Ozaena «Necronaut» (2017)

Ozaena «Necronaut» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
27.06.2017

 

Visualizzazioni:
1765

 

Band:
Ozaena
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Titolo:
Necronaut

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Valerio Cascone :: Vocals
Stefano Bussadori :: Guitars
Eugenio Carreri :: Bass
Shadi Al Amad :: Drums

 

Genere:
Groove Metal

 

Durata:
33' 18"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2017

 

Etichetta:
Time To Kill Records
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Distribuzione:
Goodfellas
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Code7 Distribution
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Plastic Head
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Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Secondo album per i romani Ozaena, fautori di un groove metal piuttosto melodico e che per questo “Necronaut” ci propongono 8 brani più intro per una durata appena superiore ai 33 minuti. Ci si può aspettare di tutto con questa definizione musicale, come una versione più melodica dei Pantera, o come una band nu metal. La realtà qui consiste in una manciata di brani invero non male, ma contraddistinti da una certa mancanza di originalità e di tendenza alla semplicità dei riffs che rendono “Necronaut” comunque scorrevole, ma comunque poco personale e in generale anche un po’ già sentito.
Questo infatti appare evidente in “From the hollow”, una opener sicuramente pesante e massiccia, ma anche troppo semplice in certi riffs e in generale un po’ lenta ritmicamente, mentre in altri brani come “Ghost Inside” le ritmiche sono meno affossate e più incisive, ma non sempre la chitarra si fa notare come dovrebbe. Fortunatamente qua e là ci sono degli episodi positivi che mostrano una band coesa, come la title track, la vivace “Pale light” o la più diretta “Kneel down”, con tanto di assolo con fuga finale, ma a questi si devono accostare anche episodi più anonimi e meno ispirati, come la insipida “Second sight” o “Highest wall”, in cui si nota come gli Ozaena a volte per giocare con la ritmica finiscono per spezzettare troppo la canzone e a farle perdere il senso complessivo.
In generale, dunque, gli Ozaena ci dimostrano di saper scrivere qualche bel brano e in generale hanno buone capacità, ma i difetti ci sono e sono anche abbastanza evidenti, tra tutti una certa mancanza di originalità, troppa insistenza sui tempi medi e un equilibrio tra idee ritmiche e chitarristiche ancora un po’ fragile, che a volte pende tropo da una parte e a volte troppo dall’altra. Ciò non toglie che “Necronaut” è comunque un album abbastanza consigliabile per chi apprezza il groove più tecnico e meno tipicamente metal.

Track by Track
  1. Phase One - Intro S.V.
  2. From the hollow 65
  3. Ghost Inside 65
  4. Pale light 70
  5. Necronaut 70
  6. Second sight 60
  7. Highest wall 60
  8. Kneel down 70
  9. We are one 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
66

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 27.06.2017. Articolo letto 1765 volte.

 

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