Tyrants «Union» (2019)
Tyrants
Titolo:
Union
Nazione:
Italia
Formazione:
Aerioch :: Vocals
Sinthoras :: Guitar, Orchestra
Aeternus :: Drums
Endymion :: Keyboards
Seth666 :: Bass
Nagual :: Guitar
Genere:
Symphonic Black Thrash Metal
Durata:
44' 23"
Formato:
CD
26.04.2019
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Normalmente per scrivere le recensioni mi tuffo direttamente a parlare di musica, ma per i Pescaresi da Penne Tyrants c’è da fare una premessa sul genere che propongono. Il symphonic black metal (escluderei il thrash che loro citano) è un genere ormai desueto. Non sono io a dirlo, ma il fatto che tanti anni fa questo genere era presente sia nel mainstream che nell’underground, e oggi invece non lo fa quasi più nessuno, e quei pochi lo fanno con risultati più o meno buoni, ma che non riescono affatto ad invertire la tendenza. Scrivere un buon album Symphonic black metal è dunque molto difficile attualmente, e il risultato potrebbe fallire in tanti modi. E “Union” ce la fa? In poche parole, abbastanza.
Sin da “Eutanasia”, infatti, appare evidente che i Tyrants conoscono quel feeling del black sinfonico che fu, con la tastiera vivace e che va a sostituire la chitarra solista, rendendosi strumento protagonista del disco e suonando molto come certi gruppi tedeschi di inizio anni duemila come Ordo Draconis o Menhir, per un risultato vintage, nostalgico eppure riuscito, che si conferma nelle partiture da inno di “The cry of sin” dove escono allo scoperto sia qualche appoggio un po’ vistoso agli Immortal, sia curiosamente anche una vena Symphonic ma non black, dove il sound diventa melodico e molto cesellato ma comunque d’impatto e impostato su potenti tempi medi come in “The keys of our chains”. E se quest’ultimo brano insieme a “Menzogne” riesce a distinguersi come il sound più rappresentativo dell’album, le influenze symphonic non black escono fuori particolarmente in “Cordoglio”, una suite di ben 20 minuti temeraria, dove la band (incredibile a dirsi) riesce a tenere sveglia l’attenzione. Certo, ci si appoggia molto al symphonic, alla lunghezza di certi stacchi strumentali e alla chitarra solista, ma la band riesce a metterci bene del proprio senza annoiare, e sorprendendo per quanto questa band non si tira indietro e sa suonare anche fuori dalla propria comfort zone. Tuttavia, un difetto c’è: se ai Tyrants non mancano coraggio, atmosfera e temerarietà, è anche vero che l’assalto nero manca un po’ e servirebbe più violenza o mordente; tanto per farci capire, ci manca ancora un certo tiro delle composizioni che fa fare headbanging sfrenato, tipo “Dreamside Dominions” dei Dimmu Borgir, o la sberla in faccia di “Symphonies of Infernality” dei Thyrane. Il tutto è rimpiazzato da una bella vena “symphonic non black” che ci piace, ma che sopperisce alla sberla in faccia fino a un certo punto.
Insomma: “Union” ce la fa abbastanza. Mentre certi dischi symphonic black metal moderni suonano vuoti, altri suonano “wannabe”, altri suonano poco convinti, e molti altri suonano iper prodotti, questo disco dei Tyrants suona naturale, retro e anche che propone stilemi musicali passati che non si usano praticamente più. Il disco dunque c’è, e lo consiglio a chi non ha mai dimenticato cosa sia il symphonic black metal che non sia quello rovinato da qualche nome storico ma finito, e di rimando anche agli amanti del Black Metal in generale, così tra l’altro si vede anche quanto è rimasto del bacino d’utenza di questo genere musicale.
Track by Track
- Eutanasia 75
- The cry of sin 80
- Io ti maledico 75
- The keys of our chains 75
- Menzogne 80
- Cordoglio 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 80
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
76Recensione di Snarl » pubblicata il 02.06.2019. Articolo letto 1811 volte.
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