Disfigured Corpse «United Helland» (2002)

Disfigured Corpse «United Helland» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Queen Crimson »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
982

 

Band:
Disfigured Corpse
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Titolo:
United Helland

 

Nazione:
Repubblica Ceca

 

Formazione:
Tomba§53 - guitars, backing vocals
Hadgi666 - bass, backing vocals
Ferenc777 - drums, tambourine, backing vocals
Vladis989 - Vocals
+ guests

 

Genere:

 

Durata:
31' 11"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2002

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Non ho ricevuto informazioni biografiche riguardo a questi Disfigured Corpse, perciò dovrò limitarmi ad informare gli interessati che sono Cechi e discretamente rincoglioniti. Nel senso simpatico del termine.
Sulla falsa riga dei Brujeria, infatti, il gruppo in questione mischia goliardia a sperimentazione nell'ambito death, con tentativi più o meno riusciti brutal-grind e sporadiche spruzzate di thrash nel loro "United He666And"
In "Holy Propaganda" non mancano inserti brutal su base fondamentalmente thrash, a tratti death, francamente un po' banali, ma redenti grazie alla varietà comunque coinvolgente del pezzo nell'insieme. "I, Me, Mine" è sensibilmente provata da una produzione e da un mixaggio purtroppo non dei migliori, aggiungeteci poi un riff scontato e il "tupatupa" che già aveva martellato senza pietà nella prima track, con qualche mid-tempo non troppo fortunato, e otterrete dei suoni di rullante spesso davvero fastidiosi, growl potente ma senza dinamica e una presentazione piatta, tanto che "Toy Games" si inserisce come un proseguo della precedente track con il medesimo "tupatupa" e riff che differiscono forse per un paio di note da quanto già sentito, il che giustifica la confusione di un ascoltatore, per quanto allenato egli sia, dei due pezzi. Pause deludenti, eccessiva brevità della traccia che non arriva mai a svilupparsi in modo efficace e a staccare dalla linea must della band.
Segue "Not Understanding" è un bombardamento ai confini fra l'hxc e il brutal, con riff (finalmente) degni d'esser notati, cambi di sequenze vocali interessanti (ma, insisto, riconsidererei seriamente mixaggio e volumi) e un ritmo con l'onnipresente "tupatupa" questa volta meglio gestito e non fastidioso, il tutto con sporadici impianti quasi noise.
"Chill Out": campionamenti di voci fanno da sfondo ad inserti di pulito alternati al growl e alle chitarre che, quando non quasi del tutto spente dal rullante martellante e caratterizzato da quei riverberi acuti che rimbombano nel cervello, riescono a sfondare e ad imporsi degnamente.
"Mind Obsession" è..è...beh, togliete gli inserti di pulito e la risultante sarà quanto avete già letto. "Four Seasons", brevissima, si apre con un pesantissimo ritmo cadenzato, sfondato pochi secondi dopo da un buon grind e vocalizzi assurdi, sintetizzabili in urla, sospiri, orgasmi e versi di vario genere..il classico pezzo "alla cazzo",ma ben riuscito.
"Blood" ha un principio piuttosto deludente, riprendendo quanto abbandonato e già consolidato (perchè ripetuto fino all'esasperazione) nei primi pezzi, variando dal resto per qualche riff più succulento e un assolo di batteria, tattico artificio per ripristinare l'attenzione dell'ascoltatore(peccato, però, concepito solo al termine della track).
Numero nove "Deliver - Destory", riff cattivissimi, volumi delle chitarre più indovinati, alternanza di voce esasperata alla Bathory e il già conosciuto growl e variazioni di batteria che regalano a questo lo scettro del pezzo più riuscito dell'album.
"Lights Out" mina lo sterno con un ottimo grind d'inizio, a cui si sostituisce un ritmo più brutal e qua e là accenni hxc..per gli amanti del genere, nonostante la brevità che è comunque un must del medesimo, è traccia che colpisce nel segno.
I 4 secondi di "Ave Maria"sono il preludio ad "Upper Society", davvero brutal per i riff pesanti e ridondante, batteria martellante secondo variazioni e mid-tempos e un potentissimo growl-urlato molto efficaci.
"Six Six Six".. la track,a partire dal titolo, è un po' banale, non mancando il regnante "tupatupa" cui si aggiunge la presenza di mefistofelici campionamenti di organo a tratti black (e perciò un po' inadeguati al backround in toto).
"Life" è pesante al punto giusto per riff che si fanno strada tra quelle tracce vocali che si alternano come in una mutua rincorsa fino al termine che giunge troppo presto, dato il buon sviluppo di questa traccia, meritanda senz'altro di un seguito che possa farla esplodere come da premessa.
Questi riff troppo metal su basi di batteria death, poi grind, poi ancora death e via scorrendo, sono una chicca per "Instant Purity". buona la trovata ma minima la durata..
"Parasites" è suoni discordanti, è ritmiche che cambiano in continuazione ed un solo di chitarra che nasce dal nulla, urlando con tutta la forza per sparire quasi subito nell'uno di quel caotico ma stimolante agglomerato di sperimentazione.
"Obrij me Maiko" è un simpatico intro e, con un salto a piè pari, si è già alla diciottesima track "Repeater" di questo "United He666And" che in verità, pur cementando in sè ignoranza e cattiveria, sale di quest'album, non suggerisce nulla di nuovo da quanto già esaminato.
Carino il campionamento della 50th Century, ma penalizzato il pezzo da quel refrain tanto simile a "Seek and Destroy" e storpiato da una minima variazione.. Nel complesso, però, "For Suicides enough, Honey", squisitamente thrash, è la traccia più lunga ed insieme quella di più ampio respiro.
Rimarrete senz'altro divertiti da "Viva la Nu Metal", con quel coretto lirico a mò di ode, cui segue subito un confusionario mix che tanto rimanda alle follie dei Naked City (ovviamente su un piano di molto inferiore..)... poi la pausa, seguita da un meraviglioso ensamble di voci a cappella... goliardia a go-go.
Ora la questione è l'artwork. Non riesco a capacitarmi di alcune scelte stilistiche nel merito... francamente non solo banalizzanti ulteriormente quanto già banale di suo seppur senz'altro comunque efficace e in taluni momenti notevole, ma suscitanti addirittura ilarità... Detto questo, ribadisco la necessità di curare di più la produzione e, magari, mi permetto di suggerire di puntare su un numero più esiguo di pezzi e concentrarsi più sul contenuto dei medesimi. Tolte queste falle, il lavoro dei Disfigured Corpse merita orecchie ben disposte a godersi la loro frenetica corsa alla variazione ritmica, la loro simpatia, la mixture sapiente delle influenze e, perchè no, anche le forzature.

Track by Track
  1. Holy Propaganda 70
  2. I, Me, Mine 65
  3. Toy Games 60
  4. Not Understanding 60
  5. Chill Out 75
  6. Mind Obsession 60
  7. Four Seasons 75
  8. Blood 65
  9. Deliver - Destroy 80
  10. Lights Out 75
  11. Ave Maria /
  12. Upper Society 75
  13. Six Six Six 60
  14. Life 70
  15. Instant Purity 70
  16. Parasites 70
  17. Obrij me Maiko /
  18. Repeater 65
  19. Four Suicides Enough, Honey 75
  20. Viva la Nu Metal [666] 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
68

 

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