Bretus «Aion Tetra» (2019)

Bretus ŤAion Tetrať | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
18.02.2020

 

Visualizzazioni:
965

 

Band:
Bretus
[MetalWave] Invia una email a Bretus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Bretus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Bretus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Bretus [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Bretus

 

Titolo:
Aion Tetra

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ghenes :: Guitars and Fx
Zagarus :: Vox
Janos :: Bass
Striges :: Drums

 

Genere:
Doom Metal

 

Durata:
43' 16"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.09.2019

 

Etichetta:
Ordo MCM
[MetalWave] Invia una email a Ordo MCM [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Ordo MCM [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Ordo MCM

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Interessante quarto disco per i Bretus da Catanzaro, una band di cui avevo sentito qualcosa in passato, e che con questo “Aion Tetra” arriva a cambiare leggermente il tiro della loro proposta, da uno sludge/doom a ciò che potremmo definire Doom metal, con la prima componente predominante, e la seconda rappresentata da un sound più snello e meno impostato sui bassi, che mi ricorda i Cathedral degli esordi.
Le premesse sono interessanti, e fortunatamente sono mantenute: “Aion Tetra” è un disco che non ti colpisce per momenti di spicco nelle canzoni. Il suo effetto è quello di un diesel, che si sente sulla distanza e con l’opener che potrebbe non sembrare chissà cosa in quanto a personalità, ma ti accorgi delle direttive compositive che si vanno delineando a metà dei riff ficcanti e tipo certo metal classico di “Priests of chaos”, cosa ricorrente nell’album. Da qui in poi il sound si conferma più orientato sul rock e raramente sconfina sulle saturazioni dello stoner, tanto più che la voce dona un certo qual effetto Danzig nella seconda metà del disco, coronato dalle migliori “Mark of evil”, classica ma riuscita, e da “City of frost”, in cui dei riffs interessanti di chitarra si accompagnano a una coralità che di colpo assume caratteristiche ipnotiche e corali davvero ammirevoli.
Dunque un capolavoro? Ma diciamo piuttosto un bel disco, perché per quanto i Bretus colpiscono positivamente, va detto che secondo me suonano un po’ troppo sotto le righe e che preferiscono un andamento sicuro ma anche che potrebbe scoraggiare chi ama un sound più frizzante, senza contare alcuni momenti di stanca, come la ordinaria “Cosmic crow”. Non si tratta tuttavia di cose gravi. “Aion tetra” è e resta un bel disco doom metal, consigliabile agli amanti di questo genere, e con una particolare predilezione per chi lo preferisce non del tutto scisso dal metal, proprio come agli albori del genere.

Track by Track
  1. The third mystic eye 70
  2. Priests of chaos 75
  3. Prisoner of the night 75
  4. Aion tetra - Intermezzo S.V.
  5. Deep space voodoo 65
  6. Mark of evil 80
  7. Cosmic crow 65
  8. Fields of mars - Intermezzo S.V.
  9. City of frost 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 18.02.2020. Articolo letto 965 volte.

 

Articoli Correlati

Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.