Summit «The Winds That Forestall Thy Return» (2016)

Summit «The Winds That Forestall Thy Return» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
20.07.2016

 

Visualizzazioni:
1136

 

Band:
Summit
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Titolo:
The Winds That Forestall Thy Return

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- G. :: All Instruments;

 

Genere:
Stargazing

 

Durata:
35' 33"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
15.06.2016

 

Etichetta:
I, Voidhanger Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Su base mista tra prog, ambient, o se vogliamo stargazing, Summit, progetto one man band per l’italianissimo Gabriele Gramaglia, presenta questo suo debut album intitolato “The Winds That Forestall Thy Return”, forgiando cinque tracce prettamente strumentali all’interno delle quali il compositore genera sonorità sostanzialmente profonde nei contenuti e allo stesso tempo nitide e lente come un doom. I passaggi tra una dinamica e l’altra risultano decisamente abissali grazie agli effetti del synth capace di rendere il tutto particolarmente attraente. Non male neanche l’utilizzo della chitarra nei contesti acustici utilizzati in alcuni brani come sottofondo per l’inserimento di ambientazioni strumentali sempre generate in synth. I cinque brani propongono delle atmosfere decisamente rilassanti, di tanto in tanto si assiste a qualche sfuriata più incentrata su una specie di stoner decisamente contornato da effetti sonori plurimi. “ Hymn Of The Forlorn Wayfarer” si presenta come brano d’apertura offrendo una dinamica strumentale quasi a similare un doom, dal cui sottofondo emergono contesti sonori moderati e incisivi sotto l’aspetto talvolta del prog per assumere successivamente andature più cupe e riflessive prettamente ambient. Sulla scia del primo brano apre le danze il successivo “Pale Moonlight Shadow”, all’interno del quale vede un inedito ruolo come guest il bassista statunitense Nicholas McMaster dedicandosi ad un apporto vocale quasi lontano e dispersivo supportato da una musicalità multidimensionale realizzata dall’autore tra drum machine, campionatori, sonorità distorte e acustiche di chitarra in un progressive moderato; segue un brano diviso in due parti “The Winds That Forestall Thy Return, pt. I - A Gleaming Aurora In The Northern Skies”, ambient con nitide venature industrial all’interno del quale il ruolo cardine viene nuovamente a svilupparti sulla moltitudine di sonorità d’effetto realizzate in synth e chitarra; con un approccio decisamente diverso si presenta la seconda parte “The Winds That Forestall Thy Return, pt. II - Anguish and Resignation” dalle sonorità progressive quasi stoner ma pregne di sonorità rock sinfoniche, quasi sottotono, dall’effetto decisamente particolare; quanto al conclusivo “Aeons Pass, Memories Don't Fade” si assiste ad un nuovo ambient progressive generato da sonorità di batteria musicalmente accompagnate da un vai e rivieni di banjo sulla cui base il synth propone l’ormai contesuale gioco di sonorità ambient. Accordi spigolosi, sonorità del basso quasi sotto tono, effetti generati su contesti quasi ambient, rendono in conclusione questo lavoro creativo tanto da generare un viaggio che intercorre tra quella sottile linea strumentale in costante movimento generata da contesti relax fino ad altri decisamente irruenti, progressive, quasi rock, che non consentono mai stasi o monotonia.

Track by Track
  1. Hymn Of The Forlorn Wayfarer 70
  2. Pale Moonlight Shadow 75
  3. The Winds That Forestall Thy Return pt. I - A Gleaming Aurora In The Northern Skies 75
  4. The Winds That Forestall Thy Return pt. II - Anguish and Resignation 75
  5. Aeons Pass, Memories Don't Fade 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 20.07.2016. Articolo letto 1136 volte.

 

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