Atertrip «The Wind Between» (2019)

Atertrip «The Wind Between» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
27.03.2020

 

Visualizzazioni:
959

 

Band:
Atertrip
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Titolo:
The Wind Between

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Greta Salvalai :: Vox
Tommaso Marchesini :: Guitars
Eleonora Ricci :: Keyboards
Federico Salvarani :: Bass
Federico Bedostri :: Drums

 

Genere:
Progressive Rock

 

Durata:
27' 4"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
20.09.2019

 

Etichetta:
Volcano Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Volcano Promotion
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Recensione

Per descrivere l’Ep di debutto degli Atertrip da Modena che ci propongono (a loro dire) un mix tra Post Rock e Prog rock/metal, rispondo citando le parole di un amico mio che fa anche lui Post: “Per post ormai s’intende tutto e niente”. Questa è infatti una buona morale di fondo del pur discreto “The wind between” di questo quintetto, che a scapito della autodefinizione di cui sopra, per me suonano rock leggero, con solo un po’ di Post ogni tanto a rendere l’atmosfera più diafana e avvolgente, coadiuvata dal fatto di rifuggere la tipica struttura della forma canzone.
L’ascolto di brani come “From here” o “Spark” o “Hidden sights” infatti mi rimandano più a quanto sentito dai The Cardigans in brani non da singolo, addirittura, dove un rock leggero e vagamente sognante la fa da padrone, ma tutto per un tocco molto easy listening e in verità anche piacevole nel secondo brano, e fortunatamente anche con un buon senso melodico che spesso affiora durante l’ascolto. IL tutto per un ascolto quindi un po’ sui generis e spiazzante, ma globalmente riuscito, semmai con l’unico difetto di essere un po’ vago nel definire la propria identità musicale, visto che delle restanti due tracce “Ghostwriter” è una strumentale suonata e lungi dal post, con un mood che può sembrare progressive, ma che a me sembra più un tema musicale non lavorato dei primi Theatre of Tragedy per questo tocco drammatico, mentre la conclusiva “Closure” è solo un arpeggio con vocalizzi, ed entrambi questi brani sono non male, ma anche fini a sé stessi.
Gli Atertrip suonano non male per essere un gruppo all’esordio, ma secondo me la loro identità musicale ha luci e ombre, nel senso che possiede buone idee ma non è tanto a fuoco e forse si ostina a lambire più influenze di quelle che in realtà gli viene naturale di fare. Per ora questo Ep è discretamente riuscito, ma per me l’identità musicale della band si può definire meglio.

Track by Track
  1. From here 70
  2. Spark 70
  3. Ghostwriter 60
  4. Hidden sights 65
  5. Closure 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 27.03.2020. Articolo letto 959 volte.

 

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