Antropofagus «Architecture Of Lust» (2012)

Antropofagus «Architecture Of Lust» | MetalWave.it Recensioni Autore:
HeavyGabry »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2408

 

Band:
Antropofagus
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Titolo:
Architecture Of Lust

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Tya - Vocals
Meatgrinder - Guitars
Jacopo - Bass
Davide "Brutal Dave" Billia – Drums

 

Genere:

 

Durata:
34' 16"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

È fatta. Undici anni tra un disco e l'altro non sono uno scherzo, ma con “Architecture Of Lust” gli Antropofagus mettono in chiaro che non hanno assolutamente voglia di scherzare.
Non si può dire che la storia della band sia stata facile: l'idea della reunion era già maturata nel 2009, si sarebbe ricomposto il nucleo originario con Meatgrinder ed Argento. Ben presto però Meatgrinder si ritroverà solo, e da lì in poi cominceranno i classici avvicendamenti di gregari alla ricerca di una line up stabile. Solo lo scorso anno gli Antropofagus hanno messo fine ai cambi in formazione, dopo la pubblicazione di uno split che aveva il compito di concretizzare quanto promesso fino a quel momento: il ritorno.
E ritorno fu. Proprio in questi giorni ho avuto modo di ascoltare “Architecture Of Lust”, e già che c'ero, di rispolverare “No Waste Of Flesh”: le differenze sono evidenti ma l'intento alla base è rimasto lo stesso, quello di creare un concentrato di violenza senza compromessi.
Come dite? È quello che vogliono fare tutti? Non ci crederò mai, quindi mi permetto di lasciare nero su bianco questa banalità.
Ma torniamo al discorso iniziale. Messi in salvo l'onore e la coerenza la band riserva anche qualche sorpresa, scegliendo un sound inaspettatamente “pulito”, che tiene sveglio l'interesse lasciando poco spazio alla confusione o alla noia. Questo non vuol dire che gli Antropofagus abbiano improvvisamente ceduto alla tentazione di realizzare un disco con sonorità moderne, ma come qualsiasi altra cosa anche il brutal death deve stare al passo dei tempi per non essere ridicolo. Forse la cosa ultimamente era diventata scontata grazie ai vari trailer messi a disposizione dalla band, ma il cambiamento era netto: gente nuova per tempi nuovi, per un disco ancora più breve (il concentrato che intendevo prima dopotutto non era così banale per rendere l'idea).
E aggiungerei, chi avrebbe fatto felice un clone del suo predecessore? Questo vale sia in termini di freschezza di idee che in quanto a scelta dei mezzi con cui rendere queste idee: se in “Sadistic Illusive Puritanism” base ritmica e chitarra solista si sposano alla perfezione, trova spazio anche un pezzo lento e marziale come “Det Helgerån Av Häxor”, a cui spetta il compito di chiudere – perfettamente – il disco. La scelta di inserirlo alla fine della tracklist è quanto mai azzeccata, mi trasmette un'idea di massacro completato, il Male che se ne va una volta compiuta la sua opera.
Ora che la fiamma è tornata ad ardere dalle braci che per tutto questo tempo sono state tenute vive dalla fede dei loro fan, tocca agli Antropofagus fare la loro parte per il futuro e dimostrare di non volersi più fermare.

Track by Track
  1. Architecture Of Lust 80
  2. Sanguinis Bestiae Solium 80
  3. Demise Of The Carnal Principle 80
  4. The Lament Configuration 85
  5. Exposition Of Deformities 75
  6. Eternity To Devour 75
  7. Sadistic Illusive Puritanism 85
  8. Blessing Upon My Redemption 80
  9. Det Helgerån Av Häxor (outro) 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
78

 

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