Grave «A Trip To Mustafar» (2018)

Grave «A Trip To Mustafar» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
20.01.2019

 

Visualizzazioni:
1346

 

Band:
Grave
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Titolo:
A Trip To Mustafar

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Marco Murello :: Lead Guitar
Davide Pillino :: Bass Guitar
Demos Zanelli :: Drums
Matt Karat :: Guest Synthesizer

 

Genere:
Stoner / Post-Rock / Alternativo

 

Durata:
34' 56"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2018

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Cos’è questo, il nuovo disco della classica Death Metal band svedese Grave? No, è il secondo Ep di un omonimo gruppo che proviene da Udine e che propone stoner strumentale, che condensa 4 canzoni in quasi 35 minuti di musica globalmente definibile con uno stile che sta a metà tra lo Stoner più tipicamente rock e lo Space Rock. Una proposta musicale dunque invero abbastanza comune e diffusa, da cui ogni tanto escono bands degne di nota, ma anche bands dall’interesse marginale o dimenticabili, per vari motivi. E purtroppo “A trip to mustafar” finisce nella seconda delle fasce di bands poc’anzi descritte.
L’ascolto di questo Ep infatti rivela una band che svolge il proprio lavoro in maniera ascoltabile, ma la cui identità sonora suona molto vaga e non ben definita, limitando la riuscita delle canzoni a buoni riffs più o meno concatenati e nulla più, con una “Space Embryo” decisamente troppo lunga, diluita e non imprescindibile, così come “The Incredible Duna Man” che soffre dello stesso problema e di un riff a 6:40 circa che si appoggia troppo a qualcosa degli Zippo di “The road to knowledge”. I due brani successivi accorciano un po’ la durata, ma incredibilmente la situazione non cambia: ci si trova sempre di fronte a dei riffs che creano anche una buona atmosfera, ma che rimangono tali per tutto il brano, che tra l’altro è strumentale senza un vero e proprio motivo, visto che un cantato non solo ci sta bene, ma avrebbe anche aggiunto più idee e nervature ai brani.
Insomma: “A trip to mustafar” dei Grave non è male in sé ma è molto dimenticabile, va poco oltre a un compendio di riffs concatenati e fini a sé stessi, e in definitiva ciò che fanno loro lo fanno tantissimi altri ma con risultati migliori.

Track by Track
  1. Space Embryo 50
  2. The incredible Duna man 50
  3. Johnny Greender story 55
  4. Safara' 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 50
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
53

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 20.01.2019. Articolo letto 1346 volte.

 

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