Zorormr «IHS» (2013)

Zorormr «Ihs» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
18.10.2013

 

Visualizzazioni:
908

 

Band:
Zorormr
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Titolo:
IHS

 

Nazione:
Polonia

 

Formazione:
Moloch :: Guitars, Bass, Vocals, Keyboards

 

Genere:
Occult Black Metal

 

Durata:
42' 38"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
03.03.2013

 

Etichetta:
Seven Gates Of Hell
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ad Aristotele un giorno fu chiesto: “Come si fa a capire se un libro è buono?”, e lui rispose: “Contano tre cose: se l’autore ha detto tutto ciò che doveva, come lo doveva dire, e se ha detto solo ciò che voleva dire”. Il secondo album della one man band Polacca chiamata Zorormr rappresenta un caso in cui il primo dei requisiti richiesti non è rispettato alla perfezione, ma tutto il resto sì.
Mi spiego: “IHS” è un disco che meraviglia e colpisce molto positivamente nelle prime tracce, ma verso la fine perde la bussola, i brani picchiano meno, diventano più generici e Moloch, unico autore dietro questo progetto musicale, si mostra meno attento ai dettagli delle sue composizioni, che passano via incolori. Questo è evidente ascoltando l’album: semplicemente, da “Abandon all hope” fino a “Upon the blood red throne” compresa, Moloch esegue dei brani convincenti, potenti e concisi, che alternano perfettamente momenti di furia e velocità ad aperture più melodiche, senza contare momenti più sperimentali (tipo la seconda parte di “Harrowing of hell”), o parti più evocative, tipo “At the heart of darkness”, e il tutto senza disdegnare delle interessanti parti di chitarra solista che non guastano mai. Se il disco si fosse mantenuto su questi standard, avrei considerati gli Zorormr tra le migliori bands europee emergenti in ambito black metal, al pari di Sacrilegious Impalement, Grabak e altri, ma purtroppo non è così. Da “Show no mercy!” in poi, il disco plana in quanto a intensità, suona stanco, residuale e più approssimativo, e ci troviamo di fronte a un quartetto di canzoni poco speciali, e con la sola “The ninth circle” a erigersi in parte da questa media. A dir la verità, non è tanto la qualità delle composizioni che annoia quanto l’arrangiamento delle stesse, con solo un pugno di riffs buoni, ma poco strutturati, quasi che fossero assemblati senza troppa cognizione di causa.
Insomma: un ottimo disco per un buon 60 per cento e anonimo alla fine. Poteva essere un gran bel disco, ma si rivela essere una piccola bomba sulla quale non garantisco per un effetto a lungo distanza. Consigliato per gli appassionati del genere.

Track by Track
  1. In hoc signo vinces 65
  2. Abandon all hope 85
  3. Harrowing of hell 85
  4. At the heart of darkness 80
  5. The sacrifice 80
  6. Thy Kingdom come 80
  7. Upon the blood red throne 80
  8. Show no mercy! 55
  9. The ninth circle 60
  10. Morning star rising 50
  11. I am become death 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 18.10.2013. Articolo letto 908 volte.

 

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