8. Temporary Peace (Anathema Cover) S.V.
  9. Il terzo suono 75
  10. Herculaneum 70
  11. Almost blue II 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
72

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 28.11.2020. Articolo letto 863 volte.

 

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