AA.VV. (Nazioni Varie) «The Final Resistance: A Tribute to Dark Tranquillity» (2013)

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Elbereth »

 

Recensione Pubblicata il:
18.04.2013

 

Visualizzazioni:
2237

 

Band:
AA.VV. (Nazioni Varie)
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Titolo:
The Final Resistance: A Tribute to Dark Tranquillity

 

Nazione:
Varie

 

Formazione:
Artisti Vari

 

Genere:
Vari

 

Durata:
1h 1' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
31.01.2013

 

Etichetta:
Suspiria Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
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Recensione

Un album tributo ai Dark Tranquillity? Troppo appetitoso per non sceglierlo tra le decine di album che arrivano costantemente alla webzine. Personalmente seguo la band scandinava dalla pubblicazione di Projector, uno dei miei album preferiti in assoluto è The Gallery, ho avuto la fortuna di stringere la mano e chiacchierare con i loquaci vichinghi biondo-criniti nel backstage dell’Agglutination Metal Festival in due occasioni diverse (2008-2012) e, oltre alla grandezza degli show proposti, non posso dimenticare la gentilezza, l’umiltà e la simpatia del sestetto svedese.

Detto questo spero di essere abbastanza obiettiva nell’analisi di queste quindici tracce.

Si parte con “Edenspring” (The Gallery, 1995) dei Serenity in Murder, symphonic death metal made in Japan, letti di tastiere accompagnano la vocalist Emi che, nonostante non raggiunga i livelli empatici del growl di Stanne, riesce ad uscirne a testa alta, i pesanti riff e il drumming ben dosato non fanno rimpiangere troppo l’originale. Cosa che non si può dire invece per “Dreamlore Degenerate” degli spagnoli Darkness by Oath, un tributo decisamente non riuscito alla opener di The Mind’s I (1997).

Si va avanti con uno dei capolavori della band di Gothenburg, da Projector (1999) i Suru scelgono “Therein”: qualità audio bassa, qualche tocco personale più o meno coerente con la struttura dell’originale, singing equilibrato ma, per quanto mi riguarda, Therein suonerebbe bene perfino se data in pasto alla banda di paese (con tutto il rispetto per le bande di paese).

Con “The Wonders at Your Feet” (Haven, 2000) gli spagnoli Dawn of Tears si cimentano in una bella prova: la voce di J.Alonso riesce quasi ad evocare la potenza e la profondità di Mr. Stanne nonostante qualche picco acido alla Filth, le chitarre e le tastiere brillano, soprattutto nella seconda parte del brano.

I The Descent si occupano invece di sgretolare, velocizzando e brutalizzando, il pathos e la trascinante melodia in background di “Final Resistance” (Damage Done, 2002). Estratta dallo stesso album, “The Treason Wall”, suonata dagli spagnoli Skydancer (dai, avrebbero potuto giocare un pò tra l’omonimia del nome della band e il primo album dei DT!): bella cover, energica, sostenuta, melting gradevole di riff melodici e tocco death.

La palla passa al chitarrista/compositore norvegese Erling Solem che ci offre una meravigliosa “Ex-Nihilo” (Damage Done), quattro minuti strumentali meno graffianti ma altrettanto sognanti rispetto all’originale; il tocco personale del chitarrista si fa sentire, soprattutto a metà pezzo, ma sicuramente Sundin&Henriksson non avranno di che lamentarsi per questo omaggio. Un’altra band iberica, i Mind Holocaust, si misurano con “The New Build”, opener di Character (2005), death fino all’osso e su “Nothing to No One” (Fiction, 2007) troviamo gli Agonica, thrash metallers messicani.

Quando ho letto Fallen Sentinel, gothic symphonic metal, mi sarei aspettata una cover di “Insanity’s Crescendo”, “Freecard” oppure “..Of Melancholy Burning” (un brano veramente troppo sottostimato), per sfuttare al meglio la voce femminile della tastierista Laura Comesaña, invece i sei musicisti spagnoli hanno preferito pescare da Fiction l’imponente “Terminus (Where Death is Most Alive)”, riuscendo ad ottenere un risultato sufficientemente soddisfacente.
Brano più vicino al proprio genere per i portoghesi Apotheus, “Misery’s Crown” (Fiction), alternanza di growl e clean, tappeto di keys, chitarre dal sound prettamente gothic, quasi Crematory, le aspettative erano un po’ alte ma vale lo stesso discorso fatto per Therein.
Si continua con Fiction, “Focus Shift”, e con un gruppo portoghese, Shadowsphere, per poi approdare ai Thee Orakle, indovinate..si, portoghesi, che definiscono la propria musica “Progressive metal with gothic doom feelings”, sound insolito da accostare ai DT, che presentano una “Dream Oblivion” (We Are the Void, 2010) apparentemente (o no?) decontestualizzata: un esperimento da prendere con le pinze.

Siamo quasi in dirittura d'arrivo ed ecco che parte a razzo “Monochromatic Stains” (Damage Done), egregiamente riproposta dai canadesi The Agonist, capitanati da Alissa White-Gluz. Da sentire.
E un vero fan non potrà farsi sfuggire neanche la spassosissima cover di “Punish My Heaven” (The Gallery, 1995) perla della formazione svedese Slaughter of The Bluegrass, una band bluegrass per l’appunto dedita a riarrangiare pezzi metal con strumenti atipici (Fiddle, Banjo, Mandolino, Chitarra acustica, Contrabbasso, Violino).

Per tirare le somme, la raccolta di tributi della Suspiria Records non impressiona né delude troppo, è una bella vetrina per band emergenti, niente di più.
Non riesco a non chiedermi cosa ne pensino i Dark Tranquillity..

Track by Track
  1. Edenspring - SERENITY IN MURDER 80
  2. Dreamlore Degenerate - DARKNESS BY OATH 60
  3. Therein - SURU 80
  4. The Wonders At Your Feet - DAWN OF TEARS 80
  5. Final Resistance - THE DESCENT 65
  6. The Treason Wall - SKYDANCER 80
  7. Ex-Nihilo - ERLING SOLEM 80
  8. The New Build - MIND HOLOCAUST 70
  9. Nothing To No One - AGONICA 65
  10. Terminus (Where Death Is Most Alive) - FALLEN SENTINEL 80
  11. Misery´s Crown - APOTHEUS 75
  12. Focus Shift - SHADOWSPHERE 65
  13. Dream Oblivion - THEE ORAKLE 65
  14. Monochromatic Stains - THE AGONIST 85
  15. Punish My Heaven - SLAUGHTER OF THE BLUEGRASS 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
75

 

Recensione di Elbereth » pubblicata il 18.04.2013. Articolo letto 2237 volte.

 

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