Souldrainer «Heaven's Gate» (2011)

Souldrainer «Heaven's Gate» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1284

 

Band:
Souldrainer
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Titolo:
Heaven's Gate

 

Nazione:
Svezia

 

Formazione:
Marcus Edvardsson :: Vocals, Guitars
Daniel Dlimi :: Guitars
Jocke Wassberg :: Bass
Arttu Malkki :: Drums

Marcus Edvardsson :: Session Keyboards, Programming
Daniel Dlimi :: Session Keyboards, Programming

 

Genere:

 

Durata:
49' 59"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Svedesi come moltissimi loro colleghi, i Souldrainer fanno parte di tutto quel calderone che la stampa in generale sta iniziando da qualche anno a definire “new breed of melodic death metal” o comunque che sta iniziando ad abbandonare gli stilemi-chiave del death metal per improntare la proposta più che altro verso sonorità decadenti, sinfoniche e dotate di un ben largo utilizzo di samples ed elettronica in generale.
In parole povere, i Souldrainer si erigono come orgogliosi fautori di una sorta di simil-death metal con richiami abnormi di atmosfere decadenti e gotiche ma soprattutto iniziando a rallentare l’incedere dei ritmi portandolo in una dimensione mid-tempo.
E di mid-tempo è costituito il 70% di “Heaven’s Gate”, album a lungo atteso da questa band scandinava, non conosciutissima nel nostro paese ma che ha trovato riscontri abbastanza positivi nello scorso “Reborn” (2007). “Heaven’s Gate” sembra essere il giusto successore fin dall’inizio ma a me personalmente ha convinto in giusta misura; l’intima divisione del platter in due parti quasi distinte non mi appare così sbagliata in quanto ho riscontrato che le idee migliori (per quanto alle lunghe siano noiose non poco) riguardano la prima sequenza del disco mentre nella seconda quel tanto odiato mid-tempo trova la sua realizzazione in toto abbassando il tiro del disco e riducendolo di livello, nonché di originalità. Il tutto si mostra prevedibile e stucchevole con atmosfere sempre uguali e mai inneggianti una qualsiasi forma di sperimentazione.
Ci sono naturalmente un paio di episodi felici nell’album, ossia “Hung On The Wall” e l’orientaleggiante “Low” ma per il resto mi sembra un disco mediocre, perfettamente commerciabile in ambienti giusti.
Spiacente ma personalmente non lo consiglierei ai fan di Hypocrisy, Pain, Amon Amarth, Samael e Rammstein, anzi, tornate ad ascoltare i vostri beniamini!

Track by Track
  1. The Quest 45
  2. Fed By Fire 50
  3. Low 65
  4. Alien Terror 50
  5. Hung On The Wall 65
  6. The God Delusion 50
  7. Gate Guard 40
  8. The Legacy 40
  9. Remember Me 45
  10. Dying For Your Sick Belief 50
  11. Goodbye Farewell 50
  12. Heaven's Gate 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
53

 

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