All Hail The Yeti «All Hail The Yeti» (2012)

All Hail The Yeti ĞAll Hail The Yetiğ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Vincent »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
903

 

Band:
All Hail The Yeti
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Titolo:
All Hail The Yeti

 

Nazione:
U.s.a.

 

Formazione:
Connor Garritty (vocals)
Nicholas Diltz (bass)
Skylar Feigel (drums)
Craw Nequent (guitar)

 

Genere:

 

Durata:
60' 2"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il gruppo proviene dagli States ed in particolare da Los Angeles anche se tra gli interessi della band sul loro sito ufficiale non sono menzionate né spiagge né mari, ma solamente whiskey, sangue, satana, occulto, violenza, teschi di animali e via dicendo...certamente se queste sono le premesse mi immagino questi quattro ragazzi gironzolare non certo inosservati con facce dallo sguardo cupo e biancastre tra corpi scultorei iper abbronzati. Il loro genere è un southern metal/hardcore e tra le varie influenze non possono mancare grupppi come Pantera, Down, Motley Crue ed Eyehategod. Quello che però questa band riesce a trasmettere è veramente notevole: sebbene il genere in questione sia molto diffuso al giorno d’oggi tra le band underground, i All Hail The Yeti riescono a tirare fuori qualcosa di nuovo. Il loro sound è aggressivo e pesante, un vero e proprio muro di suono con pezzi che vanno dal groove allo stoner acompagnati da una voce scream e pulita degna di nota. Un headbanging su questi riff ci sta tutto! Magari più che hardcore, avrei azzardato un Alternative Metal...in ogni caso l’inizio è nettamente duro e di notevole impatto, mentre poi dopo la traccia parlata “The Weak And The Wounded” la band cambia un po’ registro e passa ad essere più melodica con “After the Great Fire” facendoci sentire che possono fare molto di più senza però tralasciare la componente rabbiosa. Da apprezzare è proprio la versatilità della band e questo intramezzarsi di parlati con un’armonica iniziale in “The Art Of Mourning” che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso. Anche il songwriting sembra molto ben strutturato. Il disco suona bene e la band va che è una meraviglia. Forse alla fine del disco la band lascia da parte l’originalità e le tracce sembrano già sentite, ma ci sta in un lavoro completo come questo. La durata del cd è notevole e non mi stupirei di riavere un loro cd tra le mani a breve , ma non riesco a capacitarmi come la band abbia voluto mettere più di 15 minuti di suoni alla fine dell’ultima traccia...ok la passione della band per i pini ed i camping che avevo tralasciato di trascrivere prima, ma non vi sembra un po’ eccessivo?

Track by Track
  1. Deep Creek 75
  2. When The Sky Falls 80
  3. Suicide Woods 70
  4. The Weak And The Wounded 65
  5. After The Great Fire 80
  6. Bloodguilt 70
  7. The Art Of Mourning 75
  8. I Am Wendigod 70
  9. Axe Murder Hollow 75
  10. Ruby Ridge (Every Knee Shall Bow) 70
  11. Judas Cradle 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
75

 

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