I Giardini Di Chernobyl «Duel» (2019)

I Giardini Di Chernobyl «Duel» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Betty Page »

 

Recensione Pubblicata il:
29.03.2020

 

Visualizzazioni:
1152

 

Band:
I Giardini Di Chernobyl
[MetalWave] Invia una email a I Giardini Di Chernobyl [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di I Giardini Di Chernobyl

 

Titolo:
Duel

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Emanuele Caporaletti :: Chitarra e voce;
- Andrea Bianchini :: Basso;
- Archelao Macrillò :: Batteria,percussioni e basi.

 

Genere:
Alternative metal / Nu metal

 

Durata:
46' 59"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
11.10.2019

 

Etichetta:
Revalve Records
[MetalWave] Invia una email a Revalve Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Revalve Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Revalve Records

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Petecuta Media Music
[MetalWave] Invia una email a Petecuta Media Music [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Petecuta Media Music

 

Recensione

Nuovo album per “I Giardini di Chernobyl”, band alternative metal nata a Recanati nel 2014. “Duel”, questo è il nome del nuovo album, è un disco che trae le proprie ispirazioni, oltre al dichiarato (ed evidente) nu metal, i Nine Inch Nails di Trent Reznor, con cui condivide le atmosfere oscure e malinconiche. Il disco è assolutamente apprezzabile dal punto di vista musicale, ed interessante sotto il profilo dei testi, anche se proprio nella voce del cantante e compositore Emanuele Caporaletti trovo l’unico difetto di un album indubbiamente piacevole da ascoltare. L’aspetto vocale, infatti, è l’unico aspetto che mi lascia perplessa. Ascoltando tutte le track in successione, l’impressione che se ne trae è quella di una ripetitività nei toni, di una monotonia spezzata solo in alcuni pezzi come “Vera”, che ha forse la migliore parte vocale, o in “Grizzly” (la mia preferita), dove il tono è più rabbioso e dona al brano uno slancio che la rende unica ed originale. Ciò non toglie che i brani, presi singolarmente, siano assolutamente validi e meritevoli di ascolto, ma avrei preferito, con riguardo all’album nella sua complessità, un approccio meno “caratterizzato” e più aperto ad una varietà vocale che Emanuele Caporaletti sembra già possedere nelle proprie corde. A parte questo, che più che un difetto potremmo definire una imperfezione del disco, l’aspetto musicale è assolutamente interessante. I nuovi acquisti de “I Giardini di Chernobyl”, Andrea Bianchini al basso e Archelao Macrillò alla batteria e percussioni, svolgono benissimo il proprio compito, creando dei ritmi vigorosi ed intensi, e sostengono benissimo il “wall of guitars” costruito dallo stesso Caporaletti. Buona, quindi, la prova data da “Duel”, che fa ben sperare per una ottima evoluzione della band.

Track by Track
  1. Duel 60
  2. Oceania 65
  3. Hush 60
  4. Phoenix B 65
  5. Vera 70
  6. Profondo Blu 60
  7. Edgar 60
  8. Grizzly 75
  9. Hieronymus 60
  10. La Stanza Rossa 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Betty Page » pubblicata il 29.03.2020. Articolo letto 1152 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • 11 Mag. 2024 Nanowar of Steel + Trick or Treat @ "Duel Club", Napoli (NA)