Vitaly «The Darkest Love» (2005)

Vitaly «The Darkest Love» | MetalWave.it Recensioni Autore:
BurdeN »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1314

 

Band:
Vitaly
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Titolo:
The Darkest Love

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Tommy Vitaly :: tutti gli strumenti
Stefano Senesi :: voce/cori

 

Genere:

 

Durata:
17'

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Esordio nel oscuro mondo dell’underground anche per i gothrockers Vitaly, una band composta certamente da gente che un minimo di esperienza la possiede, e si sente immediatamente da due fattori, una produzione molto curata e vellutata quanto basta, ma anche molto cristallina e pulita che si unisce ad una cura degli arrangiamenti molto equilibrata, mai stucchevoli e ampollosi come spesso accade con queste sonorità.
Il difetto principale, togliamoci subito il dente malato, risiede nella sua oggettiva mancanza di originalità e innovazione, c’è una forte dipendenza da ciò che proviene dalla fredda Finlandia, The 69 Eyes in primis, soprattutto quando si parla di tastiera e arpeggi di chitarra, ma mi sembra sbagliato non sottolineare il fatto che i Vitaly sono uno dei pochi casi credo in cui a farla da padrone non ci sia quel tipico vocione baritonale da “goticone”, cliché veramente abusato all’inverosimile ormai, tranne forse nella conclusiva “In Blood We Trust”, per chi scrive la canzone migliore, forte di un riff più metal oriented che rock che ben si amalgama con le atmosfere malinconiche del gruppo, ma anche il resto non è da buttar via questo è certo, cito qui “The Darkest Love” e “Kissing The Rose”, molto orecchiabili e trascinanti, anche se come detto prima difettano di una certa mancanza di freschezza.
Ma quello su cui mi preme spendere due parole, purtroppo negative riguardano i titoli e i testi delle canzoni, ragazzi veramente non ci siamo, un concentrato di pacchianeria da oscar, possibile che non si riesca a trovare qualcosa di meglio che le solite rose nere, sangue e solitudine? Almeno cercate di trattarli in modo differente, non con cotanta evidenza, ormai non fa più effetto, ma suscita spesso e volentieri l’ilarità da parte degli ascoltatori.
Per quanto mi riguarda un prodotto sufficiente nella forma, ma che difetta nella sostanza, comunque buono per tutti i fans di The 69 Eyes, HIM, e compagnia bella.

Track by Track
  1. The Darkest Love 60
  2. Kissing the Rose 60
  3. Church Of Solitude 62
  4. In Blood We Trust 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
64

 

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